Ci sono delle mattine che se la sera prima mi sono dimenticato di mettere l’acqua nella bacinella sulla stufa, mi sveglio con le labbra secche, gli occhi completamente prosciugati che fanno fatica ad aprirsi e una sete che neanche d’estate.
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La brocca della mamma di Fassbinder
Contributo per UNO di Giugno – il numero Blu.
A casa nostra beviamo quasi sempre acqua del rubinetto. Un po’ per motivi etici e un po’ per motivi economici. Ogni tanto compriamo la Rivella Rossa. Ma raro.
La portiamo in tavola in una brocca di ceramica che era della nonna di Stefano, bianca con delle decorazioni e dei paesaggi azzurri. In primo piano c’è un albero, poi un lago, delle case e delle montagne, della capre e una ragazza che sventola un fazzoletto. Abbiamo anche quattro tazzine e quattro piattini. Le tazzine le usiamo solitamente per il budino, il gelato e il gazpacho, mentre i piattini sono in frigo sotto ai barattoli dei sottaceti per evitare che lascino la macchia.
Sul fondo della brocca c’è un marchio: Villeroy & Boch Niettlach, più sotto “Made in Germany” e poi “Burgenland“, che penso sia la serie, e poi qualcosa di simile a “Mettlaches Kupferdruck Unterglasur“, ma è sbiadito… dovrebbe riguardare la particolare tecnica di stampa tramite conio di rame introdotta dall’azienda sin dal 1791.
Nel 1748 ad Audun-le-Tiche in Francia, François Boch comincia a fabbricare vasellame e per un paio di secoli, aiutato da figli, nipoti e pronipoti, i Boch vanno avanti a fabbricare stoviglie, a qualche centinaio di chilometri dal luogo in cui cui nel 1945 nascerà Fassbinder.
Nel 1978 Fassbinder gira un episodio del film collettivo “Germania in autunno” in cui è quasi sempre completamente nudo, tranne quando a tavola parla con la madre. In mezzo alla tavola della madre c’è una brocca uguale a quella in cui beviamo io e Stefano.
Guardando il film, tutto il tempo ho pensato alla brocca.
Prima di scrivere questo articolo non l’avevo mai guardata con attenzione.