Liquame grigioverde: contributo al giornale antimilitarista del CPE

Un po’ di inquietudine. Mancano dodici giorni all’inizio delle "Giornate dell’esercito" ma Lugano è già piena di militari. Come funghi sono spuntati nei bordi delle strade dei nuovi cartelli stradali, in metallo laccato di giallo. L’esercito ha posato una segnaletica parallela, le cui indicazioni, codificate in sigle di tre lettere, sono ignote ai più. Noi andiamo verso Cornaredo, loro si dirigono a "FDB", geografie civili e militari si sovrappongono e compenetrano.

Lugano è sotto assedio, un Risiko gigante. Ci si permette di giocare con la guerra, ieri ArteCasa, oggi le Giornate dell’Esercito, domani TicinoInformatica. Morte e distruzione diventano un piacevole diversivo alla spesa da Ikea per non stare a casa il sabato pomeriggio. Ostentazione di cattivo gusto. Penso a mia nonna che mangia solo pane bianco perché dice che quello integrale le ricorda la guerra e a mio nonno che non riesce a mangiare riso perché gli fa tornare alla mente i sacchi di riso infestati dai vermi che non potevano venir sprecati.

All’incrocio, davanti al negozietto-bazar di alimentari mediorientali tre giovanotti in tuta mimetica stazionano con il mitra sottobraccio. Non che solitamente di sera in città si trovi compagnia migliore, fra poliziotti, videocamere e sorveglianti privati tira una brutta aria, non si gira tranquilli. La Lugano assetata di sicurezza ha trovato di che abbeverarsi, un enorme trogolo offerto dall’esercito svizzero alla popolazione tutta. Nell’orrido liquame grigioverde galleggiano pezzettoni fibrosi di paura, bocconi di allarme-terrorismo, grumi d’odio, spauracchi pre-biascicati dal potente di turno in un banchetto che dura ormai da centinaia di anni.
Ma dalla fila grigia di persone in attesa di ricevere la propria cucchiaiata di sbobba qualcuno si allontana e grida: – Signorò! Non inghiottiremo il rancio che ci state propinando – Questa broda spaventosa che ci state servendo l’abbiamo pagata noi ed è stata cucinata da nostri fratelli, compagni e amici obbligati a seguire la vostra metifica ricetta.

Un commento su “Liquame grigioverde: contributo al giornale antimilitarista del CPE”

  1. Nel suo ultimo libro, Paura liquida, Bauman continua a descrivere il liquido nel quale lentamente stiamo annegando. L’autore non azzarda mai metafore cosi’ forti, ne’ conclusioni cosi’ nette, perche’ e’ un gentile e moderato professore d’universita’, ma leggendo i suoi libri e modellando nella mia testa l’idea di una realta’ liquida, mi viene spontaneo pensare ad un mondo nel quale affogheremo soffocati dal liquame.
    La parola liquido che lui usa per descrivere l’inconsistenza, la fluidita’ e l’incertezza della nostra realta’, in me si traduce immediatamente nell’idea di liquame putrido che mi circonda.

    http://cavallette.autistici.org/2008/01/1461

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