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Il richiamo della carne

La pubblicità apparsa sul domenicale "Il Caffé"

L’inconscio è venduto a fette
sul banco del macellaio

Teresa de Laurentis

Propositi per l’anno nuovo: mangiare meno carne, smettere di prendermi gioco dei miti svizzeri (avete visto che figata il nuovo libro sui miti svizzeri dall’Oliver Scharpf?) e non lasciarmi più andare a facili allusioni sessuali quando devo redigere questa rubrica dedicata alla recensione delle pubblicità. Eccheccavolo, siamo una rivista seria! Quindi iniziamo l’anno con la recensione della pubblicità della “Carne Svizzera – il resto è contorno” dedicata alla deviazione sessuali del mito svizzero per eccellenza (no, non Nella Martinetti e nemmeno la Biffi): stiamo parlando della paffuta Heidi (scusate se non indico il cognome, ma non lo conosco e anche wikileaks non aiuta).

Carne tremula
Avete visto l’inserzione pubblicitaria? È apparsa sul Caffé di qualche settimana fa. Sfondo marrone, carnazza ben fotografata e stile grafico tutto sommato sobrio ed impeccabile. Molto elvetico. Con una raffinatezza ed uno humor “da macellaio” i pubblicitari con cervello annebbiato da un’intossicazione proteica, accompagnano una panoplia di insaccati elvetici con l’allusivo slogan “Heidi è tornata. Per Peter, ma non solo”. Non mi dite che non cogliete l’allusione? Non mi dite che non trovate i nessi? (come dicevano gli amici del poeta Alberto quando con il fratello giocava a nascondino). Il “non solo” citato dai macellai, soprattutto se accompagnato dall’immagine mascolina del giovane Peter, non può che indicare la propensione autoerotica della giovane pastorella che, obbligata a passare lunghi periodi sull’alpe, usava sollazzarsi con i salumi che trova a stagionare nel sottotetto della baita e che, grazie all’apporto della giovane, acquisiscono quel “nonsoché” che li contraddistingue dalla carne di altre zone. Infatti la ricetta è segreta. Continua la lettura di Il richiamo della carne

L’invidia del pene di Giancarlo Dillena

Da: Il diavolo, in edicola domani

Il 31 maggio muore a 98 anni l’artista e scultrice francese Louise Bourgeois.Il Corriere del Ticino decide di dedicarle uno spazio in prima pagina e lo fa pubblicando una fotografia di Mapplethorpe del 1982 (ma si dimentica di citare l’autore, chissà quanto hanno risparmiato in diritti di riproduzione grazie a questa dimenticanza) e pratica una scandalosa censura. Il grosso membro maschile trasfigurato che tiene sotto braccio (uno dei temi che l’accompagnerà nel suo percorso artistico) viene escluso dalla prima pagina dal quotidiano ticinese. Il curatore Achille Olive scrive a proposito della fotografia: "La Bourgeois porta a passeggio il sesso maschile, con la stessa disinvoltura di una casalinga con le proprie baguette sottobraccio." Per fortuna che Ivan di svasso se ne è accorto! 

Il taglio del Cdt e la foto originale: