Chiudiamo le scuole

Giovanni Papini, ambiguo personaggio vicino al movimento futurista, aderisce al fascismo e finisce per diventare francescano al convento de La Verna (che ho potuto conoscere e visitare durante la scorsa estate) ha scritto questo magnifico "Chiudiamo le scuole" che ci tengo a riproporre qui, nella categoria sul lavoro sociale (pubblicato originariamento nel 1914).

Diffidiamo de' casamenti di grande superficie, dove molti uomini si rinchiudono o vengon rinchiusi. Prigioni, Chiese, Ospedali, Parlamenti, Caserme, Manicomi, Scuole, Ministeri, Conventi. Codeste pubbliche architetture son di malaugurio: segni irrecusabili di malattie generali. Difesa contro il delitto, contro la morte – contro lo straniero – contro il disordine – contro la solitudine – contro tutto ciò che impaurisce l'uomo abbandonato a se stesso: il vigliacco eterno che fabbrica leggi e società come bastioni e trincee alla sua tremebondaggine. Vi sono sinistri magazzini di uomini cattivi – in città e in campagna e sulle rive del mare – davanti a' quali non si passa senza terrore.

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Laboratori protetti in balia del precariato

Quella della precarizzazione e del modo in cui molti laboratori protetti per disabili si procurano i lavori, può sembrare una questione “tecnica”, ma mi sembra importante come osservazione dell’operato di un’istituzione sociale all’interno del mondo in cui la circonda. Il mondo lavorativo esterno si sta precarizzando o, più elegantemente: flessibilizzando. La preoccupante situazione sta iniziando ad essere analizzata da esperti ed economisti1 e i risultati mostrano quasi sempre che la precarizzazione porta disagio, insicurezza2 e malessere ai lavoratori mentre porta consistenti benefici economici alla classe padronale.

Quasi tutti i laboratori protetti si iscrivono in maniera perfetta in questa nuova ottica, funge in qualche modo da “filtro” o da cuscinetto protettivo. Un laboratorio che cerca di consolidare la precarietà: ovvero offrire agli utenti-lavoratori un certo margine di sicurezza (contratto a tempo indeterminato, salario fisso non legato alla produzione, orari e ritmi personalizzabili secondo i bisogni). Sfrutta però uno dei meccanismi della precarizzazione del lavoro e della globalizzazione: l’esternalizzazione di parte della produzione.

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Viaggio in treno, viaggio sereno: sulla defecazione ferroviaria

Avrete di certo notato, il singolare metodo adottato su pressoché ogni treno, per la gestione dei rifiuti corporei solidi e liquidi. Probabilmente ve ne sarete accorti per la fastidiosa aria (che può essere una piacevole brezzolina o un forte vento a seconda della tenuta della guarnizione) che ha raggiunto il vostro sedere, e non per il motivo vero che dovrebbe sorprendere: e questo e’ sintomo di quanto cio’ lasci indifferenti i più.
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Il fattore meccanico

Geremia era un uomo di poche parole, lavorava molto e mangiava poco. Amava la vita agreste e le levataccie che doveva fare ogni mattina ormai non gli pesavano più. Diceva che non voleva altro dalla vita, aveva tutto quello che poteva desiderare. E come si poteva dargli torto? Lavorava si molto, ma era circondato da una moglie premurosa e viveva nel paesaggio più bello di tutta la zona, in una fattoria modello così ben organizzata da essere sempre presa ad esempio. Erano quattro anni di seguito che una delle sue mucche vinceva il concorso di bellezza alla fiera del villaggio. Il suo unico cruccio erano i figli, la sorte aveva voluta che non ne fossero giunti, ma non per questo si riempiva la vita d'amarezza. Continua la lettura di Il fattore meccanico

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