Lampadine alla posta…

Qualche giorno fa, mentre utilizzavo un proiettore per le diapositive imprestatomi, la lampadina si è fulminata. L’indomani, con la lampadina inutilizzabile in tasca, sono andato nel grande magazzino in cui era stata originariamente comperata. La responsabile del reparto "fatelodavoi" si è stupita vedendo la confezione originale, ingiallita e che riporta come luogo di produzione il desueto "W. Germany". Senza troppa convinzione mi indica alcuni tipi di lampadine che evidentemente non sono adatti, la forma dell’innesto è molto diversa e la potenza è nettamente inferiore a quella necessaria a proiettare in maniera nitida le immagini. Mi chiede se non voglio comperare un nuovo proiettore, eventualmente collegabile al computer. Io le faccio notare che sarebbe assurdo cambiarlo solo perché si è fulminata una lampadina, il proiettore funziona ancora benissimo e non si tratta di un pezzo di antiquariato, ma di un oggetto di elettronica di consumo di non tantissimi anni fa.

Un po’ sottovoce mi consiglia di rivolgermi alla concorrenza, loro hanno un reparto di elettronica che dovrebbe essere un po’ più fornito. Secondo tentativo, presso la concorrenza, il marchio sulle confezioni è diverso ma le forme delle lampadine sono grossomodo le stesse.  La gentile signora addetta alle vendite mi dice che una volta avevano molto più materiale elettrico ma che ora, per acquisti di questo tipo, tutti vanno presso i grandi centri posti alla periferia della città. Mi propone però l’acquisto di un nuovo proiettore, offerta che io declino gentilmente. Non ho la macchina e non ho la sicurezza di trovare quello che cerco fuori città, così continuo il pellegrinaggio attraverso i templi del consumo cittadini. Mi reco in quello che dovrebbe essere il massimo referente per i prodotto tecnologici, dispone di due negozi in centro. Con una simile area commerciale, mi dico, dovranno certo avere quello che cerco. Appena espongo la mia richiesta, il commesso con il nome stampigliato sul cartellino appeso alla tasca della camicia mi spiega, con aria quasi sdegnata che loro "non vendono mica lampadine". Mi consiglia di provare in Posta, e aggiunge che li dovrei trovarne un buon assortimento. Non ci credo ma, disperato, ci provo. In posta, fra mucchi di barrette al cioccolato, fotocamere digitali, libri e scotch biadesivo trovo anche le lampadine. Aveva ragione il tizio che mi ha consigliato la Posta, ci sono diversi modelli e vari voltaggi, ma nessuno che abbia l’attacco uguale alla mia.  Cerco su internet, la ditta produttrice pare esistere ancora, ma pare essersi specializzata in lampade riscaldanti per rettilari e in lampade per coltivazioni idroponiche di vegetali psicoattivi.

Quasi sto per rinunciare, ed inizio ad immaginarmi come dare la cattiva notizia a chi mi ha prestato il proiettore. Mentre cammino sovrappensiero mi si para davanti un negozietto che non avevo mai notato. "Forniture di materiali per elettricisti" leggo sull’insegna, entro ed una signora con i capelli bianchi ed un grembiule azzurro mi accoglie gentilmente.  Si tratta di uno di quei negozietti pieni zeppi di roba, le pareti ricoperte fino al soffitto di scaffali, cassetti, scatoline e cestini pieni di componenti diversi. Gli racconto un po’ trafelato del mio inutile peregrinare per negozi alla ricerca della lampadina, lei sorride con aria comprensiva e mi chiede di vedere l’attacco. Inforca gli occhiali e parte alla ricerca del cassettino giusto con il piglio di chi sa che cosa sta cercando. Trova qualcosa di simile, ma non è sicura che sia esattamente la stessa lampadina, la forma non la convince. Da sotto al bancone prende un catalogo ed inizia a sfogliarlo, è pieno di immagini di lampadine, di numeri e di cici. Mi dice che si può ordinare ma mi consiglia di portare li il proiettore per vedere se ci si può arrangiare con quello che ha in negozio. Così faccio l’indomani, la lampadina entra nel suo alloggiamento e funziona, il proiettore torna a proiettare il suo fascio di luce bianca contro il muro. Ho dovuto girare per diverse ore, sentirmi rispondere in maniera assurda, ma ho rimandato l’invio in discarica di alcuni chili di materiali non riciclabili. Alla faccia di tutti quei negozi specializzati nel venderci l’inutile che mi hanno consigliato di buttare il vecchio e comperare il nuovo.

La maggior parte dei nostri acquisti è eterodeterminata, ovvero programmata dall’esterno: i pianificatori responsabili delle vendite hanno già deciso che cosa compereremo nei prossimi mesi. Ora stanno mettendo a punto tecniche di marketing per far si che entro la data predefinita una considerevole percentuale di popolazione sentirà il bisogno di comperare quello che loro hanno scelto, e faranno in modo da rifornire adeguatamente i negozi in modo da non lasciare nessuno a bocca asciutta. Si potrebbe pensare, trovando nei supermercati possibilità di scelta che paiono infinite, dovendo cernere dozzine di tipi diversi di dentifricio prima di acquistarli, che nei grandi magazzini si possa trovare tutto. Ma non è così, e ce ne accorgiamo solo quando entriamo in un negozio, non per farci cullare dall’ipnosi dello shopping, ma perché stiamo cercando un oggetto specifico, e non lo troviamo.

Un commento su “Lampadine alla posta…”

  1. Commento ad oltre un anno di distanza dalla redazione del blog. Ho comprato un proiettore super 8 su eBay e volevo procurare una lampadina di riserva, sebbene ne fosse dotato e fosse nuova. E’ una lampada alogena con riflettore a parabola, simile a quelle che vengono usate in negozi e in locali di ristorazione e intrattenimento.
    Dati della lampada: attacco g6,35; 100 W; 12 V.
    In tutti i negozi di elettricità del centro di Bari, erano forniti di lampadine a 12 V sì, ma non più potenti di 75W. Vado in alcuni negozi di fotografia e mi guardano come un marziano; qualcuno ha detto pure che non le fanno più, ma qualcun altro ha detto, -aaah, è una lampada per i proiettori super 8?!-.
    Ho risolto il problema andando da un grossista, che aveva un cassetto pieno di queste lampadine ed erano le ottime Osram Xenophot. 7 euro e ho adesso la lampada di riserva.

    Sono d’accordo con te, quindi, sul fatto dei grandi magazzini; non è vero che si trova tutto!!! Se vuoi un prodotto specifico…non c’è niente da fare…non lo troverai all’ipermercato! E questo vale per tutti i campi!

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