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Bus numero 3

Il bus numero 3. Che autobus! Pieno di uomini, donne e speranze. Soprattutto alla mattina. Parte dalla cima della collina, fra le villette borghesi con la piscina azzurra. Via Vergiò, Cinque vie, Studio radio, Piazzale di Besso. La gente sale, ancora addormentata. L’aria calda ed umida respirata da mille bocche avvolge. E poi si passa davanti all’ospedale. È qui che nasce la gente di Lugano, è qui che nasce la gente di tutta la valle. Corpi ammassati, braccia e mani che si aggrappano alle maniglie e che si lasciano dondolare seguendo il ritmo del traffico, sul bus numero 3. Che autobus! San Nicolao. Salita dei Frati. Convento. E poi arriva in centro città, carica e scarica varia umanità e riparte. Tutti diversi, ma tutti con il biglietto in mano. Dal deserto bancario verso i quartieri dormitorio della Lugano che fa girare i soldi. Autosilo. Sacro cuore. Scuole. Non perde una fermata il bus numero 3. Sempre puntuale, anche quando c’è traffico. Con il suo snodo centrale. Lunghissimo. Che autobus! E poi Via Zurigo, Piazza Molino Nuovo, Vignola, Cimitero. Ci passiamo tutti da questa fermata. L’ultima. Capolinea. Si scende. Tutti scendano. Il bus numero 3, l’autobus della vita, che dura giusto il tempo di obliterare il biglietto. Dalla nascita alla morte. Che autobus il numero 3! Come dici? L’autobus che passa dall’ospedale è il 4 e non il 3. Salta tutta la metafora? Si, si, lo so che cimitero non è il capolinea. Ma mi faceva gioco. Mica sto facendo la mappa delle fermat.. No! Ma chissenefrega. È poesia questa. Urbana ma pur sempre poesia.

Scientology ha fatto l’abbonamento!

La domanda è già un miracolo. 
È il primo modo della coerenza, del compimento di sé, 
della propria libertà. (Luigi Giussani)
 
Articolo uscito su "Il Diavolo" del 56 settembre 2009, con la vignetta di Corrado 

 

Le grandi inchieste RSI!
L’articolo sulla campagna contro le droghe di Scientology sugli autobus della TPL a Lugano ha fatto parlare di sé. È la Regione che per prima ha ripreso il nostri articoli, seguita a ruota dalla RSI (seppur preferendo non citare la nostra sulfurea testata) e da diversi portali online. Praticamente solo il bollettino parrocchiale di Mesocco e il foglio degli apicoltori hanno evitato di entrare in argomento.

Non siamo legati a Scientology!Andrea Bernasconi, al Quotidiano del 21.9, con una certa faccia tosta dichiara: "La nostra Fondazione è laica e non è legata a Scientology." al cronista de “la Regione”, lo avrebbe addirittura giurato! Paolo Beltraminelli al telefono con la RSI rincara – non ci risulta alcun legame fra la F.F. e Scientology – . Ma facciamo qualche ricerca: Andrea Bernasconi è anche presidente dell’Associazione per un’Applicazione Pratica dello Studio. E da chi è ispirata quest’applicazione, vi chiederete voi, miei ingenui lettori, ma dalle pratiche di L. Ron Hubbard il fondatore di Scientology. Inoltre il suo nome compare in questa lista del 2006 fra gli Honor Roll, ovvero i donatori che hanno superato i 20’000 dollari di offerta. Ma le coincidenze non finiscono qui: il contatto tecnico responsabile del sito appare fra i finanziatori e anche il segretario Vaccani vi è invischiato… Tutto questo non traspare minimamente nel servizio RSI curato da Lino Bini che, con soli due minuti di navigazione, avrebbe forse potuto fare un servizio giornalistico degno di tale nome. Forse che a causa delle ristrettezze economiche a Comano abbiano disdetto l’abbonamento ad Internet?

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Scientology sui bus della TPL: c’è chi dice no!

L’articolo pubblicato sullo scorso numero del Diavolo sulle pubblicità di Scientology sui bus di Lugano sta scatendando un polverone mediatico: la regione (18.9) – rsi (18.9)- ticinonline (18.9) – mondoraro (16.9) – ticinolibero 1 e 2 – la regione (19.9) – la regione (21.09) – rsi (21.09)

Sul prossimo numero del Diavolo, tutte le informazioni relative all’impacciata smentita dei diretti interessati!

Quando Scientology viaggia con l’autobus!

La religione è l’oppio dei popoli” Karl Marx

Finalmente qualcuno che pensa ai giovani
Sono alla pensilina degli autobus di Lugano, quella che in gergo di noi giovani chiamiamo "la pensi", quando mi si avvicina un tipo in giacca e cravatta. Le mucose nasali irritate, biascica le parole: ha tutta l’aria di essere un manager dell’UBS. Mi chiede un franchetto. Glielo darei anche, poro, ma è che i distributori automatici di biglietti della città di Lugano sono programmati per non dare il resto, e mi sono giocato così la mia ultima moneta. Non so come uscire dall’imbarazzante situazione, quando mi viene in aiuto un autobus della TPL. Sulla fiancata, una gigantesca scritta su sfondo di nuvolette e cielo azzurro-berlusconi: – Dico no alla droga, dico si alla vita! -. Illuminato da questo bellissimo slogan, ne voglio sapere di più. Intravedo vicino ad una ruota il nome del promotore di questa campagna: la Fondazione Futura. Come un pazzo, corro verso casa, e cerco su google.

 

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Un autobus chiamato desiderio

"Un autobus può oggi travolgermi, e io posso morire così: non per questo l’autobus è la cosa più importante che ci sia."Marguerite Yourcenar (1903 – 1987)


Il ritorno dei guerrieri dell’arcobaleno

da: Il Diavolo (quindicinale satirico del 26.2.09)

Chiedo scusa a chi non abita nel luganese, anche questo manifesto è stato affisso solo ed esclusivamente nella grande e grossa Lugano. Ma d’altra parte chi ve lo ha fatto fare di andare ad abitare in quei paesucoli sperduti, inospitali e così lontani dal regno. Non temete, un giorno Lugano sarà così vasta ed estesa da comprendere finalmente tutto il Ticino, da Pedrinate ad Olivone, in modo che anche voi, o sfortunati abitatori di valli remote potrete godere di questa strepitosa offerta: "bus gratis per la partita!".

Linea efficiente, linea vincente 

Se ne sentiva davvero il bisogno, sicuramente una politica lungimirante e popolare relativa ai mezzi pubblici, parte proprio da qui! Il prossimo passo per rendere popolare ed utilizzato il trasporto pubblico sarà "bus aggratis per gli albini con il nome che inizia per f" e "bus aggratis per le persone con il dito indice più lungo del medio nate in agosto". Continua la lettura di Un autobus chiamato desiderio