Diario semiserio del mio percorso di avvicinamento al meraviglioso mondo della telefonia mobile.
4 luglio 2008
Ho ottime ragioni per non avere un telefonino, le avevo spiegate in maniera abbastanza esaustiva in questo testo. Era una delle mie sicurezze, il telefono portatile non faceva per me. Ho resistito a diverse generazioni di telefoni, come Ulisse legato all’albero della nave non mi sono fatto ammaliare dal getto continuo di marchingegni portatili sempre più evoluti.Ancora più difficile: ero riuscito a rimanere in qualche modo all’interno di una rete sociale composta quasi esclusivamente da persone munite di telefonino. Da osservatore esterno ho potuto osservare mutamenti sociali dati da questa tecnologia, nuovi modi di incontrarsi e di tenere i contatti con amici e parenti, di socializzare, di flirtare. Penso che qualcosa stia cambiando in me.
6 luglio 2008
Le ragioni per non avere un telefonino sono tutt’ora valide, mi accorgo però di non assumermi davvero le responsabilità di questa scelta. Sempre più persone che vorrebbero rivolgersi a me mi cercano sul telefonino della mia morosa, della mia coinquilina, al posto di lavoro, presso i miei genitori. Tutte queste persone (che ringrazio con tutto il cuore) hanno passato minuti delle loro esistenze a riferirmi messaggi, a filtrare le telefonate, a ricordarmi appuntamenti e a prendere nota di numeri da richiamare. Il fatto che vivo in una casa senza telefono fisso non aiuta di certo a migliorare la situazione.
7 luglio 2008
Ho tutta una serie di chiamate importanti che dovrei fare abbastanza urgentemente, la cabina telefonica dista 15 minuti a piedi e non è certo il luogo ideale per fare telefonate importanti. Ho un cattivissimo rapporto con il telefono e cerco ogni scusa per evitare di chiamare. Si fa sempre più strada nella mia testa l’idea di passare dall’altra parte della barricata.
11 luglio
La mia ragazza è in colonia, senza la possibilità di accedere ad internet, le mando degli sms inviati tramite computer dal mio account della supsi, ma non posso ricevere le sue risposte. Non ho ancora fatto le chiamate importanti che sto rimandando da qualche giorno. A Sonvico la popolazione si sta mobilitando contro la costruzione di una nuova antenna per cellulari per paura delle onde elettromagnetiche. I cellulari per funzionare necessitano di antenne.
13 luglio
Domani è il grande giorno. Lo farò! Ho deciso. Ne sono sicuro! (quasi)Prima di andare a dormire metto un cinquanta franchi nel borsellino.
14 luglio
Vado alla Coop, sono agitatissimo e mi sudano le mani. Al chiosco, dico alla ragazza che vorrei un telefono portatile. Mi mostra uno stand girevole con 8 telefonini, lo faccio girare un po’ facendo finta di leggere tutte le informazioni tecniche accanto ai vari modelli. Invece leggo solamente il prezzo. Scelgo il più economico, 49.- comprensivo di caricatore e carta prepagata con 15 fr di credito. Chiedo alla commessa se secondo lei è un buon telefono. Sorride e mi dice che secondo lei è proprio un buon telefono. Secondo me sta inventando e non ha la più pallida idea di quello che sta dicendo. Mi chiede la carta d’identità, mi fa riempire un lungo formulario con i miei dati e mi fa firmare un foglio in cui giuro di non sottoscrivere un abbonamento con altre compagnie per almeno due anni.Mi fa scegliere il numero di telefono che vorrò. Mi pare una responsabilità abbastanza grossa, i numeri mi paiono eugualmente complicati. Faccio fatica a scegliere in maniera razionale. Ne scelgo uno a caso. Non oso chiedere alla commessa se secondo lei è un bel numero.
Mi faccio spiegare per filo e per segno come devo fare: è abbastanza facile basta attaccarlo alla corrente e aspettare 24 ore. Poi provare ad accenderlo se sullo schermo appare la scritta "Coop Mobile" è tutto ok, altrimenti devo aspettare altre 24 ore. Se non funziona ancora mi dice di tornare in negozio.
Torno a casa, la mia coinquilina è felicissima della mia scelta. Fa alcune battute ma poi mi sballa il telefono e mi aiuta ad inserire una specie di chip. Poi attacca il natel al caricatore e il caricatore alla presa.
Assieme al telefono, nella scatola c’è anche un cartoncino che strappandone un lato si apre. Dentro, assieme alle istruzioni trilingue ci sono diversi numeri:
– PIN 1
– PIN 2
– PUK 1
– PUK 2
Provo a sollevare il telefono, mi sembra particolarmente leggero. Lo riappoggio. Troppe emozioni per oggi.
15 luglio
Ho atteso ubbidientemente che passassero le 24 ore, e ho provato ad accendere il telefono, mi chiede il PIN 1, lo sbaglio due volte, la terza lo azzecco. Mi appare la scritta "Coop Mobile" come aveva previsto la signora della Coop. Monia mi manda un messaggio con scritto "Miao" e mi aiuta a disattivare la segreteria (dice che non serve fa solo sprecare denaro a me e a chi chiama). Per farlo chiamiamo per due volte un centralino gratuito in cui tutti parlano inglese, con difficoltà riusciamo a farci passare qualcuno che parla italiano.
Registro tutti i numeri che prima avevo scritto nell’agenda, e mando un sms alla Manu per informarla della novità. Si congratula con me.È fin troppo facile ottenere un telefono, tutti si felicitano con te della decisione "Era ora!". Mi sento un po’ come quando ho ricominciato a mangiar carne dopo anni di vegetarianitudine, è facilissimo ritornare carnivori, tornare sulla retta via di consumatore ubbidiente. Sono le scelte opposte, quelle al di fuori dal comune, che richiedono fatica ed impegno e per cui non si riceve praticamente sostegno. Carne, telefono, quale sarà il prossimo passo? Automobile? Tagliare i capelli? Andare a lavorare all’UBS? Faccio molta più fatica di un tempo a trovare un senso alle scelte fuori dal coro, anni fa mi davano soddisfazioni, le ritenevo importantissime e inevitabili, indispensabili a mantenere una certa coerenza con le mie idee, utili alla costruzione della mia identità. Ora non più. Sono fatiche a cui faccio fatica a trovare un senso ed un utilità. Sono responsabilità pesanti da portarsi dietro. La Manu mi chiama e non mi trova, non faccio le telefonate importanti che sto rimandando da tempo. Cambio suoneria al cellulare e tolgo il fastidioso bip della tastiera.
16 luglio
Ho un appuntamento con un amico per un lavoro video che ci stanno offrendo. Ci scambiamo almeno 3 sms e una telefonata. Ho come l’impressione che avremmo potuto evitarli. Informo via mail della novità mia sorella che è in Messico, mi scrive "Ma come hai preso un natel? Perche? Non fa niente anche le migliori persone ce l’hanno… però sappi che anche tu collabori a far si che in Svizzere ci siano piu natel che persone! Ed ad aumentare il digital divide. La mamma e il papa lo sanno?" No mamma e papà ancora non lo sanno ancora, dovrò dirglielo prima o poi. Gli mando uno sms?