Quasi quasi mi faccio un tatuaggio

Quasi quasi mi faccio un tatuaggio che ormai se non hai un tatuaggio dimostri di non avere personalità. Persino il buralista di Carzo ne ha uno, un tribale, che si è fatto a Sharm. Che il tatuaggio non è mica un capriccio estetico ma una cosa che fai per segnare una tappa importante della tua esistenza. Come un viaggio a Sharm per esempio. Dietro ogni tatuaggio c’è una storia che vuoi ricordare. Come un viaggio a Sharm per esempio.

Quasi quasi mi faccio un tatuaggio che tanto ormai non sei più visto male. Anche i poliziotti possono averne basta che non sporgano dalle maniche e che non abbiano simboli nazisti. Che poi secondo me il problema non è tanto che i poliziotti abbiano o meno simboli nazisti, ma che siano delle brave persone.

Che poi magari uno c’ha anche una svastica tatuata ma è perché è stato in india ed è al contrario ma se non stai li a guardare non te ne accorgi nemmeno e ti fai dei pregiudizi sbagliati.

Quasi quasi mi faccio un tatuaggio, pensavo ad una scritta cinese, oppure ad un thai come quello di Angelina Jolie oppure un elfo seduto su di un fungo. O almeno una stellina sulla mano. Qualcosa di elegante, mi piacerebbe molto anche tatuarmi quella frase della pubblicità “Siamo stati fatti della stessa materia di cui sono stati fatti i sogni”. Oppure un cangi cinese che rappresenta la parola crisi ma anche la parola opportunità, come per dire che ogni crisi è anche un’opportunità.

Il tipo dell’agenzia di disoccupazione è uno di sinistra, lo si vede. Che c’ha un Che Guevara sul collo. Persino la commessa del Foghele ne ha uno. Un sole e una luna che rappresentano il suo fondersi con il cosmo, la sua parte maschile e femminile che si uniscono. Hai in mente lo in e lo ian? Ecco. Se lo è fatto quando è stata a Sharm. Quasi quasi mi faccio un tatuaggio che ormai se non hai un tatuaggio dimostri di non avere personalità.