Il concepimento di mio cuginetto

Il concepimento di mio cuginetto avrà luogo questa sera alle 19'30. Naturalmente io e la mia famiglia siamo stati invitati, e già alle sei siamo pronti per uscire. Mia mamma è molto emozionata, si è vestita abbastanza elegante, ha addirittura messo gli orecchini d'argento compranti in Spagna, che solitamente non osa mettere perché dice che sono troppo impegnativi. Mio papà, non ama queste riunioni di famiglia, ma come al solito, per amor di pace, ha deciso di accompagnarci. Io sono abbastanza incuriosito, ho assistito solo al concepimento di mia sorellina, a quello del figlio dei vicini e quello della figlia di un'amica di mia mamma (ma ero piccolo e non mi ricordo più bene com'era andata). La mamma mette la macchina fotografica nella borsetta e dice: – Così finiamo il rullino! –
Arriviamo a casa degli zii poco prima che suonino le sette, ci accolgono in salotto. Il fratello di mia madre dissimula malamente un po' d'imbarazzo ma sorride, quando mio padre gli batte la mano sulla spalla. La zia è in cucina, sta preparando gli stuzzichini che consumeremo durante il loro atto sessuale.
Ci sono anche una dozzina di amici intimi della coppia, tra cui riconosco: Chiara, la prima fidanzata di mio zio, la signora che abita al piano di sotto ed alcuni lontani cugini.
La madre di mia mamma e dello zio (che sarebbe poi mia nonna) ricorda con emozione ed una punta di orgoglio alla piccola folla, il concepimento dei suoi di figli. C'era la guerra e tutta la famiglia si era ritrovata in una stalla. I vicini avevano portato del pane bianco rubato, ed era stata una piccola gioia in quel lungo periodo buio. Ci mostra delle polaroid ingiallite che estrae dalla borsetta. Sospira guardando il nonno che oramai non c'è più.

E quasi l'ora, ci spostiamo tutti in camera da letto. Mio cuginetto non si rende ancora ben conto che presto avrà un fratellino, e gioca noncurante sullo stuoino. La nonna lo prende sulle ginocchia, e gli dice di fare attenzione. Io prendo una fetta di panettone e mi siedo sulla panchina ad osservare. In un angolo lo zio Francesco riprende la scena per tutti quelli che non sono potuti venire. La sposa giace nuda e supina sul letto, lo zio con un asciugamano che gli cinge la vita si appresta a pronunciare il discorso di rito: – Mentirei, se vi dicessi che non provo una certa emozione in questo momento, ma sono comunque contento di ospitarvi qui durante l'atto di estrema amore che si sta per svolgere. In tempi ormai lontani questo momento di coesione famigliare non esisteva, infatti – prosegue con fare colto – le coppie di un tempo concepivano i loro pargoli soli, magari in una stanza buia o addirittura in mezzo ad un prato. E nessun appoggio o conforto gli veniva dato dalla loro cerchia di parenti e amici. Sono quindi grato a tutti voi di essere qui con me e con la mia adorata mogliettina a condividere questo magico istante! -.
Tutti applaudono: che belle parole, vorrei tanto anch'io, quando sarò grande, parlare così! La nonna non riesce a trattenere qualche lacrimuccia che asciuga prontamente nel fazzoletto. Lo zio si avvicina alla consorte e la bacia, gli accarezza i capelli ed il ventre. Dopo qualche minuto incomincia la copula. Mio padre sbadiglia, inizia ad aver sonno e desidera andarsene, ma si trattiene e cerca di mostrarsi interessato, commentando a mezza voce l'azzeccato abbinamento di colori fra copriletto e tappezzeria.
Nel momento in cui lo sposo porta a termine il suo compito biologico, io sto addentando un tramezzino, tutti applaudono di nuovo. Anch'io poggio il panino e batto le mani. La nonna piange ormai come una fontana e chi ha la macchina fotografica scatta delle foto. Anche mia mamma fotografa, dicendo che queste immagini andranno alla povera zia Adele che non ha la televisione.

Lo zio si copre con l'asciugamano che aveva gettato sulla sedia e prende una bottiglia di spumante e chiede alla compagna di andargli a prendere il cavatappi in cucina. Brindiamo felici, io con del succo di mele, ma prendo anche un sorso di vino frizzante dal bicchiere di mio papà. Ormai sono quasi le otto e mio papà non ne può più, vuole vedere il telegiornale, quindi salutiamo tutta la banda e ci avviciniamo alla porta. Gli zii ci salutano e ci danno appuntamento per l'ecografia. Non possiamo certo mancare alla prima foto del nostro piccolo cuginetto.

In macchina la mamma mette un braccio attorno al collo di mio papà e si lanciano uno sguardo d'intesa. A casa mi mandano subito a letto. La mamma mi viene ad augurare la buona notte con la camicia da notte rossa che non mette quasi mai. Sento della musica provenire dal soggiorno. Lascio loro credere di essermi addormentato e vado a spiarli in salotto. Li trovo addormentati sul divano con il video del mio concepimento che scorre sullo schermo. Com'era giovane la nonna!