Stava per arrivare il giorno tanto atteso da tutti, il giorno in cui, ancora una volta, la città di Lugano avrebbe potuto balzare agli onori della cronaca per mostrare alla stampa confederata e al mondo quanto di meglio sapeva offrire: la torta di fragole più grande del mondo. Erano anni che la città riusciva a conservare il record, fin forse dall’inizio degli anni novanta quando era iniziata quella che sarebbe poi stata definita “la politica della distrazione”.
Gli equilibri mondiali si erano fatti più tiepidi dopo la caduta del muro, il problema della droga e della delinquenza giovanile non bastava a riempire le menti e i discorsi della gente comune, fu perquesto che il sindaco di allora intraprese la fortunata strada del governo del disimpegno.
La prima torta da record era lunga appena 200 metri e fu sbafata in appena un quarto d’ora dalle orde di famelici elettori, la seconda, nel maggio del 2004 divenne lunga 300 metri, impiegando 570 kg di fragole fresche, 160 kg di sfoglia, 165 litri di crema pasticcera e 130 litri di gelatina di fragola raggiungendo la vertiginosa lunghezza (per quei tempi) di 300 metri.
Da allora il record venne regolarmente battuto di anno in anno, la lunghezza della torta aumentò esponenzialmente, di anno in anno, del 50%. Nel 2005 i metri di torta furono 450, nel 2007 si superò per la prima volta il chilometro (1'012,5 m). Nel 2013 la torta di oltre 11 km iniziò, per quanto ripiegata e sinuosa a non starci più nel parco civico e si dovette strabordare per diverse centinaia di metri sul lungolago cittadino. L’economia delle fragole stava ridando linfa a Lugano, numerose aziende di import-export di questo prelibato frutto si erano insediate nella città, attratte dall’evento che ormai era diventato il fulcro della vita sociale, culturale ed economica della città. Ogni anno le scuole cantonali sfornavano dozzine di nuovi pasticcieri, la pasticceria assieme alla confetteria, era l’unico ramo formativo che non era stato completamente smantellato a causa dei tagli ed era anche l’unica professione in cui non si faceva fatica a trovar lavoro. Per l’anno seguente, che coincideva con il trentennio di governo del sindaco Fragolone (ormai le elezioni non si tenevano neppure più, il risultato era scontato) si decise di radere al suolo tutto il quartiere di Molino Nuovo, per lasciar posto ad un enorme piazzale asfaltato dove avrebbe potuto trovare degna sistemazione La Torta. Migliaia furono gli sfollati, sistemati alla bene e meglio in baracche di fortuna attorno alle piantagioni di fragole, ma nessuno si lamentò.
In fondo ognuno deve fare dei piccoli sacrifici per non ostacolare il progresso, e, vivendo già attorno ai campi di fragole avrebbero addirittura potuto dormire qualche minuto in più alla mattina.
Nel 2024 La Torta era diventata lunga 997'577 metri e nemmeno distribuendola gratuitamente alle migliaia di curiosi che erano giunti in città riusciva ad essere consumata completamente. Il giorno dopo la manifestazione ne erano avanzati ancora più di quattrocento chilometri. Il consiglio comunale, pressato dal deteriorarsi della crema pasticcera si riunì in seduta straordinaria per decidersi il da farsi, venne approvato un provvedimento che obbligava ogni cittadino dai 18 ai 64 anni, in buona forma fisica a offrire un servizio di consumazione obbligatoria. Per i disertori: la detenzione in carcere con una razione di 50 cm di Torta come unico rancio giornaliero.
Il sindaco fragolone diede il buon esempio mangiando pubblicamente lui solo oltre un metro di torta. Ma il provvedimento si rivelò troppo blando e dopo una settimana di intense mangiate collettive la Torta non sembrava neppure essere diminuita. Il consiglio comunale, preoccupato dall’inglauchirsi della crema pasticcera decise nuovamente di riunirsi in seduta straordinaria. Le poltrone della sala dove poggiano gli onorevoli sederi iniziano ad essere troppo piccole per i flaccidi corpi sformati dalla Torta. L’unica soluzione era la conservazione; la torta venne tritata e gli vennero aggiunti additivi per evitare la decomposizione. Il risultato fu una poltiglia zuccherina giallorossiccia che, distribuita gratuitamente, sarebbe diventata l’alimento principale dei luganesi. D’altronde la monocultura della fragola non lasciava molte altre alternative alimentari e in fondo nessuno era troppo dispiaciuto,la poltiglia a causa della mole di sostanze chimiche aggiunte provocava una live dipendenza e, dopo l’uso si poteva riscontrare una leggera, ma apprezzata, euforia.
Questa divenne prassi consolidata e condivisa da tutti, fino a quando nel 2030, dopo la Torta di oltre 11 milioni di metri, si produsse così tanta poltiglia zuccherina da non riuscire a consumare le scorte entro la Torta dell’anno successivo. Fu questa probabilmente la goccia che fece traboccare il vaso e le masse, capitanate dalle associazioni in sostegno dei diabetici insorsero. Il sindaco Fragolone venne destituito e si reintrodussero delle democratiche elezioni. La partecipazione alle urne fu altissima, quasi tutti andarono a votare, la gente aveva capito e non si sarebbe più fatta fregare un’altra volta. Solo qualcheduno ebbe qualcosa da ridire quando venne eletto sindaco Giuliano Ciambella, e furono davvero pochi coloro che ebbero da ridire quando il sindaco, in una poco partecipata seduta, propose il nuovo record da battere…
Pubblicato su Liberazione, foglio di agitazione del GA Bonnot, numero 4 (estate 2004)
scarica il pdf