Besso: traffico e traffici

Scritto per il giornale "il Precario Esistenziale" del 1° maggio 2007 e rielaborato collettivamente

Lo
spaccio di droga, così come lo spaccio di mobili da montare, di abiti a
basso prezzo, di panini con la polpetta e di elettronica di consumo,
necessita di vie di transito funzionali ed efficienti su cui basare il
proprio commercio. La via Besso, trafficatissima arteria di transito
cittadina, offre un'ottima piattaforma logistica su cui basare lo
smercio di droga, seguendo anche in questo caso le spietate leggi del
libero mercato. Dispone di una comoda stazione ferroviaria a poche
decine di metri, e non dista molto dal raccordo autostradale dell'A2
che collega il nord con il sud dell’Europa. Si tratta di una posizione
strategica, di comodo accesso sia per i clienti che per i fornitori. Lo
spaccio si è insediato nella via Besso seguendo le stesse logiche con
cui Ikea, MacDonald's e H&M hanno trovato spazio nel pian Scairolo.
Lo spaccio ha sposato e portato al massimo livello le tesi
neoliberiste, offrendo droga standarizzata (cocaina) a bassi prezzi,
praticamente ventiquattr’ore su ventiquattro, sfruttando lavoratori e
lavoratrici sottopagati. Gli spacciatori non possono ambire ad un posto
di lavoro in un fast-food trovato tramite agenzia interinale e si
arrangiano come possono. Il mercato della droga, libero dai vincoli
statali ha potuto realizzare il sogno di un'economia che si controlla
da sé, un mercato in cui le leggi della domanda e dell'offerta sono
libere di realizzarsi senza vincoli di sorta. In un'apoteosi del libero
mercato che solo i sogni dei masoniani più sfegatati possono aver
partorito.
La cocaina è poi una droga funzionale al sistema, che
permette di lavorare di più in cantiere, a sorridere amichevolmente
mentre si intrecciano relazioni d'affari, a fare i doppi turni in
catena di montaggio, a rispondere con cortesia alle chiamate del
call-center, a studiare abbastanza per ottenere i crediti formativi
all'università, a ballare tutta la notte, a partecipare alle sedute del
Consiglio comunale di Lugano, a sostenere il logorio della vita
moderna. A sopravvivere insomma. Don Gallo ricorda che “I tossici
faticano come formiche e consumano come cicale, è così. Dobbiamo dirlo
e saperlo: il tossicodipendente è un grande consumatore. Un consumista
par excellence. È il figlio che ha fatto proprio fino in fondo il
codice non dicibile quotidianamente celebrato e praticato da suo padre
e da sua madre”. Le pubblicità esposte lungo la via Besso, ci invitano
a surrogare chimicamente e dal punto di vista farmacologico ogni
attività della nostra vita. Dall’alimentazione, alla penetrazione,
passando per la relazione ogni attività può essere migliorata o resa
più funzionale dalla chimica.