Se ti chiami “Gengis Khan” alla Migros mangi gratis!

“Un paracadute che non si apre. 
Questo è un bel modo di morire. (…) 
O un lappone che con un morso ti strappa le palle!
È così che me ne voglio andare.” 
Frank in “Una pallottola spuntata”

Passare all’Azione
Quando salgo sul treno controllo sempre che non ci sia in giro l’Alberto Nessi. Non vorrei che mi inserisse in uno dei suoi articoli su Area. Anche se non lo vedo in giro cerco sempre di comportarmi impeccabilmente, non si sa mai che magari sale ad una fermata intermedia e poi si mette a prendere appunti. L’altro giorno ho preso il TiLo e, dopo il solito controllo, mi sono seduto a leggere l’Azione, il giornale della Migros, che secondo me è più interessante delle pagine culturali dei tre quotidiani ticinesi messe insieme.
L’unico problema de l’Azione è che è infarcito di pubblicità, trovi per esempio un articolo sulla situazione climatica del mendrisiotto nell’ultima glaciazione, accanto alla pubblicità dei ghiaccioli all’amarena. E il tre per due dei pelati divide la pagina con il commento intellettuale dello scrittore di nicchia. L’altro giorno sul treno stavo leggendo l’articolo sulle piante neofite invasive quando ecco che mi casca l’occhio su una pub un po’ strana.

Metterci una croce sopra
A prima vista mi pare una pubblicità di un orologio, di quelle banalotte con la persona che fa qualcosa di insolitamente macho con al polso il resistentissimo cronografo della marca Xy. Ma vedo in piccolo un logo che mi richiama alla mente qualcosa di conosciuto. Una croce bianca su scudo rosso. Dove ho visto l’ultima volta questo marchio? Calcio? Coltelli? Un trip con quel disegno stampato sul cartoncino? Ahh, no: la bandiera della confederazione elvetica. Infatti la pub è commissionata dalle forze aeree dell’esercito, quelle che in 3 minuti consumano tanto petrolio quanto l’intero comune di Stabio in 9 mesi. Non vogliono vendere un orologio, ma vorrebbero convincere i giovani ad intraprendere la carriera di Esploratore Paracadutista. Fra tutti i giornali che potevano scegliere per una pubblicità così, hanno scelto proprio il peggiore. Questa pubblicità è rivolta a potenziali paracadutisti militari, quindi muscolosi temerari, piccoli esaltati di guerra, rambo precoci. Quante di queste categorie di persone leggono secondo voi frequentemente Azione?

Il più grande paracadutista spagnolo? Casco de Pansa
La formazione d’esploratore paracadutista è una delle più avvincenti carriere professionali in seno all’esercito svizzero. Verificate immediatamente se avete la stoffa per diventare esploratore paracadutista” recita il testo della pub. Notate il linguaggio aulico e il celato richiamo erotico di elvezia – in seno alla madrepatria – che farà impazzire gli ormoni dei potenziali paracadutisti. E la fine ironia tutta grigioverde “avere la stoffa per diventare paracadutista”. Si, sono pronto a cogliere la sfida e mi fiondo su www.sphair.ch dove potrò, dopo aver inserito i miei dati personali, fare tutta una serie di test per capire se ho le carte in regola per diventare un buon militare. La pagina del “legal disclaimer” in cui dovrebbe essere specificato chi potrà accedere a questi dati è pudicamente vuota. Posso anche ordinare il “manuale del paracadutista” e guardare dei video, montati come dei trailer di film bellici, che mi gaseranno e mi convinceranno che quella del paracadutista è la mia strada.

La guerra ormai è una merce, quella di militare è diventata una “professione”. Le multinazionali che gestiscono i contractor (i moderni mecenati) guadagnano milioni su uno dei commerci meno nobili esistenti. L’esercito svizzero che recluta paracadutisti sul giornale della Migros è soprendentemente simili all’esercito americano che cerca di arruolare giovani reclute davanti ai centri commerciali. Per tanto così la grande emme potrebbe anche vendere la birra.

Le pub dei lettori
Il Classeur de Pub va in vacanza anticipata perché è ancora più pigro del resto della redazione, ma si congeda con una perla scovata dagli amici di svasso.blogspot.com nel banco frutta e verdure della Coop. Il mondo è piccolo la globalizzazione rende tutto vicino, possiamo quindi tranquillamente affermare che i cetrioli spagnoli sono nostrani. In fondo anche l’UDC si è aperta a militanti di colore…

Ci si rivede a fine estate, voi intanto continuare a spedire segnalazioni di pub malriuscite e di “gemelli separati nella culla” a: redazione@ildiavolo.com