Riprendo qui lo stato su FB del mio amico ed ex coinquilino Stefano Mosimann:
Stavo girando per negozi alla ricerca di moby dick edizione einaudi, einaudi perche Giorgio mi ha detto di prendere quello. Al segnalibro era finito cavolo, ne avevano solo uno con le illustrazioni, ma erano brutte e le balene brutte a me non piacciono. Allora sono andato in un negozio nel quartiere maghetti, la signora libraia era un po’ distratta, c’era una coppia contenta che stava uscendo quando lei da infondo lo scaffale gli ha urlato di fare presto a tornare perché era il suo ultimo Natale. Io ho pensato cazzo la poveretta è malata, ma in realtà è solo stufa perché sono 20 che sta li. La coppia era un po’ imbarazzata, volevano andare via ma non era carino farlo dopo una notizia così importante. Credo che la ragazza sulla soglia avesse un problema d’udito perché lui continuava a ripetere quello che diceva la signora libraia, è in quel momento che ho scoperto che non avesse un tumore ma che erano 20 anni che lavorava lì. In 20 anni di carriera la signora libraia mi ha visto solo per due volte, ma questa era diversa perché ero determinato a trovare boby dick che è un libro grosso che deve dare soddisfazione a tenerlo in mano. La signora libraia però non lo aveva, mi ha proposto i promessi sposi ma quello non ha le balene caspita. Ho dovuto salutarla, non ci vedremo più, perché non credo di finire moby dick prima del prossimo Natale, ammesso che lo trovo. Sono uscito. Vado alla melisa, ma prima mi fermo alle pauline ho pensato. La prima volta che sono entrato in quel posto era per comprare il castello interiore di Santa Teresa d’avila. Me lo aveva consigliato l’insegnante di sceneggiatura il giorno prima delle riprese. Dovevo fare in fretta a comprarlo se volevo riuscire a leggerlo prima del giorno dopo. Hahaha che ingenuo. Ora è sullo scaffale di camera mia con una bellissima ragazza brasiliana incollata sulla copertina. Hahaha di tanto in tanto lo vedo e mi dimentico che parla del castello di Teresa.
Quella volta la signora paulina mi ha chiesto con aria di ammirazione se ero alla ricerca della conoscenza dell’anima. In realtà sembrava un affermazione, come se lei avesse capito tutto. Io le ho detto di si. Ora ero tornato alla carica con moby dick. La signora paulina prima lo cercò sullo scaffale poi mi disse che doveva cercare nel computer. La seguii. Si mise dietro lo schermo e cominciò a digitare poi perplessa mi chiese come si scriveva. Io dissi “moby” poi mi imbarazzai. Non sapevo se il dick della balena si scrivesse come il cazzo degli inglesi e non volevo sembrare ignorante e offendere nessuno, poi dopo la bella figura dell’anima mi scocciava sbagliare. Ma lei il resto ce lo mise da sola con un “ah si”, ma niente moby dick. Mi restava la melisa, camminai un po poi finii in un ristorante o chic bar. Le scale erano le stesse e il cameriere mi disse che moby dick non lo avevano. Però vendevano un libro sui negozi vintage di Berlino. Peccato. Non sapevo più dove andare.