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Una Lara per niente “Gut!”

Lasciate che i pargoli vengano a me. (Gesù)

da Il Diavolo di oggi

Pacco ai giovani!
Ogni tanto qualcuno si ricorda che i giovani non sono solo violenti, drogati, vandali e problematici, ma che possono essere anche, potenziali consumatori. Della specie poi dei più interessanti, perché hanno una "speranza di consumo", ovvero un numero di anni da potenziali consumatori davanti a sé, molto più alto della media della popolazione. Un diciottenne consumerà almeno per i prossimi 70 anni, ad un ottantenne, nonostante la maggiore disponibilità finanziaria, resta poco da consumare. È per questo che è molto redditizio ed interessante proporre campagne pubblicitarie rivolte ai giovani neo-diciottenni piuttosto che ai vegliardi ultraottantenni. Per acchiappare questa fascia di popolazione i pubblicitari sono disposti addirittura ad imparare ad usare Facebook per promuovere l’evento. Puntare sui diciottenni è poi pagante per un secondo motivo: sono loro i futuri votanti che saranno chiamati a scegliere su temi quali gli orari di lavoro e le chiusure festive e domenicali.

18 anni da scimmioni
18 anni da primati, nel senso di scimmie. Chiusi in giganteschi capannoni illuminati da luci artificiali ad acquistare compulsivamente tutto ciò che le carte di credito permettono. Continua la lettura di Una Lara per niente “Gut!”

Volvo e vulve

Brum! Brrrummm! Bruuum!
Pubblicato su "Il diavolo" di venerdì 13 marzo 2009

 Non si vede bene che con il cuore.
L’essenziale è invisibile agli occhi. 

(Antoine de Saint-Exupéry) 

Finalmente -, ho esclamato vedendo il manifesto della fiera dell’auto di Ginevra, – non se ne può più dell’uso del corpo femminile a fini strumentali e commerciali per vendere automobili – ho continuato fra me e me, guadagnandomi il plauso del Comitato Etica e Dignita in Democrazia. Davanti a me un manifesto dai toni rossi rappresentante un corpo femminile con le mani giunte a rappresenta il simbolo, di femminista memoria, di una vulva. Davvero stupefatto della fine ironia dei pubblicitari che hanno saputo, per una volta, uscire dal cliché (si scriverà così?) del binomio gnocca-auto, largamente usato dall’industria automobilistica, mi incammino meditabondo per la mia strada. – È da un po’ che non ne vedi più una, se ti confondi così facilmente – mi apostrofa beffarda una signora che indossa una maglietta con scritto "ho bisogno di un uomo quanto un pesce di una bicicletta". – Stai per incorrere in un evidente errore – continua lei con fare saccente – il simbolo che vedi rappresentato sul manifesto non è una vagina, l’avrebbero rappresentata così, con i pollici in su – e mi mostra l’inequivocabile gesto giusto, – quello è, evidentemente, un cuore -. Ferito nell’orgoglio, ringrazio la donna e me ne vado.
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Un autobus chiamato desiderio

"Un autobus può oggi travolgermi, e io posso morire così: non per questo l’autobus è la cosa più importante che ci sia."Marguerite Yourcenar (1903 – 1987)


Il ritorno dei guerrieri dell’arcobaleno

da: Il Diavolo (quindicinale satirico del 26.2.09)

Chiedo scusa a chi non abita nel luganese, anche questo manifesto è stato affisso solo ed esclusivamente nella grande e grossa Lugano. Ma d’altra parte chi ve lo ha fatto fare di andare ad abitare in quei paesucoli sperduti, inospitali e così lontani dal regno. Non temete, un giorno Lugano sarà così vasta ed estesa da comprendere finalmente tutto il Ticino, da Pedrinate ad Olivone, in modo che anche voi, o sfortunati abitatori di valli remote potrete godere di questa strepitosa offerta: "bus gratis per la partita!".

Linea efficiente, linea vincente 

Se ne sentiva davvero il bisogno, sicuramente una politica lungimirante e popolare relativa ai mezzi pubblici, parte proprio da qui! Il prossimo passo per rendere popolare ed utilizzato il trasporto pubblico sarà "bus aggratis per gli albini con il nome che inizia per f" e "bus aggratis per le persone con il dito indice più lungo del medio nate in agosto". Continua la lettura di Un autobus chiamato desiderio

I have a dream

Scritto per la rubrica "Classeur de Pub" su Il Diavolo di oggi

Surriscaldamento climatico, ah ah ah! 

State molto attenti con i vostri sogni, perché corrono il rischio di avverarsi. 

Helvetic tours ci stupisce in pieno inverno con una campagna pubblicitaria che ci rimanda all’idea di caldo e di vacanze. È un colpo gobbo, ammettiamolo, invitare a pensare ad una spiaggia tropicale mentre con le dita gelate si gratta via il ghiaccio dal parabrezza dell’automobile è come sparare sulla croce rossa. In queste condizioni le nostre difese intelletuali sono abbasate, e siamo pronti per sciroccarci qualsiasi cosa, anche gli slogan scelti dal turoperetor elvetico: "Lei sogna un mondo nel quale fa caldo anche in gennaio". Prima di tutto: Lei chi? Lei "quella in bichini della foto" o lei "forma di cortesia, io che leggo". E poi come si fa a sognare un mondo in cui fa caldo anche a gennaio, cos’è un incubo? È uno spot per il surriscaldamento climatico? Già ora fa troppo caldo sempre, anche in gennaio, il clima sta cambiando e se continuiamo ad emettere sconsideratamente CO2 nell’aria per andare in vacanza dall’altra parte del mondo con gli aerei dell’Helvetic tours, lo farà ancora più repentinamente. Continua la lettura di I have a dream

Ultimo tango a Svitto

Tratto dall’ultimo numero de "Il Diavolo" quindicinale satirico, da oggi in edicola con una veste grafica completamente rinnovata.

Non è vero che non eri brava in cucina. Ultimamente gli spaghetti al burro freddi erano sempre freddi al punto giusto!” Rocco Barbaro

Una ruspante contadinotta elvetica acqua e sapone che mangia grandi quantità di burro messa a confronto con una decaduta e volgarotta pornostar che invece non ne fa uso (lasciando intendere la sua peccaminosa predilizione per margarine e surrogati light). Ma c’è anche la versione maschile, "ragazzotto carino nella sua semplicità goloso di burro" vs "fustacchione palestrato bodybuilder che non ne mangia". È un po’ come confrontare la Prisca Dindo con Margherita Hack per cercare di dimostrare che il giornalismo renda più fighi dell’astrofisica. Sarò un dietrologo ma, quando viene fatta della pubblicità per alimenti di base senza citare una marca specifica, sospetto sempre che ci sia sotto qualcosa.

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