E stato un viaggio allucinante, da far rimpiangere le appicicose attenzioni degli hostess dei bus turchi. Partiamo di primo mattino su di un autobus fatiscente. Siamo gli unici turisti. Non c e un sacco per i rifiuti, tutti buttano tutto per terra, ben presto bottiglie e lattine rotolano ovunque. Ci inerpichiamo sulle ripide montagne del Rif a velocita sconsiderata, molte e lunghe pause rendono comunque bassissima la velocita media di crociera. Ad un certo punto un bambino inizia a vomitare, un liquido viscoso si spande per il corridoio e le bottiglie rotolanti contribuiscono a spalmare il vomito per tutto l autobus. Nessuno ritiene necessario di dover pulire o far scende il bambino. La puzza e forte e anche noi vorremmo fermarci ma niente. Lungo le strade un sacco di uomini seduti guardano le auto passare. Ci dicono che sono bande di venditori di hashis che controllano la zona e che obbligano le auto di passggio a pagare pedaggio. Si intravvedono piantagioni di cannabis lungo le strade, il territorio e piu verdeggiante e meno desertico che alla partenza. Finalmente una fermata, scende il bambino vomitante e ne sale un altro. Dopo qualche curva fa segno al baffuto papa di non sentirsi bene. Il papa chiede consiglio all autista che gli porge un sacchetto di plastica che ben presto iniziera a riempire. Il viaggio pare infinito, verso sera arriviamo a Chefchqouen. La sua medina e bellissima. Nonostante il vomito il viaggio mi ha messo fame. Ad un banchetto il macellaio stacca alcuni pezzi di carne da una carcassa di pecora appesa davanti a lui, li passa nel tritacarne, pesa il tutto e lo mette sulla griglia. Il tutto viene poi messo in una focaccia ed e buonissimo.