Il ritorno dei guerrieri dell’arcobaleno
Chiedo scusa a chi non abita nel luganese, anche questo manifesto è stato affisso solo ed esclusivamente nella grande e grossa Lugano. Ma d’altra parte chi ve lo ha fatto fare di andare ad abitare in quei paesucoli sperduti, inospitali e così lontani dal regno. Non temete, un giorno Lugano sarà così vasta ed estesa da comprendere finalmente tutto il Ticino, da Pedrinate ad Olivone, in modo che anche voi, o sfortunati abitatori di valli remote potrete godere di questa strepitosa offerta: "bus gratis per la partita!".
Linea efficiente, linea vincente
Per capire la scelta della TPL (la società anonima che si occupa dei Trasporti Pubblici del Luganese) occorre sapere che il controllo dei titoli di trasporto (i biglietti insomma), non viene fatto da normali controllori, ma viene appaltato a i Rainbow. Questi Rainbow, nonostante il nome e i muscoletti che guizzano sotto le divise di poliammide, non sono un’associazione militante omosessuale ma una ditta di sicurezza privata. Si chiamano così perché pensavano che "Rainbow" fosse la corretta grafia americana di “Rambo”, l’indistruttibile soldato interpretato da Sylvester Stallone. Nonostante il richiamo ai sette colori dell’arcobaleno, questi energumeni, hanno modalità relazionali e senso del territorio che ricorda quello delle camice nere. Perché quindi "bus gratis per la partita?". Conoscete categoria di persone più indisposta, molesta e fastidiosa a cui controllare i biglietti, che quella dei tifosi di Hockey, magari ubriachi che si stanno recando alla partita? Per evitare problemi, tanto vale che la corsa, per loro, sia gratuita: è la legge della giungla baby!
Lo scalino non è un trampolino
Permettetemi un ultimo appunto relativo alle citazioni virgolettate che accompagnano le insulse fotografie di questa claudicante campagna. Vabbé che scaturiscono da giocatori di hockey, e che da questi tipi non si può pretendere troppo, ma il senso delle stesse non mi è davvero chiaro: “alla Resega vi porto io” dice un Conne vagamente minaccioso che si improvvisa autista senza mettere la cintura, “ci vediamo in centro” firmato Hanni e Sannitz e ci sono volute ben quattro teste, per produrre il “trovarsi al posto giusto al momento giusto”. Il grave di queste sconcertanti banalità è che probabilmente non nemmeno frutto dei giocatori stessi, ma che c’è stato qualcuno (probabilmente della Publigood, l’agenzia che si è occupata della campagna) pagato con soldi della collettività, per inventarsele!
Non ti far pregare!
Le brutture sono ovunque e lo sforzo è minimo! Iprovvisati anche tu "classeur de pub" e dai il tuo contributo alla catalogazione tassonomica delle pubblicità meno riuscite. Fotografa la tua affissione preferita ed inviacela, se non pregiudicherà gli interesse degli sponsor segreti del Diavolo, provvederemo a recensirla.
oltre al prezzo esagerato e al distributore mangiaresto mi piace sempre ricordare che una volta i Bus cittadini andavano a corrente e non a benzina.
più passa il tempo e più ci si allontana da un’idea di mobilità sostenibile in città.