La rivoluzione della Migros

 Per fare una rivoluzione ci vogliono due cose:
 qualcuno o qualcosa contro cui rivoltarsi&
nbsp;e qualcuno che si presenti e faccia la rivoluzione. 

(Woody Allen)

Non solo frutta e verdura
Dopo la pubblicità della Dacia con Che Guevara e Marx all’ospizio, si pensava che i miti rivoluzionari potessero essere lasciati in pace per un po’. E invece no: ecco la banca Migros che scomoda nientepopodimenoché il dipinto "La Libertà che guida il popolo" di Eugène Delacroix, per pubblicizzare la sua nuova offerta di credito privato online.

Armi, capezzoli e cadaveri
La Marianne della Migros, al posto della bandiera Repubblicana francese, stringe uno stendardo verde con la scritta 5,9%. Il fucile che nell’originale viene brandito con la mano sinistra, è abilmente cancellato con Photoshop, così come tutte le armi presenti nell’originale. Il borghese con il cappello a cilindro sulla sinistra è sostituito da un manager rampante e viene aggiunta una bionda in tailleur masoniano alla sua destra. Sono stati cancellati anche i cadaveri che giacciono sulle macerie davanti alla protagonista. In un impeto di censura vaticana cinquecentesca, anche il seno della Marianne (scoperto e ben visibile nell’originale) viene pudicamente velato rialzando la veste. Sono stati quindi tolte: seni ed armi, un binomio che non può non richiamare alla mente Afrodite A di Mazinga Z, il robot con le tette a razzo.
Censurare i dipinti
Nel 1564, un anno dopo la fine del Concilio di Trento, viene decisa la censura tramite “braghe” dei nudi "scandalosi" nella Cappella Sistina. Una delle ultime censure di questo tipo, la si può annoverare nel regno di Berlusconi primo, ne è stato colpito il dipinto "La Verità svelata dal Tempo" del Tiepolo che decora la sala delle conferenze stampa della presidenza del Consiglio. La "verità", che nell’originale mostrava un seno prosperoso, si ritrova nascosta dietro ad un velo censore. Berlusconi, pur essendo considerato il presidente delle “veline” e delle “escort”, ha uno stranamente sviluppato senso del pudore.

Rivoluzione
A parte le disquisizioni di natura artistica, parlare di rivoluzione accostandola al termine "credito privato" è una cosa che non suona bene. È come associare cane e gatto. Cibo e feci. Preti e bambini. Forse Migros terrà gli interessi dei suoi crediti un filino più bassi degli altri, forse, ma da qui a parlare di rivoluzione ce ne passa. Anche lo slogan "Banca Migros, perché diversa" pare forse eccessivamente pretenzioso. Regalate forse i soldi? Quella si che sarebbe una banca diversa: fai la fila allo sportello, ti chiedono quanto hai bisogno e poi ti passano sorridendo le banconote. Senza burocrazia ne nulla, magari ti danno un consiglio, tipo "non spenderli tutti oggi" oppure “non spenderli tutti in dolciumi”, ma nient’altro. Questa si che sarebbe una banca diversa! La banca Migros dovrebbe aggiungere un punto di domanda al suo slogan: “Perché diversa?”

Anche tu Classeur de Pub!
Questa pub è stata segnalata da Giovannino che si è guadagnato un posto agli inferi. Se anche tu noti spot e affissioni che ti infastidiscono, non esitare: segnalacele. Anche in forma anonima, ritagliando le lettere da una rivista e avvolgendo poi la missiva in un sasso lanciato contro le finestre della redazione. Se fatta via mail però è meglio: redazione@ildiavolo.com  

 

Didascalia: trova le 150 differenze fra la pubblicità della Migros e il dipinto di Delacroix

 

Separati nella culla
Da questo numero lanciamo un nuovo concorso-sondaggio aperto ai lettori: si intitola "separati nella culla". Come quei gemelli che, da piccolissimi, per errore o per malizia vengono separati l’uno dall’altro e affidati a genitori diversi. Anche per i loghi e per le insegne può accadere di trovare stupefacenti somiglianze che potrebbero rimandare ad un’origine genetica comune.

I "separati" con cui inauguriamo la rubrica sono la "Macelleria Luisoni" di Lugano e la Manpower (multinazionale americana del lavoro interinale). Il logo è praticamente identico e sta forse ad indicare che il modo con cui Manpower tratta i lavoratori è molto simile a quello di una macelleria? Che per Manpower i lavoratori sono pezzi di carne da fare a pezzi? Mah… la somiglianza è inquietante.
Ringraziamo per la segnalazione quei mattacchioni di svasso.blogspot.com ed invitiamo a scovare "separati nella culla" ed inviarceli! Non si vince nulla!