“Le persone che non fanno rumore sono pericolose.”
Jean de La Fontaine (1621 – 1695)
Lugano ci riprova, torno alla carica contro il grande problema della città: il rumore. Vi ricordate di quel film interpretato da Benigni in cui Jonny Stecchino parlava di Palermo, dicendo che la città era afflitta da un grave problema: il traffico. Ecco, mi pare che con questa campagna ci si trovi più o meno nella stessa situazione. E che nessuno voglia leggere in questa frase un tentativo di correlazione fra mafia e sindaco di Lugano. Niente da dire sulle belle immagini in bianco e nero scelte dal consorzio di giovani grafici che ha ideato la campagna e che è stata affissa solo nel luganese. Mi scuseranno quindi i lettori che vivono nella periferia dell’impero se non sanno di che cosa si sta parlando. Sono grandi primi piani di volti interessanti trasfigurati in smorfie angosciate causate dal rumore eccessivo. Ho però come il sospetto che il "rumore" sotto accusa non sia quello prodotto dai voli in partenza dall’aeroporto di Agno, e nemmeno quello provocato dalle automobili che a getto continuo si riversano sgommando in città per occupare uno dei molti parcheggi abusivi ancora presenti. Sarà forse il rumore delle ruspe che demoliscono le case popolari per far posto ad appartamenti di lusso ad infastidire il committente dell’opera, oppure gli urli dei migranti pestati dalla polizia cittadina?
Ma no… il rumore che da fastidio è quello prodotto dalle persone che si incontrano, soprattutto se lo fanno in bar in cui una bibita costa meno della paga oraria di una cassiera della Migros. Che cosa avranno mai da dirsi quei loschi figuri che alle 22’30 stanno ancora chiacchierando fuori dal bar. E quei capelloni che passano il pomeriggio di domenica a suonare i bonghi al parco Ciani? O quel fanatico verde che taglia la sua siepe del giardino con il decespugliatore a benzina alchilata? Per non parlare dei bambini che giocano o di quei debosciati che si ritrovano il sabato sera per un rumoroso concerto punk? Andate a dormire lazzaroni che domani si lavora! L’intolleranza va adeguatamente concimata con campagne di questo genere. È per questo che le ronde della polizia attorno ai bar sono aumentate, che la sala Metrò si è messa ad organizzare tornei di videogiochi invece di concerti, che alcuni ritrovi pubblici sono costretti ad assumere sorveglianza privata (anche se poi il governo ha annullato la decisione del municipio luganese). A Lugano, ricordatevelo, il silenzio è d’oro!
Stai schiamazzando sguaiatamente fuori da una tavernaccia luganese e ti casca l’occhio su un’oscenità dalla Società Generale d’Affissione? Fra gridolini e gorgheggi estrai la tua rumorosa macchina fotografica ed immortala la colossale bruttura. Inviala poi, corredata dei tuoi commenti, al quindicinale satirico più venduto in Ticino.
Pubblicato su "Il Diavolo" del 12 dicembre 2008