23.8.2008 > Chefchaouen

In tutto il nord del Marocco si puo trovare l acqua minerale imbottigliata a Chefchaouen, paesello fra i monti del Rif a poche decine di chilometri da Ketama. La medina, arroccata sulle montagne e completamente dipinta di varie tonalita di azzurro, il colpo d occhio e notevole. Anni di colonialismo francese e spagnolo hanno lasciato forti influenze in tutto il paese e fra i retaggi di quest epoca rimane lo statuto speciale relativo al Kif che continua ad essere ben tollerato anche oggi, per i giganteschi indotti che genera. Dagli anni 60, periodo in cui questa cittadina era fra le mete obbligate per le orde di hippie alla ricerca del senso dell esistenza poco e cambiato. Il nostro alberghetto, il Mauritania, e pieno di spagnoli e americani "happy people" inebetiti che passano le giornate in cortile con il sottofondo del "Dubai Sport Channel" che trasmette in continuazione gare olimpiche. C e chi e qui da settimane e non ha intenzione di spostarsi. Una specie di paese dei balocchi da cui e facile lasciarsi invischiare.

Visitiamo il museo etnografico nella cashba sulla piazza principale accanto alla moschea. Pochi reperti impolverati e mal illuminati. Una lunga serie di fotografie sbiadite di persone in abiti tradizionali, ma delle stanze bellissime, che anche da sole, vuote, valgono una visita.

Chiediamo informazioni musicali alla ragazza che vende cd piratati in uno stanzino nella parte alta del paese. Ci consiglia alcuni dischi Rai che vanno per la maggiore. Le donne lavano i tappeti nel fiume e li fanno asciugare stendendoli su gli alberi e sui muretti di pietra.
Mangiamo in un ristorantino in cui due italiani cercano di convincere il cuoco Rachid a non riempire di patatine fritte il loro panino. Domani partiamo per Fes, si sta bene qui ma siamo stufi di sentir parlare spagnolo e italiano. Salutiamo il pusher con la maglia dell unicef che per due giorni ci ha fatto la posta davanti all albergo un po preoccupati per l mminente nuovo spostamento in autobus.