Alì Kebab è vivo e lotta insieme a noi!

Questo deprecabile razzismo da stadio

sta rovinando l’immagine di milioni di razzisti per bene.  

(Altan, fumettista italiano) 

Introduzione mesta
All’inizio, Alì Kebab, aveva forse anche fatto ridere. Quel riso greve che scaturisce dal vedere Karubian che in dialetto cerca di venderci i suoi tappeti o dalle barzellette razziste al bar e sui giornali la domenica mattina. Greve ma pur sempre riso. Con questi manifesti, la differenza culturale è banalizzata e ridotta a cliché, ma si poteva almeno sperare che stesse nascendo un antieroe. L’atteso antagonista del clown Ronald McDonald’s, il titano che avrebbe coperto il pagliaccio giallo-rosso di salsa allo yogurt. Uno scontro basato sulla sovrabbondanza proteica e sugli schizzi di grassi saturi. Un lavoro sporco che qualcuno doveva pur fare. Ali Kebab, il primo, lo si poteva forse capire: la Società Generale d’Affissione in piena crisi (finanziaria e creativa) doveva trovare un sistema per tappare i buchi lasciati dalla diminuzione delle commesse d’affissione.
Sono nato nel Ticino…
Qui però si persevera. Alì Kebab dopo aver fatto fortuna con il suo chiosco di panini, grazie ai manifesti SGA, decide di crescere ancora. Apre una catena di Hotel con l’inconfondibile forma del rotolo di carne di montone. In un solo manifesto, si riescono ad elencare tutta una serie di pregiudizi e di paure che albergano nello svizzero medio. Lo straniero che fa fortuna sulle spalle dei confederati, gli stranieri che ci rubano il lavoro, gli islamici che ci stanno invadendo, gli islamici che mangiano solo kebab, e via dicendo. Piccolo particolare: alle finestre dell’hotel sono stesi dei panni ad asciugare, segno inconfondibile dell’incapacità di questa gente di utilizzare “come si deve” le strutture messe a disposizione. e in fondo un hotel a forma di kebab non è poi così diverso da un minareto.

… e mi chiamo boccalino
Se qualcuno concentrasse una simile serie di stereotipi relativi alla Svizzera, quanto meno ci offenderemmo. Non accetteremmo mai di vestire uno sciatore elvetico con una tuta gialla con i buchi tipo emmental. Non ci proporremmo mai nei prospetti turistici con zoccolette e boccalini. Non inventeremmo mai uno slogan idiota come “Emozione Ticino” per giustificare una giornata supplementare di aperture dei negozi. Non faremmo mai del segreto bancario un valore da difendere. Non doppieremmo mai un film western in dialetto e poi lo andremmo a vedere al cinema. O forse si?

Per una volta invece, dal punto di vista grafico, non ho nulla da obiettare. Manifesto assolutamente ben fatto. Ma la pregevole qualità del fotomontaggio non basta a far passare in secondo piano il contenuto dello stesso.

 

 

La pub dei lettori

Questa settimana la pub dei lettori ci viene segnalata da Gianpaola… no dai, non ce la faccio a mentire. Per questo numero non mi scritto nessuno e lo spazio grigio devo arrangiarmi a riempirlo tutto solo. Allora beccatevi questo annuncio apparso sulla Regione dove una “Bellissima ragazza 24enne cerca impiego come aiuto contabile, segretaria o ricezionista”. Ognuno mette in luce le qualità di cui dispone, ma secondo voi quanto seri saranno gli interessati che la chiameranno sul suo numero privato di cellulare?

A.A.A. Affascinante estensore della rubrica Classeur de Pub cerca manifesti pubblicitari da commentare per quindicinale satirico. Solo seri interessati scrivere a: redazione@ildiavolo.com