Era un bar così bello, aveva tutto quello che doveva avere. Il bancone lucido, gli amari, il distributore di goldoni nei bagni, i quotidiani “aggraffati”, il videopoker, le vetrine con le fotografie sbiadite delle pizze, le panchine ad angolo imbottite, la pigna di “Ticino by Night” con il concorso “la cameriera più frizzante”, la vetrinetta delle brioches aggiustata con lo scotch, le brioches con la marmellata gialla, a natale le luci intermittenti blu e le ghirlande spelacchiate, il menù del giorno, il pannello con le foto dei gelati, le bariste procaci che fumano, il televisore sempre acceso a manetta sul canale musicale, la monstera deliciosa in un angolo, le oliere unte, le tazze sbeccate, i tovaglioli di carta plastificati, i sottopiatti con gli sponsor, le noccioline salate con il cucchiaino per l’aperitivo, la pizza hawaii e le scaloppine al vino bianco nel menu, il vino rosso da due franchi al bicchiere, la gazzosa al mandarino, i cremini, l’odore di fritto, e il nome semplice e rassicurante.
E poi aveva quattro, recensioni su TripAdvisor che riporto qui quasi integralmente perché le trovo davvero tenere.
“Il locale non è il massimo della bellezza estetica però una volta entrati e seduti si dimentica subito tutto e si sta bene!”
“Il locale al suo interno non sarà il massimo ma è comunque dignitoso.”
“Il locale è squallido, brutto e sulla strada, ma la pizza è ottima e le cameriere sempre gentilissime.”
“Il panorama non è “allegro” (si trova sul viale di fronte al cimitero), ma entrando nel locale e leggendo il menù ci si scorda tutto… “