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Diritto di condivisione!

Articolo pubblicato sull’ultimo numero di Voce Libertaria (che ha da poco aperto uno spazio online)

Una 18enne di Locarno è stata condannata dal sostituto procuratore leghista Amos Pagnamenta a 30 aliquote giornaliere sospese con la condizionale e a 400 franchi di multa, per avere condiviso materiale protetto dai diritti d’autore. La giovane non aveva messo in piedi un commercio di film pirata, non si arricchiva vendendo dvd alle bancarelle, ma si limitava a scaricare musica e video dalla rete con dei programmi “peer to peer”. Il principio di questi programma è la condivisione, e si basa sulla reciprocità: io posso scaricare gratuitamente materiale presente sul computer di altri utenti della rete, ma nel contempo, diventando parte della rete, metto a disposizione ad alti utenti quello che sto scaricando e che ho scaricato.Si tratta di una pratica estremamente diffusa che coinvolge tutte le fasce della popolazione, milioni di persone al mondo scambiano giornalmente file on-line senza la consapevolezza di star commettendo qualcosa di illegale.

Scaricare è legale!
In Svizzera lo scaricamento di materiale protetto dal diritto d’autore non è illegale. Lo dice addirittura la SUISA, l’ente elvetico che si occupa di tutelare il diritto d’autore: “Il download privato in Svizzera è permesso anche senza l’approvazione degli aventi diritto, anche se l’offerta stessa è illegale”. Quello che invece non è permesso (e che ha portato alla condanna della 18enne locarnese) è la condivisione. La condivisione è permessa solo “nell’ambito privato o nella cerchia di persone unite da stretti vincoli, quali parenti o amici”.

I programmi di filesharing si basano invece proprio su questo, condividono i file con qualsiasi nodo della rete, infischiandosene dei vincoli parentali o amicali (ed è proprio questo che rende le reti ricche). Inoltre lo fanno in maniera automatica, non si ha l’immediata percezione di star condividendo qualcosa. Continua la lettura di Diritto di condivisione!

Per Google sono colpevole

Ieri, mi arrivato una mail da parte del "Google Video Team". Sto per cestinarla ma ci do comunque un’occhiata: mi avvertono che uno dei miei video (Ripetutamente: vita da SUPSI) è stato nascosto per presunta violazione dei diritti di copyright relativi a del materiale contenuto nel file.

Può essere interessante precisare che si tratta di un video realizzato da un gruppo di studenti di cui faccio parte, nell’ambito di un corso della SUPSI (una scuola universitaria), sotto la supervisione di un docente e che ha ricevuto vari apprezzamenti. Un esercizio didattico quindi, realizzato senza nessun tipo di scopo di lucro e all’interno di un’istituzione formativa riconosciuta, con una distribuzione limitatissima.

Ma tutto questo non importa all’onnipresente gigante gentile che grazie al suo fiammante "Content Identification tool" ha scovato la violazione e ha provveduto a bloccare l’accesso al video. Continua la lettura di Per Google sono colpevole