Un bel gioco dura poco
Il casinò di Locarno, forse non conscio dei danni personali e sociali prodotti dai casinò, decide di reclutare nuovi potenziali giocatori compulsivi lanciando una campagna pubblicitaria, che, se ci fosse la top ten delle pubblicità più trash andrebbe dritta dritta dietro a quella della signora Palmira che chiama il Conconi per riparare la "canala".La signora Palmira è però certamente più simpatica della biondazza del casinò seduta su di un oggetto che ad una prima lettura è irriconoscibile. Solo ad uno sguardo più attento ci si accorge che si tratta della Ò di casinò, che dev’essere una specie di logo per la casa da gioco locarnese.
Risposta non c’è…
Se apparentemente questo manifesto potrà sembrare banale, pone invece tutta una serie di interrogativi che non possono essere ignorati. Perché la modella ha solo una scarpa? Perché si tiene con la mano un piede? Si è fatta male (ipotesi avvalorata anche dall’espressione dolorante)? Vuoi dire che ha schiacciato qualcosa? Tipo delle fiches appuntite? Nulla è per caso, quindi c’è stato qualcuno che le ha deliberatamente lasciate in giro… un attentatore?
…o forse chi lo sa…
Ma le domande non finiscono qui; la modella è maggiorenne? Fa così caldo al casino da dover stare così scosciati? Ci si possono togliere le scarpe al casinò? Ci si può sedere per terra? Non è che se lo fa una persona normale viene buttata fuori dai securitas? Non si rischiano di contrarre verruche a camminare a piedi nudi sulla moquette sintetica del casinò? Perché il tutto è così anni dannatamente anni ’70?
…perduta nel vento sarà.
E anche lo slogan suscita delle perplessità: "NULLAÈPERCASO!" tutto maiuscolo e attaccato. È anche questa una velata critica al darwinismo? Quelli del casinò di Locarno propongono la teoria del "disegno intelligente?", pensano quindi che l’evoluzione è data dalla volontà pilotata di un essere superiore e non dalla seleziona naturale di modifiche casuali? Eppure, vedendo i richiami sessuali proposti dal manifesto, che sono gli stessi che utilizzano i cercopitechi subsahariani, direi che la discendenza scimmiesca è evidente. Almeno gli avventori del casinò discendono dalle scimmie. Gli altri non so!
Forse, e più probabilmente, il manifesto vuole dare l’idea che è possibile vincere al casinò grazie ad abilità o talenti personali e che non si tratta di un processo casuale e probabilistico che garantisce lauti guadagni alla casa da gioco spennando i tonti avventori. O forse ancora è un invito ad avere un metodo, a segnare le carte, a fare calcoli e prevedere il gioco.
Rien ne va plus!
Se da una parte i casinò spendono denaro per farsi pubblicità e accalappiare nuovi clienti, dall’altra occorre creare campagne, per aiutare chi diventa dipendente dal gioco. Il GAT (Gruppo Azzardo Ticino) aiuta e consiglia chi ha dei problemi di gioco patologico. Questo il loro sito: www.giocoresponsabile.com
LA PUB DEI LETTORI
La pub dei lettori di questa settimana arriva dagli amici di svasso.blogspot.com, ed è un volantino della ELVIA, la compagnia di assicurazione. Lo slogan principale è finemente surreale "Dove che siate, vi siamo anche", un capolavoro di traduzione automatica su internet. Il breve testo sottostante è però linguisticamente coerente con il titolo "ELVIA vi offre securità e servizio". Sabbiamo bene che la sicurezza è molto difficile da garantire, che sia più facile puntare sulla securità? Meglio di niente! Ci terrei anche all’affidabilezza e alla correttità. Immaginatevi di essere assicurati tramite questa agenzia e, in capo al mondo, avete bisogno dei loro servizi. In che lingua risponderanno al call center?
Aiuta il classeur de pub a riempire questo riquadro grigio mandando al diavolo le pub che ti rendono difficile la digestione. Non solo in senso figurato, ma proprio spedendole al vostro quindicinale satirico preferito corredate dalle vostre argute riflessioni!
caro olmo, non so a cosa ti riferisci per la “questione sala prove”, puoi delucidarmi?
In ogni caso la mia voleva essere una critica costruttiva che non voleva toccare la tua sensibilità. ciao
Ciao! Personalmente credo che sia importante scrivere anche a proposito di quelle tematiche che tu definiresti forse “meno radicali” (benché io non reputi appropriato questo termine). Tematiche che a qualcuno sicuramente potranno sembrare marginali, ma che, a mio avviso, riflettono parte dell’essenza della società in cui viviamo.
È fondamentale riflettere sui messaggi che ogni giorno ci vengono subdolamente infilati in testa attraverso le pubblicità, i media, l’istruzione,…
È importante avere spirito critico e capire i meccanismi del linguaggio pubblicitario e propagandistico, perché sono mezzi potentissimi che riescono a plasmare le scelte di un popolo.
Mi chiedo se un popolo intelligente, informato e dotato di spirito critico avrebbe mai potuto accettare l’iniziativa contro la costruzione di minareti.
La tematica “radicale” del razzismo viene trattata per esempio in “Minareti mentali”, seguendo lo stesso meccanismo di questa serie di scritti, ovvero, partendo dal cartellone propagandistico, dal messaggio che la parte xenofoba della Svizzera ha voluto comunicare alla popolazione.
È importante non sottovalutare la pericolosità e la potenza di questi mezzi, soprattutto in un paese dove le politiche populiste hanno sempre più consensi.
Credo che utilizzare una chiave di lettura un po’ diversa dal solito, non possa che arricchire la comprensione del fenomeno che si sta studiando.
Ho sorriso quando ho letto la tua affermazione sulle citazioni, ma non credo che nessuno le usi per fare sfoggio di cultura, sai, spesso possono essere molto utili per spiegare un concetto oppure possono costituire un prezioso spunto di riflessione.
ciao gianni,
anche io non sono sempre contento dei miei testi, quelli del classeur de pub poi, essendo pubblicati su di una rivista bisettimanale hanno anche dei vincoli estremamente severi che devo rispettare: scadenze fisse, un numero di battute precise da rispettare, schema stabilito, ecc ecc.
Non sempre trovo delle pub che mi entusiasmano, ma cerco comunque di trovare qualche spunto divertente (e possibilmente non stupido) nell’attualita’, e cerco anche di mantenere un occhio di riguardo sui temi che tu definisci “radicali”.
La satira ha dei meccanismi difficili da riprodurre, e non posso che ammettere di non riuscirci sempre. Prendi i miei testi come degli esercizi di stile. Se non ti piacciono non leggerli, io continuero’ comunque a scriverli. Ne parliamo poi in privato, cosi’ come della questione “sala prove”.
Olmo, apprezzo la tua perseveranza, ma i tuoi scritti fanno davvero schifo…scusami…con tutto quello che ci sarebbe da scrivere a proposito di razzismo, precariato ecc…Non so una volta mi piacevi di piu’ perchè le tue tematiche erano un po’ piu’ radicali ora…poi che noia tutte quelle citazioni…sembra che vuoi far sembrare di essere un acculturato…
boh..sono solo impressioni