Pub d’inizio autunno

Articolo pubblicato sull’ultimo numero del quindicinale satirico “Il Diavolo

La televisione è più interessante della gente. Se non lo fosse, avremmo persone che stanno negli angoli delle stanze. (Alan Coren)

Incontri notturni
È piena notte, rincaso con l’ultimo treno, fame chimica, tutto chiuso. Non mi resta che gettarmi sul distributore Selecta, quei grossi frigoriferi rossi che spuntano come funghi in giro per la città. Contiene tutto quello che puoi desiderare, basta pagare un prezzo eccessivo e puoi fare il pieno di coloranti e grassi saturi. So che non è sano, ma non posso farne a meno. Prendo tutta la moneta che ho e la getto nella pancia del babbonatale metallico. Arrivo a 15 franchi, per fortuna che questo pomeriggio ho negato il franchetto al tossico al parco. Sto già per pregustarmi una Red Bull, un sacchetto di rondelle di gomma zuccherate al gusto mela, un Kagi Fret e se rimangono soldi anche un minipacchetto di Zweifel alla paprica. Devo solo comporre la giusta sequenza di numeri, allora il Kagi fret è il 33, la mano si sposta verso la pulsantiera, un 3 e poi un altro 3, ma che succede? Non è la molla che trattiene l’ambito wafer ricoperto di cioccolato fondente e prodotto sin dal ’58 nel toggenburgo a muoversi. Ho sbagliato a premere e, nel vano, casca un pacchettino rosa con su scritto Maybe-baby. Un prodotto nuovo, lo avevo già notato grazie alle grandi pubblicità rosa appese sulle pareti del distributore. Dal colore della confezione deduco che si tratta di gomma da masticare per bambini. Ipercara per giunta. Tutto il mio credito è miseramente consumato, mi arrangio come posso. Scarto il pacchettino rosa e trovo una specie di termometro, il gusto è pessimo. Leggo le istruzioni, dicono che va immerso nell’urina. Il gusto non migliora.

Con la bocca ancora tutta impastata me ne torno a casa. Mi butto sul divano e accendo la tele. Tsi1, anzi no, RSI La1, scusate. Pubblicità. Proprio quello di cui ho bisogno. Parte il promo RSI con le novità della nuova stagione televisiva, quello che in gergo cantonticinese è detto “il lanciamento”. Immagine sovraesposta, bianco abbagliante. Una chiromante, forse zingara, ma non di quelle che rubano e che il Nano vorrebbe chiudere in un campo di concentramento. Lei è tutto sommato carina, deve avere almeno qualche quarto di genetica ariana ed è ben vestita: ci legge le carte e scopre le novità del palinsesto televisivo autunnale. Questa pub è terribile, la credibilità della zingara è molto scarsa, sembra un travestimento da carnevale, la postproduzione casereccia e il ritmo assolutamente soporifero. Sbadigli come se piovesse. Scriverei annoiaRSI, se la battuta non fosse scontata. Mi vien voglia di cambiar canale, il promo sembra durare un’infinità e non invoglia minimamente a seguire l’affastellamento di programmi proposti. E anche l’idea, a ben vedere, non è nuova. Vi ricordate i promo della Rete 3, quelli de Lindo Vino con il suo tormentone-tormentato “mi parlano a me”? Ecco, già quelli non erano stati un successo, criticati e non compresi da molti, con tanto di lettere dubbiose sui giornali. Questo nuovo promo autunnale sembra una copia malfatta e con ancora meno senso dell’umorismo. Sarà forse un messaggio della direzione che, vista la condizione poco felice della redazione delle news radio e TV concentrata negli sgabuzzini di Comano, per avere novità attendibili dobbiamo rivolgerci a sibille e chiaroveggenti?

Se mentre stai andando a imbrattare la sede della lega scorgi delle pubblicità che ti infastidiscono per la loro bruttezza e stupidità non esitare, fotografale ed invia la tua segnalazione ai nostri uffici di intelligence: redazione@ildiavolo.com

La pub dei lettori
Un lettore ci segnala questa affissione presente negli Shop Swisscom fino a qualche mese fa.
Una pubblicità per la “Swisscom TV” che si adatta a “tutti i gusti”. Era quindi necessario accompagnare il prodotto con una famiglia felice riunita in sala davanti al televisore. Purtroppo non esistono più le famiglie di una volta. I giovani d’oggi passano le serate in feisbuk e, in mancanza di materia prima quindi, si è quindi dovuto ricreare artificialmente un ambiente familiare virtuale. Ma gli errori sono sempre in agguato. Il bambino viziato che campeggia in centro all’immagine non ha le gambe, difetto genetico o imperizia nell’uso dei programmi di grafica? Anche il gatto ha l’aria di essere malamente incollato sull’immagine… Ringraziamo il gentile e attento lettore per il manifesto fotografato allo Swisscom shop di Lugano!