Ci scrive un nostro attento ed affezionato lettore: “Sempre nel profondo sud della Svizzera, a M’sio trovo quei i cartelloni che più adoro: la PUB dell’arte. Nel 90% dei casi i grafici mettono tutta quella teoria imparata a scuola che alla fine non si capisce mai un cavolo. Basta vedere questa pub del Museo D’Arte di Mendrisio, talmente chiara che si può affiggere tra entrambi i lati… Eh sì, certo che proprio t’invogliano: chi non se lo passa un sabato a vedere dei puntini?”
Ti dirò caro lettore, a me questa pub non dispiace. Almeno non ci sono donne nude e non c’è un faccione di un politico. Quando l’ho vista in strada mi sono fermato e ho cercato di capire che cosa voleva comunicarmi. Poi mi è andata insieme la vista e ho avuto un rigurgito. E non sono nemmeno andato a vedere la mostra perché mi è sfuggita la data di chiusura. Di certo non è una pub che spicca per la sua chiarezza e sicuramente necessita di un approfondimento per essere compresa, e proprio in questo probabilmente fallisce la sua missione. Però ci hanno provato, da qualche parte la devono pur mettere tutta quella teoria imparata a scuola…
Segnala le pubblicità meno riuscite, più fastidiose, volgari o sciocche per continuare l’opera di classificazione tassonomica delle affissioni e degli spot che costellano la svizzera italiana.
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