Ground Zero: Agnello

La copertina del numero 2 di GZ

L’intervista apparsa sul numero #02 della rivista Ground Zero dedicata al cibo. Qui anche in versione pdf con le fotografie di Massimo “Max” Giudici e la mappa della sofferenza animale in Ticino.

È una guerra.

Incontro E. nella sua casa popolare in un quartiere di Lugano, attorno a lei cinque gatti. C. si presenta accompagnato dal suo cane Andreas, mi accoglie in un parco sulla riva del lago. Sia E. che C. sono vegani e militanti della prima ora del gruppo radicale “Offensiva Animalista”. Entrambi sono cordiali e contenti di poter esprimere la loro opinione su tematiche che ritengono fondamentali.

E: Finché avevo soltanto due gatti li nutrivo in maniera completamente vegana, ora che sono cinque non ho più la disponibilità finanziaria sufficiente, allora faccio un po’ a periodi, a seconda di quanti soldi ho in tasca.

C: Ho sempre amato gli animali, dopo aver letto un libro sull’argomento mi sono detto: da domani divento vegetariano. Perché il passo che dovrebbero compiere tutti quelli che affermano di amare gli animali è: evitare di mangiarseli. Per prima cosa ho eliminato completamente la carne e il pesce poi, nei mesi successivi,
anche tutti quegli oggetti che derivano dallo sfruttamento e dalla sofferenza animale, come le scarpe in cuoio, le cinture di pelle. Non è stata una scelta difficile, nonostante io sia goloso e mi piacciano pure le scarpe inglesi, perché comunque, informandosi, uno riesce a trovare le soluzioni per vivere in modo sereno. Nello spazio di due anni sono diventato completamente vegano, ora lo sono da dieci anni, senza avere il benché minimo problema di salute.

E: Mi sono tatuata sul polso la parola “Vegan” dopo sei mesi
che lo sono diventata. Ero già vegetariana ma non ero cosciente
della sofferenza che sta dietro al latte o alle uova. Non avevo mai
sentito parlare degli allevamenti intensivi, ero molto ignorante.
Mi sono documentata e il mio cambiamento è stato radicale: da
un giorno all’altro. I primi tre mesi non sono stati splendidi, non
avendo una cultura vegana ho mangiato solo insalata, carote e
cose così. Pian piano ho poi cominciato a mangiare totalmente
in modo etico, mi sono liberata di tutte le calzature in pelle e della
lana. Ho imposto a mia figlia di diventare vegetariana perché
di comperare la carne non me la sentivo, ma diventare vegan è
stata una scelta sua. Non dimenticherò mai il giorno in cui ha
preso il formaggio che avevamo sul tavolo e lo ha buttato nel
cestino. Quel giorno siamo nati come famiglia vegan.

C: Quando vado a fare la spesa e riempio il carrello di prodotti
vegani sono orgoglioso. È forse un po’ infantile ma gratifica dal
punto di vista personale.

E: Non sono una vegan salutista, però fumo American Spirits e
Lucky Strike, che non fanno sperimentazioni sugli animali.

C: È impensabile di avvicinare le masse allo stile di vita vegan
se si tronca completamente con i sapori conosciuti. Fino a quindici
anni fa, se uno voleva il latte di soia, doveva comandarlo in
farmacia. Oggi esiste una gamma impressionante di surrogati.
All’inizio la produzione di pseudoformaggi vegani, che erano
oggettivamente poco piacevoli al palato, erano di produzione
britannica. Adesso ci sono quattro tipi di formaggi solidi svizzeri
che addirittura puzzano di formaggio, poi ci sono diversi prodotti
spalmabili importati. Si cerca di riprodurre il prodotto di
origine, trovi il bratwurst vegano, il fleischkäse vegano.

E: Questo inverno sono riuscita a trovare la fonduta al formaggio
vegan fatta di tofu. Splendida, buonissima davvero!

C: Mi dà fastidio la gente che mangia carne, prima riuscivo a
sopportarli, ora cominciano a darmi sui nervi. Quando cominciano
a dirmi che “anche le carote soffrono” una volta cercavo
di spiegare che i vegetali non hanno un sistema nervoso centrale,
adesso, dopo tanti anni di discussioni sterili, rispondo come
Konrad Lorenz, che consigliava il suicidio. Queste persone sono
così stupide che non meritano nemmeno di vivere.

E: Ho dovuto rompere i rapporti con la mia famiglia, non capiscono
il mio cambiamento. È difficile trovare qualcuno che ti accetti,
quando ti siedi al ristorante e chiedi una pizza rossa senza
mozzarella incominciano a guardarti male e inevitabilmente il
discorso cadrà sul tuo non mangiar carne. Vieni giudicato per
questo e non come persona. Spesso vengo additata come madre
irresponsabile, perché c’è dietro una ignoranza pazzesca.
Mia figlia se confrontata con i suoi compagni di classe, è quella
che fisicamente sta meglio: non è sovrappeso e non è piena di
brufoli. Si vede che sta bene!

C: Sono profondamente antispecista, e questo tema è diventato
terreno di scontro fra le varie aree dell’animalismo radicale. Io
come animalista metto al centro gli animali, questo non significa
che io sia un misantropo o che non mi interessino le sofferenze
umane. Alcuni gruppi hanno dedicato però troppo spazio
ad altre tematiche, come le battaglie di certe popolazioni del
Sudamerica, e in questo modo tolgono attenzione alla causa
animalista. Ci sono popolazioni che sono colpevoli tanto quanto
quelle occidentali. Se l’inuit va ad uccidere una foca lo metto
sullo stesso piano di un macellaio. Se può affittare un aereo per
uccidere le foche potrà anche andare a comperare la soia in un
negozio. Non prendiamoci per il culo! E invece, chissà perché,
nei confronti di certe popolazioni si chiude sempre un occhio.

E: Io credo nella vita. Infatti metto gli esseri umani sullo stesso
piano degli animali: il passerotto, la biscia e il ragno hanno lo
stesso diritto alla vita di qualsiasi essere umano. Io di questo
sono fermamente convinta ed è il punto fermo dell’animalismo.
A me un riccio schiacciato e un bambino schiacciato sulla strada
mi fanno lo stesso effetto.

C: A un cane liberato da un laboratorio di vivisezione non interessa
sapere se tu sei di sinistra, di destra o di centro. Politicamente
sono di destra ma sono lontano anni luce dalla destra
economica. Credo nell’identità nazionale, ho una certa visione
del mondo, e questo è stato un profondo ostacolo. Quando arrivano
gli immigrati pensiamo davvero che siano loro i deboli da
proteggere? Siamo così sicuri che loro non siano lo strumento
di progetti concepiti altrove? Ma i tolleranti ci sono davvero?
Allora vanno benissimo l’escissione, la mutilazione genitale, la
Sharia. Proprio perché sono così sensibile e ho a cuore certe
popolazioni io sono contrario all’emigrazione, che è ormai diventata
un dogma, come l’olocausto.

E: Noi, come Offensiva Animalista, abbiamo deciso di non parlare
di politica e accettiamo l’aiuto da qualsiasi fazione. Se tu arrivi
con la testa rasata e gli anfibi e vuoi aiutare gli animali, sei il benvenuto.
Se hai i dread: uguale! Collaboriamo con realtà tacciate
di fascismo, collaboriamo con chiunque. A me non frega niente
della politica, questo sia chiaro. La politica ha spaccato diversi
gruppi animalisti importanti. Io ho bisogno di gente che aiuta gli
animali, che scende in strada, quello che uno fa nel privato non
mi interessa, a meno non che sia un pedofilo o un poliziotto.

C: Io non posso essere definito fascista solo perché ho una certa
visione della nazione e perché difendo le piccole patrie. Ho un
attaccamento alle radici, al territorio e alle tradizioni del mio
paese, se questo significa essere nazionalisti, allora lo sono. Gli
immigrati vengono qui e imparano le peggiori cose della nostra
società, imparano che con i soldi si può fare tutto. Non vedo
l’immigrato come persona debole, vedo l’immigrato come strumento
di qualcosa più grande di lui, qualcosa di pericoloso. Vai
a Londra e guarda che schifo è diventata, con i negozi aperti 24
ore al giorno, e tu chi credi che li gestisca? Gli immigrati.

E: Su internet c’è accanimento rispetto ad Offensiva Animalista,
persone anonime ci accusano di essere fascisti, ma nessuno è
venuto a chiederci come la pensiamo veramente. Agli animali
non gliene frega niente se vengono salvati da un compagno, da
un nazi o da un democratico. Io non mi sento di chiudere la porta
in faccia a nessuno e su questo tutti i membri sono d’accordo.
Non ci facciamo problemi. Cattolici, atei e pagani. Io sono pagana
per esempio, credo negli dei.

C: Se facciamo gli animalisti concentriamoci sugli animali, sarebbe
come chiedere a uno che combatte la pedofilia di occuparsi
degli anziani. Nella mia scala di priorità gli animali e le
persone sono sullo stesso piano, anche se certi popoli che nel
corso della storia hanno dimostrato di vivere per sottometterne
altri, e mi riferisco agli ebrei e allo stato di Israele, non è che mi
facciano pena. Quando li vedo in difficoltà non verso lacrime. Mi
chiedo se non valga la pena di dire che sono meglio gli animali.

E: Non parliamo mai di politica. Se si iniziasse a parlare di politica
e non di animali a me non andrebbe bene. La politica fuori, è
l’ultimo dei nostri problemi. Al limite parliamo di musica metal. Il
primo di luglio andremo al concerto dei Rammstein a Verona.

C: Tu sei lì a manifestare contro lo zoo e ti dicono “perché non vai
a manifestare per i bambini che muoiono di fame”. Quando vai a
manifestare contro il sionismo, l’accusa che ti buttano addosso
è quella di avercela contro gli ebrei o di negare l’olocausto. Bisogna
concentrarci nel modo più duro e radicale possibile contro
chi sfrutta l’ambiente e gli animali. Ma perché quando il direttore
di Novartis Vasella schiocca le dita, saltano in piedi il Consiglio
Federale e metà del Parlamento? Quando gli hanno bruciato lo
châlet e gli hanno rubato l’urna con le ceneri della madre, tutti i
media erano schierati in suo favore.

E: Abbiamo problemi con la polizia. Abbiamo diverse denunce,
l’ultima per istigazione al crimine a causa della taglia di mille
franchi che abbiamo messo sull’avvelenatore di cani. Invece il
responsabile, e tutti sanno chi è, nessuno lo va a interrogare.
Non capisco come si possa calpestare così il dolore delle persone
che hanno perso il proprio cane e poi venire a prendersela
con noi. Noi non crediamo a questo tipo di giustizia, perché
sono morti quattro cani e nessuno ha mosso un dito, non è stata
aperta un’inchiesta e non è stato fatto nulla. Dopo che abbiamo
messo la taglia, l’avvelenatore ci pensa un attimo prima di mettere
giù un altro boccone.

C: Queste azioni sono giuste e doverose e da moltiplicare. Il
problema dell’animalismo è che ha risorse limitate. Io prego
Dio che ci mandi un milionario che rifornisca le ali più radicali
dell’animalismo, per poter infliggere più danni possibili. Alzare
sempre il tiro, ad oltranza. Non credo nel pacifismo, almeno non
nei confronti di persone che non si fanno problemi a testare
farmaci sugli animali e sugli esseri umani. Rivendico il diritto di
agire senza nessun limite. Per me non esiste alcun limite di nessun
tipo, non esistono esclusioni di colpi per andare a fiaccare
l’industria della sofferenza degli animali.

E: Da quando sono vegan cerco di non prendere medicine se non
quando è strettamente necessario, in questi anni ho preso solo
un antibiotico e mia figlia forse un’aspirina. Le medicine ti ammazzano
e sono spesso testate sugli animali. Se mi ammalassi
di cancro non mi farei curare né con la chemioterapia né con la
radioterapia, perché significherebbe dolore e sofferenza di molti
animali. Se devo morire, voglio morire con onore, in piedi.

C: Non condivido le teorie che vorrebbero l’estinzione umana,
ma non mi straccio le vesti quando c’è un terremoto in Cina,
perché vedendo come trattano non solo gli animali, ma anche le
minoranze, dai tibetani ai musulmani dello Xinjiang… Una bella
sfoltita…

E: Io vorrei l’estinzione del genere umano, sono arrivata ad
odiarlo. Penso di essere la più anti-umana del gruppo.

C: Ho partecipato alla fondazione di Offensiva Animalista perché
il virus della moderazione aveva contagiato i gruppi che
frequentavo prima. Io e altri abbiamo allora fondato un’associazione
che si definisce un “movimento radicale di liberazione
animale” e non della “protezione animale”. Gli animali non hanno
bisogno di protezione umana.

E: Con il gruppo allargato di OA siamo una decina, siamo come
piccole cellule, ognuno ha le sue responsabilità. Ci sono cose
che mettiamo insieme in pochi e altre che invece c’è bisogno
di tutti e allora si va e si fa. Dipende da quello che c’è da fare e
dalla disponibilità di tempo di ognuno. Ci troviamo almeno una
volta al mese. Non abbiamo una sede perché vogliamo tenere le
spese fisse al minimo. Non abbiamo quote, non abbiamo soci,
vogliamo essere indipendenti e liberi.

C: Abbiamo scritto che, come gruppo, non perderemo tempo né
in denunce né in buffonate burocratiche. Ognuno agirà come
ritiene opportuno. Se becco una persona che mette la meta per
avvelenare i cani, gli metto le mani addosso e non so se mi fermo.
Io rivendico il diritto di farmi giustizia da me, perché non
credo nella giustizia dello stato.

E: Io credo che la giustizia debba essere fatta in modo un po’ più
energico. Se ammazzi un bambino o un animale dovresti essere
equiparato, perché è in tutti i casi una crudeltà inaudita.

C: Mi rallegro di questa escalation di azioni radicali in Ticino, dalla
liberazione di animali allo Zoo di Magliaso all’avvelenamento
della carne nei negozi sotto Natale, e spero che queste azioni
non terminino. A me fa piacere che si colpisca a tenaglia chi
sfrutta gli animali: sia in maniera più istituzionale, sia con modalità
più radicali. Noi come Offensiva non rivendichiamo nulla,
siamo innocenti, ma plaudiamo queste azioni. Dovrebbero essere
coniate delle medaglie al valore per queste persone. Viviamo
in un mondo al contrario, dove gli aguzzini vengono premiati
e chi si permette di criticare viene additato come fanatico.

E: Le ronde sono state fatte, non è stato picchiato nessuno, in
queste ronde abbiamo controllato che non ci fosse carne avvelenata
e abbiamo tenuto d’occhio il posto dove abita l’avvelenatore.
Abbiamo fermato tutte le persone che andavano in giro
con il cane invitando a tenerlo al guinzaglio e a fare attenzione
che non mangiasse nulla. Se lo avessimo colto sul fatto non so
che cosa avremmo fatto, perché la rabbia è tanta, non lo nascondo.

C: Io sono in pace con la mia coscienza, lo stato ti lascia arrivare
soltanto fino ad un certo punto se non hai mezzi, strumenti e
uomini come l’Eta o l’Ira. È una guerra questa. Una guerra contro
lo sfruttamento, l’ipocrisia, contro la volontà deliberata di
servirsi di esseri senzienti che non possono difendersi, contro
persone che io vedo come l’anticristo. Sono credente, non so se
Dio onnipotente mi manderà all’inferno, mi tremano le vene e i
polsi al pensiero.

E: Noi appoggiamo tutti i tipi di lotta, a parte le petizioni che non
servono a niente. Se tu come persona decidi di alzare il tiro e di
fare cose come bruciare la casa di Caccia o di Vasella non sarò
certo io che ti dirò di fermarti. Vai con Dio e con gli dei e agisci.
Io di certo non ti freno. Secondo me siamo in guerra, la vedo
come una guerra, noi appoggiamo qualunque tipo di lotta anche
se questo non vuol dire farla. Siamo sempre stati chiari, noi non
abbiamo remore, non esiste l’apologia di reato in Svizzera. E io
non sono perseguibile.

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