Tre storie del P.

[Sonvico, 2001]

1
– Sai… – mi dice socchiudendo gli occhi ed accendendosi l'ennesimo
joint della giornata – io non sono un repper come tutti gli altri, gli
altri reppers fanno delle cose attorno al vestito. Io no, niente. C'è
chi fa i graffiti, che brekka, chi c'ha su' 'na posse e fa un po' di
free-style con i suoi fratelli. Chi va in giro a teggare o in skeit, io
no! Io non so fare i graffiti, non brekko, e di far su 'na posse mi fa
schifo solamente l'idea… Io c'ho solo i vestiti e le scarpe e gli
occhiali da repper, ma in verità dentro nulla! Anche la musica
sinceramente non mi garba.- poi passandomi il joint fumante – shiva, o,
io adesso skippo, vado un po' a sciallarmi, ma ci ribekkiamo una di
queste sere…-.

2
– A proposito – mi dice quasi con un aria di sfida – ma lo sai che in
jamaica, c'è un campo d'erba, tutto recintato; con il filo spinato. E
da parte al cancello, su quelle due colonnine c'è il teschio di bob
marlei, su quella a destra, no a sinistra. E il teschio era aperto
sopra e dentro… – prosegue – .. una piantina, cioè la terra sotto e
una piantina dentro. E poi li c'è una legge speciale che se rubi quella
piantina la polizia può spararti. Ucciderti sul colpo. Le altre no,
quella si. Perché è nel teschio di bob marlei. E tutti i jamaicani di
quando compiono diciotto anni devono andare li una settimana a far la
guardia con il fucile alla piantina per vedere se qualcuno la ruba. E
se la ruba… – lanciandomi uno sguardo truce – ucciderlo! -.

3
Sai, secondo la mia opinione – dice guardandomi negli occhi – non devi
giudicarlo male, lui è uno così, non ci possiamo fare niente. Ci sono
quelli come il Pasqualino, gente come noi repper, che lo siamo non
perché è una moda. Ma perché è proprio una sciallata vestirsi così,
vedi queste scarpe, sono da repper, ma io le metto solo perché sono
megacomode. Perché siamo convinti del nostro ideale, siamo della gente
scialla. E invece c'è della gente che si fa un po' condizionare
daglialtri che se non sei del gruppo, non fai un cazzo, che devi
adeguarti. -. Alzandosi in piedi si batte una mano sul fianco: –
Altrimenti la pigli in quel posto!-