Le schede in pdf realizzate per il mini workshop su we.riseup.net, fatene buon uso!
Biocapitalismo: Faccio il volontario da McDonald’s
Articolo apparso su Voce Libertaria del 1° maggio 2010. Se ancora non lo avete fatto: abbonatevi! (le note a pié pagina sono inserite come link ipertestuali)
Se vi dicessi che passo il mio sabato pomeriggio a fare volontariato presso Mc Donald’s non vi sembrerei un po’ strano? Forse passerei per “scemo” e verrei additato come “controrivoluzionario”. Eppure quella di dedicare parte del proprio tempo libero offrendo i propri servigi a multinazionali è una tendenza che mettiamo sempre più spesso in atto, magari senza rendercene nemmeno conto. Il lavoro si estende e riempie tutti gli interstizi della nostra esistenza.
Ikea e le sue cazzo di Billy
Ci sono alcuni esempi lampanti di questo meccanismo con cui l’economia finanziaria ha pervaso le nostre vite, facendoci lavorare gratuitamente per aumentare i dividendi dei consigli di amministrazione. Il modello di organizzazione aziendale di Ikea è significativo: quando compero una libreria Billy, per appoggiare gli ultimi due volumi editi da “La Baronata”, Ikea scarica su di me tutta una serie di incombenze. Continua la lettura di Biocapitalismo: Faccio il volontario da McDonald’s
Dar-Vida rivaluta il sesso anale

Incul-orsi*
Vaso indebito, orifizio illecito, rapporto sessuale non finalizzato alla procreazione, coito anale tanti modi diversi per definire il medesimo atto che, da Sodoma a Luttazzi, è sempre stato accompagnato da disprezzo, censura e vergogna. Chi l’avrebbe mai detto che proprio la DarVida, storica marca elvetica leader nella produzione di biscotti di segatura, investisse fondi e mezzi per rivalutare questa antichissima pratica erotica e contraccettiva? Lo fanno in maniera discreta, garbata e ironica, per cercare di allontanare questa simpatica variante amorosa dal limbo di decadenza in cui era stata relegata.
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Narratori e narrazioni
Per il documentario sui primi 10 anni del Festival di Narrazione di Arzo, con Ushi abbiamo girato un sacco di ore di interviste (oltre 30). Particolarmente interessanti quelle ai narratori presenti (Giuseppe Ciciriello, Jihad e Leila Darwiche, Mathieu Lippé , Antonio Catalano e Roberto Anglisani) che hanno parlato dell’indispensabilità del racconto e della narrazione per la crescita individuale e collettiva. Abbiamo montato queste interviste in clip più o meno brevi che andranno a comporre i contenuti extra del dvd (che è attualmente in lavorazione). Maggiori info seguiranno!
La rivoluzione della Migros
Per fare una rivoluzione ci vogliono due cose:
qualcuno o qualcosa contro cui rivoltarsi&
nbsp;e qualcuno che si presenti e faccia la rivoluzione.
(Woody Allen)
Non solo frutta e verdura
Dopo la pubblicità della Dacia con Che Guevara e Marx all’ospizio, si pensava che i miti rivoluzionari potessero essere lasciati in pace per un po’. E invece no: ecco la banca Migros che scomoda nientepopodimenoché il dipinto "La Libertà che guida il popolo" di Eugène Delacroix, per pubblicizzare la sua nuova offerta di credito privato online.
Armi, capezzoli e cadaveri
La Marianne della Migros, al posto della bandiera Repubblicana francese, stringe uno stendardo verde con la scritta 5,9%. Il fucile che nell’originale viene brandito con la mano sinistra, è abilmente cancellato con Photoshop, così come tutte le armi presenti nell’originale. Il borghese con il cappello a cilindro sulla sinistra è sostituito da un manager rampante e viene aggiunta una bionda in tailleur masoniano alla sua destra. Sono stati cancellati anche i cadaveri che giacciono sulle macerie davanti alla protagonista. In un impeto di censura vaticana cinquecentesca, anche il seno della Marianne (scoperto e ben visibile nell’originale) viene pudicamente velato rialzando la veste. Sono stati quindi tolte: seni ed armi, un binomio che non può non richiamare alla mente Afrodite A di Mazinga Z, il robot con le tette a razzo. Continua la lettura di La rivoluzione della Migros