Novembre

[Lugano. novembre 2001]

È già buio, siamo in novembre. Vedo il mio autobus fermo nello spazio a
lui riservato dalle due linee gialle. Partirà solo fra qualche minuto,
ma già salgo per godere almeno un po' del tiepido microclima
artificiale nel suo interno.
Il conducente mi controlla annoiato l'abbonamento. Non c'è nessuno,
quindi mi siedo in fondo, in uno di quei cinque posti collegati sempre
ambiti durante le gite scolastiche.
Mi tolgo il cappello umido e l'appoggio sul sedile. Arriva un altro
autobus, vuoto.
Si ferma a pochi centimetri dal finestrino posteriore, riesco a vedere
distintamente al suo interno. L'autista, stanco per un troppo lungo
turno di lavoro, osserva ipnotizzato le auto che scorrono annoiate al
suo fianco.
Sale un uomo con il cappello (probabilmente ha freddo), il conducente
gli controlla il titolo di trasporto ma, senza troppo interesse.
L'uomo col cappello si siede nei sedili in fondo (sempre ambiti durante
le gite scolastiche). Toglie il cappello, forse perché umido e lo
appoggia sul sedile.
È ancora più buio, siamo in novembre!