Questo l’adattamento di un articolo scritto per euro08.noblogs.org, il testo originale qui.
Serata speciale e ricca di contenuti quella tenutasi il 30 maggio a Locarno. Un momento da non perdere per chi, di questi tempi, desidera sentire qualcosa di originale, assennato e con un po’ di senso critico rispetto al mondo dello sport.
Come da programma, è stata una lotta fra Davide e Golia, «Nella parte di Golia, il mostruoso, devastante, onnipresente, multimilionario campionato europeo di calcio.»
Il teatro è quasi pieno per l’ultimo monologo scritto da Ferruccio Cainero e interpretato dalla talentuosa Alessandra Arlotti (nella foto qui da parte). Ci vuole "forza e coraggio" per percorrere insieme alla bionda protagonista la vita di tre generazioni di donne venditrici ambulanti negli stadi nella migliore tradizione delle saghe sudamericane. Birra e panini per soddisfare la fame e la sete di milioni di tifosi che hanno continuato a seguire, anno dopo anno, scandalo dopo scandalo le gesta quasi epiche delle squadre di calcio.
Tre generazioni di donne si raccontano, nella loro vita dedita al lavoro fuori dallo stadio (ma anche al suo interno, fino a quando le paranoie securitarie non hanno scacciato gli ambulanti dagli spalti) che si intreccia con le vicende della quotidianità della protagonista. Il desiderio materno, di avere un figlio-campione che trasforma il pargolo in una botte per le troppe "merende de campione" e "bibite energetizzanti" ingollate. Il coraggio necessario ad affrontare i tifosi agitati che la portano a colpire ad ombrellate, "per errore" naturalmente, un poliziotto. Il matrimonio con un barboso-stereotipato-antisportivo-intellettuale che odia il calcio ma che, alla fine, risulta essere un valoroso eroe che cade in battaglia per salvare la sua famiglia. La meschinità dei "talent scaut" che cercano di sottrarre alla protagonista quanto di più prezioso una madre può avere.
In più di un’ora di monologo, ottimamente sostenuto, si montano e si smontano le principali remore nei confronti del calcio, si confutano e si smentiscono, e poi si riconfermano i cavalli di battaglia di chi questo gioco non lo può proprio sopportare. Fra le parole dell’attrice, abbondanza di momenti emozionanti, da brivido sulla schiena. Uno spettacolo radicale e militante che non risparmia dure riflessioni sulla nostra realtà a volte rassegnata e disincantata "una volta sognavo un mondo migliore per tutti, oggi sogno un mondo migliore per me".
:: Epilogo
Davvero una bella serata, una boccata di ossigeno in questo asfissiante maggio in attesa dei campionati. Peccato per la scarsa partecipazione, a dir tanto una quarantina i presenti. A pochi passi dal teatro, in piazza grande a Locarno, gli operai di una grande ditta stavano erigendo l‘UBS Arena migliaia i posti disponibili, le folle non si faranno attendere. Torniamo all’inizio di questo post, forse la metafora di Davide e Golia non è così fuori luogo.
I pochi posti di un teatrino cittadino che resiste, contro gli spalti in alluminio delle arene sponsorizzate. Una proposta intelligente contro l’idiozia calcistica. Qualche volantino contro mesi di battage pubblicitario. Cultura contro culturismo. Democrazia e partecipazione contro prepotenza e limitazione delle libertà. Valorizzazione delle differenze contro appiattimento. Riscoperta di piaceri locali contro globalizzazione. Buffet etnico contro cocacola. Decrescita contro consumismo. Davide contro Golia.