Archivi categoria: Testimonianze

Cose che mi sono successe o a cui ho assistito, recensioni di vita

Zuppa di cipolle d’estate

Vi segnalo il bel blog aperto da poco da mia sorella Tea, ci scrive “di libri, di cucina e di altre sciocchezze” come recita il sottotitolo.

http://zuppadicipolledestate.blogspot.ch

Scrive, nel suo primo post:

Si, perché io la zuppa di cipolle la mangio anche d’estate. Sulla stagionalità non mi si può dire nulla, magari si può discutere sulla temperatura del piatto, ma io sono della scuola dei beduini: té caldo nel deserto e dunque, per estensione, zuppa di cipolle d’estate. 
Serviva proprio un nuovo blog di cucina? Probabilmente no. Eppure ho deciso di provare lo stesso a scrivere, di cucina ma non solo. Per una volta con leggerezza senza riflettere troppo sul significato epistemologico di ciò che faccio. Per lo meno non annoierò più i miei amici sui social network postando continuamente status gastronomici e foto di quello che mangio e di quello che cucino.

21° FIT – Festival Internazionale di Teatro – materiali

Negli scorsi giorni ho coordinato la Giuria Giovani del 21° Festival Internazionale del Teatro che si è tenuto a Lugano, Bellinzona e Ascona e la redazione del giornale “Fittissimo”. In totale una quindicina di giovani coinvolti, entusiasti ed intelligenti, dai 15 ai 25 anni.

La giuria ha deciso di premiare lo spettacolo “Aspettando Ercole” della compagnia veneta “Barabao Teatro”.

Con il gruppo redazione abbiamo invece realizzato due numeri del giornale: il primo e il secondo. Che sono stati messi online e distribuiti in centinaia di copie cartacee al pubblico accorso per gli spettacoli.

Abbiamo inoltre curato un blog con le recensioni degli spettacoli e attivato la presenza sui socialnetwork del FIT, in particolare attraverso Facebook e Twitter.

Abbiamo anche coperto a livello fotografico tutti gli spettacoli con un team di quattro giovani fotografi della zona.

Cosa succede al CISA?

Martedì 22 novembre si è svolta la prima assemblea degli studenti del CISA, il Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive, fondato da Pio Bordoni circa vent’anni fa e oggi diretto da Domenico Lucchini.

La scuola ha accumulato tutta una serie di gravi problemi. Proprio per questo motivo è stata scritta una lettera aperta, inviata agli organi competenti e ai media

presa di posizione assemblea

Rassegna stampa:
TicinOnline
Ticinolibero 1
Ticinolibero 2 (intervista a Stefano)
RSI online 
Il quotidiano RSI
CdT Online
TellusFolio
Teleticino 22.11
La Regione 23.11
La Regione 24.11
La Prima – Rete3 – RSI
– Corriere_del_Ticino_2011 11 24
Corriere_del_Ticino_2011 11 23


Vale forse la pena ricordare la nostra web-sitcom “Tu che fai una scuola di cinema“. In cui si raccontano le vicende della scuola di cinema “Carlo Vanzina” La cui tassa di iscrizione costa un sacco di soldi e si sospetta che non li valga. È il prototipo delle scuole-di-cinema-commerciali, che promettono molto ma offrono poco. C’è il sentore di una truffa dietro e le poche scene che vi sono ambientate mostrano pochezza di mezzi, disinteresse e squallore generale.

Quel che resta del Ticino

Ground Zero (quell’altro)
Da qualche tempo ormai fra la meglio gioventù ticinese gira una rivista dalla copertina a specchio. È un semestrale ma è perennemente in ritardo. È così culturale che una volta Giuliano Bignasca l’ha sfogliata ed è svenuto. È così fuori dagli schemi che una volta Fazioli l’ha presa in mano e ha cominciato a vomitare viola. È così sorprendente che quando l’ha vista Norman Gobbi gli è passato l’appetito. Intervistiamo uno dei fondatori della rivista: l’artista, tipografo ed editore Gregorio Cascio.

Prima di iniziare l’intervista perché non ti presenti?
Sono nato a Lugano nel 1974 e cresciuto in Capriasca dove “scorrazzavo con un mitico sachs medio“. Dopo gli studi e diverse esperienze lavorative nell’ambito tecnico tra Lugano e Zurigo ho intrapreso la formazione di Designer SUP in comunicazione visiva. Da allora vivo pericolosamente anche perché nel 2001 ho fondato la casa editrice indipendente Cascio Editore.

Una casa editrice, quante emozioni, proprio ora che con Photoshop scaricato da emule, chiunque può improvvisarsi grafico. Qual’è la differenza portata da un professionista?
L’informatica è un mezzo, perché alla fine la qualità tende a prevalere sulla tecnica , anche se ogni tanto è frustrante sentirsi dire: «Se ar cósta inscí tanto, alora gh’ro fagh fá ar mè nevod. Anca lü ar gh’a or computer».

Complimenti per la trascrizione foneticamente perfetta ma, a proposito, che cos’è GroundZero?
È un tentativo di raccontare il quartiere Ticino attraverso gli occhi degli artigianisti che lo abitano, ognuno con la sua disciplina. Poesia, arti visive, reportage, letteratura e saggi critici coabitano per scandagliare il reale e ri-mostrare ciò che ci circonda. Ri-mostrare perché siamo convinti che gli eventi tragici dell’11 settembre ci obbligano a trovare dei nuovi modi per definire ciò che siamo e ciò che ci circonda. Quindi il concetto di macerie e il nome Ground Zero sono la visione del nostro presente come pure il nostro punto di partenza, il nuovo punto zero. Continua la lettura di Quel che resta del Ticino

Ground Zero #03/Persone

http://c-comunicazione.ch/groundzero/

Hanno collaborato a questo numero:
Fabiano Alborghetti, Aglaia Amadò, Nicola Arigoni, Andrea Aversa, Yari Bernasconi, Edo Bertoglio, Vanni Bianconi, Olivia Blum, Lorenzo Buccella, Mirella Carbone, Davide Cascio, Gregorio Cascio, Margherita Cascio, Olmo Cerri, CISA, Adamo Citraro, Dario Cotti, Cristina Curatolo, Ruggero D’Alessandro, Gudrun De Chirico, Ludovica Filippini, Riccardo Gilardi, Giacomo Grandini, Giullari di Gulliver, Aglaia Haritz, LSD, Giulia Lucchini, Bruno Machado, Andreas Maciocci, Alessandro Martinetti, Giona Mattei, Agata Monn, Alice Monn, Lisa Monn, Tabita Monn, Manuela Moretti, Davide Morotti, Stefano Mosimann, Anthony Neuenschwander, Igor Ponti, Valentina Provini, Fabio Pusterla, Natasha Quadri, Fra Roberto, Stefano Sampietro, Adriano Schrade, Tommaso Soldini, Flavio Stroppini, Veronica Tanzi.

#03/Persone desidera pensare, narrare, mostrare le identità e i corpi che respirano il nostro territorio, in un’opera collettiva che sia segno delle soggettività in trasformazione post-11 settembre.

Dopo i luoghi dell’abitare (#01/Luoghi), in cui si (soprav-)vive, e i processi di assimilazione (#02/Cibo), di cui ci si nutre, l’abitante del Ticino contemporaneo tenta ora di rispondere alle domande “chi è lui per sé (come si percepisce, come si vede, come si giudica)?”, “chi è lui per gli altri (come lo percepiscono, come lo vedono, come lo giudicano)?”. Si generano così piani molteplici di incontro e scontro tra testo e immagine per dare un volto, un nome, un corpo a chi (ci) abita.