Articolo uscito sul quindicinale satirico “Il Diavolo” il 25 giugno 2011
Casa del conservatorio: una nota stonata
Poteva essere un’ottima soluzione abitativa, in una Lugano in cui gli affitti sono tenuti artificialmente alti dagli speculatori e dai palazzinari locali, offrire ad una sessantina di studenti del Conservatorio e della SUPSI una stanza nell’ex Hotel Carioca nel centro di Paradiso, trasformato dall’ottobre 2010 nella “Casa del Conservatorio”. Lo stabile non è modernissimo, ci sono problemi con l’acqua calda e l’ascensore si blocca spesso. Parecchie storie d’amore sono nate in questo modo fra i giovani musicisti. Gi studenti, venuti da ogni parte del mondo per studiare a Lugano, fanno di necessità virtù, apprezzando comunque la possibilità di alloggio ad un prezzo attorno ai 450 franchi (nemmeno particolarmente vantaggioso per soli 15 metri quadri). Ma quando quando sei studente e squattrinato, non conosci la lingua, e la tua passione principale è il basso-tuba, ti devi accontentare.
Casa chiusa
Il 9 giugno, in pieno periodo di esami, gli studenti ricevono ufficialmente la notizia che già da tempo era nell’aria. La casa dello studente verrà chiusa per decisione del Tribunale Cantonale Amministrativo (dopo una serie di ricorsi e controricorsi durata parecchi mesi), in quanto ci sono stati del problemi nel corso del cambio di destinazione da Hotel a Casa dello Studente. Gli studenti sono preoccupati, molti di loro senza un indirizzo di residenza rischiano di perdere anche il permesso di soggiorno. Si riuniscono e scrivono un volantino preoccupato in sostengono che nel corso di un controllo al bruciatore a Cherosene avvenuto lo scorso ottobre, sarebbe stato definito pericoloso perché non ben funzionante. Inoltre, sempre secondo il volantino, li accanto erano accatastati dei materassi e il sistema d’allarme sarebbe stato fuori uso. Concludono gli studenti preoccupati “abbiamo dormito per oltre otto mesi su una bomba esplosiva”. Gli studenti hanno anche calcolato quanto questa spericolata gestione avrebbe fruttato al conservatorio “500 franchi per 60 studenti uguale a 30’000 franchi al mese”.
Le porte del paradiso
Paradiso comune a vocazione turistica non si è sempre chiamato così. Fino al ’29 il nome ufficiale era Calprino ma il toponimo sembrava volgare e poco evocativo per l’immaginario turistico. Il comune è forse il simbolo delle brutture architettoniche e della speculazione edilizia. Uno degli ultimi esempi è il palazzo Mantegazza che, oltre a rovinare la zona, infischiandosene della proprietà pubblica, e si è appropriato del sottopassaggio comunale per installarci tubature e infrastrutture tecniche private.
Il sindaco liberale di Paradiso, Ettore Vismara, ci conferma di aver seguito le procedure e di non aver concesso il cambio di destinazione del Carioca intervenendo “a tutela della sicurezza delle persone e delle cose”, visto che non sarebbero state rispettare le norme di sicurezza minime. Fra le righe ci fa capire che il dialogo con il proprietario, il collega municipale socialista Marco Foglia (che insieme ai fratelli gestisce diversi alberghi nella zona), risulta difficile.
Mangiando la foglia
Incontriamo Marco Foglia nella hall dell’hotel Calipso, ci offre un caffè. È un chirurgo ma non se la cava male neppure al bancone. Ci racconta che l’hotel Carioca era poco utilizzato, si riempiva soltanto nei periodi caldi, in occasione di convegni o altri eventi importanti. È per questo che assieme ai fratelli, hanno proposto al conservatorio di insediare gli studenti “non lo abbiamo certo fatto per beneficenza, ma nemmeno per speculazione, l’affitto che chiediamo al conservatorio è più che onesto e per la sicurezza noi avevamo una centralina antincendio con standard europei, forse anche più elevati di quelli svizzeri, ma che ci è stata contestata” ma non ha dubbi il nostro interlocutore “è comunque uno spazio sicuro, è stato costruito negli anni ’60 e non è mai successo niente”. Prima di cedere la gestione al conservatorio e di far entrare gli studenti erano stati presi dei provvedimenti per aumentare la sicurezza quali eliminare il gas, mantenere il divieto di fumo e dimezzare la capacità di posti letto proprio per poter garantire una situazione più gestibile e accogliente. “La centralina d’allarme, le porte tagliafuoco, l’illuminazione di sicurezza erano già installate da anni” continua il municipale di Paradiso, “dopo l’ispezione abbiamo fatto eseguire dei test che sono risultati positivi, abbiamo fatto registrare le porte di sicurezza e aggiunto delle luci” ma nonostante queste certificazioni “non ci è stato impartito un termine utile per mettere a norma la centralina”.
Da un giorno all’altro lo stabile sarebbe quindi diventato potenzialmente pericoloso: il dubbio a questo punto è lecito, tutta questa attenzione sul Carioca è una questione di sicurezza o una scelta di altro tipo, per esempio dettata dalla possibilità che le strimpellate degli studenti disturbino gli ospiti degli hotel circostanti?
La posizione del Conservatorio
Roberto Valtancoli, membro di direzione del Conservatorio, ci aiuta a far chiarezza “Volevamo offrire un servizio ulteriore ai nostri studenti, e dar loro una possibilità di alloggio a prezzi accettabili. Al momento del contratto, lo stabile era un Hotel funzionante e quindi con il presupposto della piena regolarità degli impianti e delle norme di sicurezza anche da parte della Autorità preposte. Quello che andava bene per i turisti fino al giorno prima, evidentemente per le autorità non era più valido dal giorno seguente” Sembrava tutto in regola quindi, e come mai questo improvviso accanimento delle autorità? “Lo stabile è diventato oggetto di critiche e di perizie contrastanti. Nonostante il nostro sollecito ai proprietari di fare tutto quanto necessario per raggiungere il più alto standard di sicurezza e gli evidenti miglioramenti avvenuti, il livello raggiunto non può essere quello di uno stabile moderno. Ci era stato consegnato un attestato di conformità antincendio, in cui si certifica che “la costruzione in oggetto è conforme alle prescrizioni dell’Associazione degli Istituti Cantonali d’Assicurazione Antincendio e alle Norme di Protezione Antincendio”. Come mai nonostante queste rassicurazioni gli studenti dovranno andarsene comunque? È dispiaciuto Valtancoli “dal momento in cui il TRAM ha definitivamente respinto i ricorsi, stiamo facendo uscire gli studenti e per dimostrare il nostro scrupolo sul tema sicurezza abbiamo anche ingaggiato un servizio di sicurezza per affiancare il nostro personale.” E a proposito del presunto lucro denunciato dagli studenti che il conservatorio farebbe su questa operazione? “Pensare ad un margine di lucro è ridicolo, ci mancherebbe! L’accordo con i proprietari prevedeva che gli interventi di manutenzione fossero carico della Scuola. Pagavamo circa 15.000 Fr al mese e ne incassavamo nei mesi di pieno regime ca. 30.000. Tra investimenti (che dovevano essere ammortizzati in cinque anni), spese importanti mensili per la nafta, il personale, riparazioni e migliorie, assicurazioni, luce e acqua, contavamo su un break even (il punto in cui si sarebbero coperti tutti i costi NdR) dopo 3 anni.”
Baracca e burattini
Gli studenti contattati, preferiscono non esporsi personalmente “il conservatorio è piccolo, si conoscono tutti”, raccontano però che la scuola sta agendo in maniera corretta: si sta adoperando per trovare degli alloggi adeguati aiutando, anche finanziariamente, gli studenti. Ha inoltre restituito le ultime quote d’affitto versate. Morale della favola, le regole saranno rispettate, a Paradiso uno stabile resterà vuoto e diventerà interessante per gli speculatori edilizi. I turisti facoltosi e gli avventori in cerca di avventure erotiche non saranno disturbati dalla musica prodotta dai musicisti. Gli studenti del conservatorio dovranno andarsene ed alloggiare in monolocali arredati pagando affitti impopolari. L’artificiale mancanza di alloggi permetterà ai prezzi di restare alti e potrà addirittura capitare che un bassotubista bisognoso di solfeggio venga ad abitare proprio sopra a casa vostra. Tutto bene quel che finisce bene!