1) La scarsa chiarezza delle dichiarazioni (quasi omertosa) da parte della polizia, nessuno sa nulla, nessuno è informato dei fatti. Pedrazzini cambia le giustificazioni addotte alla carica per almeno tre volte.
2) L’assurda e indifendibile posizione di Pedrazzini riassumibile con “non ci si può burlare di istituzioni, polizia ed autorità”. Cito Mariuccia Ciotta (dal manifesto di oggi 11 dicembre 07) “la satira è una stonatura del linguaggio dei potenti, è una frattura dello status quo, è politica. è un esercizio di libertà che “offende” la verità dominante”
3) Il tentativo di giustificare la carica con questioni sindacali (la polizia lavora troppo, non abbiamo abbastanza personale) o a livello umano (sono uomini, non sono mica di ferro).
In rosso ho cercato di riassumere il contenuto delle dichiarazioni, togliendo fronzoli ed orpelli per arrivare al messaggio significativo.
Da: Le cronache della Svizzera Italiana di lunedì 26 novembre 2007:
Giornalista: “La cantonale non ha esagerato ieri a Lugano?”
Luigi Pedrazzini: “Io non sono in grado di dare un giudizio perché non ero presente ieri a Lugano e perché non ho ancora in mano elementi per poter giudicare l’intervento della polizia. So che nella seconda fase, quando si è proceduto al fermo di ulteriori cinque persone nelle vicinanze del pretorio vi sono stati dei tafferugli, però non sono in grado di giudicare se l’intervento della polizia sia stato esagerato. In ogni caso vi sono state delle provocazioni importanti, mi è stato detto. Se ci sarà stata un’esagerazione andremo a verificare fino in fondo, se così sarà stato, ma non posso, in base agli elementi che ho in mano e ho a disposizione, dare un giudizio.”
Cosa ha detto veramente: “Io non c’ero ma mi hanno detto che ci sono state delle provocazioni”
Giornalista: “Tra l’altro un ragazzo che stava facendo delle riprese video è stato manganellato, quasi che una delle preoccupazioni degli agenti fosse quella di non lasciare tracce.”
Luigi Pedrazzini: “Anche su questo episodio, da parte della polizia non mi è stata data una conferma, perché non risultava una denuncia specifica alla polizia, e chiaramente se ci sarà stata una azione di questo tipo ci sarà, presumo, anche una denuncia e quindi anche un’inchiesta da parte del ministero pubblico se vi sarà stato ferimento o intervento inadeguato della persona, per cui anche qui direi, per poter giudicare la cosa bisogna attendere. In ogni caso non mi risulta che la polizia ha agito con l’intenzione di impedire di filmare o fotografare perché sarebbe quasi ridicolo visto l’assembramento di persone che c’era… non, non… Questi fatti non possono sfuggire all’occhio di qualche telecamera o macchina fotografica per cui non penso che l’intendimento fosse quello, però ripeto che se ci sarà un inchiesta sarà l’inchiesta della magistratura a stabilire quello che è successo.”
Cosa ha detto veramente: “Io non c’ero ma non penso che sia successo davvero, sarebbe ridicolo, perché non saremmo riusciti a picchiare tutti quelli che stavano filmando”
Giornalista: “L’anno prossimo la polizia cantonale dovrà verosimilmente fronteggiare l’afflusso di tifosi delle squadre che verranno a fare lo stage di preparazione degli Europei in Ticino, quello che è capitato ieri solleva non poche perplessità sull’addestramento degli agenti di fronte a situazioni ad alta tensione.”
Luigi Pedrazzini: “No io credo di no, anche se può darsi che ci siano episodi singoli che vanno evidentemente dapprima appurati e poi se caso anche sanzionati, però in generale il livello di preparazione dei nostri agenti anche per fronteggiare queste situazioni è buono e lo si è dimostrato in più occasioni nel passato. Bisogna però capire che sono situazioni di estrema tensione, che gli agenti sono uomini anche loro e che negli ultimi giorni non soltanto a Lugano, ma anche in altri posti, penso ad Ambrì sono stati sollecitati, si tratta sempre o quasi delle stesse persone. Bisogna avere non comprensione assoluta ma capire in che contesto difficile operano, però in generale il livello di mantenimento d’ordine svolto dalle nostre polizie è al livello degli altri cantoni e quindi in grado di fronteggiare situazioni problematiche come potrebbero avvenire, io spero di no, in occasione degli europei di calcio.”
Cosa ha detto veramente: “Poveri poliziotti, se picchiano è perche sono stressati.”
Da: Il quotidiano RTSI di lunedì 26 novembre 2007:
Decio Cavallini, capo Gendarmeria Ti: “La carica, per noi non è una carica ma era un fermo, quindi è stato un intervento per fermare queste persone e da qui è nato quello che è nato. Bisogna dire che gli accertamenti sono in corso, per quanto è successo rispettivamente è anche in corso un’inchiesta per stabilire cosa questi manifestanti hanno commesso, che tipo di reato per poi decidere la denuncia o meno al ministero pubblico.”
Cosa ha detto veramente: “Abbiamo caricato, anzi no, era un fermo! Non sappiamo bene perché lo abbiamo fatto speriamo che l’inchiesta ci dia qualche spunto per sporgere almeno una denuncia.”
Decio Cavallini (commentando le denunce del CPE): “A noi questi fatti risultano nuovi, quindi dobbiamo fare degli accertamenti, perché che sia stato rotto il braccio ad un manifestante questo lo sento per la prima volta e rispettivamente sento per la prima volta tutto quello che lei ha detto, quindi noi nei prossimi giorni svolgeremo tutti gli accertamenti necessari per poter capire se questo è realmente accaduto.”
Il giornalista: “A vostro parere a questo punto degli accertamenti lei si sente di dire che nessuno ha perso la testa, ma si è fatto quello che doveva essere fatto?”
DC: “Assolutamente, io mi sento di poter dire che non è stata persa la testa e non credo nemmeno, a meno che gli accertamenti dimostrino il contrario, che ci sia stato una sproporzione nell’uso della forza”
Cosa ha detto veramente: “In generale sospettiamo che i manifestanti raccontino palle, siamo nel giusto!”
Luigi Pedrazzini (in studio): “Io credo che, dal momento che ci saranno delle denunce, almeno da quanto ho sentito in questo servizio, sarà il magistrato a valutare se ci sarà stato un uso non proporzionato della forza. Io constato che il compito della polizia in queste situazioni è particolarmente difficile, è facile dopo giudicare se è stato più o meno importante, ma prima bisogna tener conto di tutta una serie di fattori. La polizia è riuscita in definitiva nello scopo, che era quello anche di impedire, perché questa era la volontà chiara del municipio di Lugano e dell’autorità cantonale, che ci fossero dei disturbi all’azione autorizzata della presenza della parata militare. Vi sono state delle provocazioni a quanto mi si è detto anche nei confronti della polizia, bisogna tener conto delle difficoltà, delle tensioni, questi poliziotti sono… non sono uomini di ferro, sono uomini che agiscono anche loro a secondo degli impulsi, cercano evidentemente di farlo nel modo migliore, può succedere qualche volta qualcuno si lasci trasportare più del necessario, però tutto va rivisto in un contesto di tensione, dove la tensione non è stata provocata, a quanto mi risulta, principalmente dagli agenti di polizia in quel momento. E va visto anche nelle sollecitazioni continue, abbiamo situazioni… la polizia ha dovuto fronteggiare per esempio l’altra sera situazioni problematiche anche ad Ambrì Piotta, quindi veramente bisogna capire che il poliziotto è un uomo che svolge un compito estremamente difficile, se ci sono state delle esuberanze verranno sanzionate come sempre il caso, ma questo non legittima un giudizio generalizzato di condanna della polizia.”
Cosa ha detto veramente: “Poveri poliziotti, tutti giorni chiamati a picchiare qualcuno, non sono mica di ferro, se li sfotti è normale che ti manganellino… La polizia ha provocato perché è stata provocata.”
Giornalista: “Lei ha parlato di tensioni, l’anno prossimo ci saranno in Svizzera gli Euro 08, le forze dell’ordine ticinesi sono adeguatamente preparate?”
Lugi Pedrazzini: “Io penso di si, gli esempi che abbiamo dal passato, quando hanno fronteggiato situazioni di mantenimento d’ordine lo hanno fatto correttamente, questo non impedirà magari che ci siano delle situazioni di tensione, magari anche qualche tafferuglio, qualche scontro, però la polizia è preparata per svolgere questo compito può anche darsi che in qualche singolo caso vi stata qualche esuberanza però in generale io ho fiducia del grado di preparazione e di comportamento dei miei uomini.”
Cosa ha detto veramente: “Già mettiamo in conto che durante gli Euro08 la polizia si sconterà con i tifosi”.
Da: Comunicato Stampa della polizia Cantonale
“La Polizia procedeva quindi al fermo di altre 5 persone, con lo scopo di identificare tutti gli attori del perturbamento della sfilata sul lungolago. A seguito dei questi fermi i manifestanti hanno reagito con violenza, lanciando pietre, sedie, biciclette e lattine di birra contro gli agenti.
Le forze dell’ordine hanno quindi sgomberato l’area antistante il Posto per un raggio di sicurezza di 50 metri. In questa fase, a scopo di difesa personale, è stato fatto uso dello spray al pepe
A questo punto la manifestazione si è disciolta.”
Cosa ha detto veramente: “Volevamo identificarne altre cinque, poi hanno reagito con violenza e abbiamo dovuto sgomberare la strada”.
Da: Il quotidiano RTSI di venerdì 30 novembre 2007:
Romano Piazzini: “Il ministero è serenamente in fase di attività per quanto riguarda l’inchiesta che è in corso, per quanto riguarda il nostro punto di vista tecnico abbiamo effettuato proprio questo pomeriggio un debrifing dove abbiamo constatato che sinceramente che se non ci fossero state delle provocazioni piuttosto marcate da parte dei manifestanti non ci sarebbe stata nessuna reazione da parte della polizia e quindi tutti a casa tranquilli e contenti”.
Cosa ha detto veramente: “Se non ci avessero preso in giro non li avremmo picchiati”.
Commissario Ongaro: “Il nervosismo è forse dovuto alla stanchezza, la stanchezza di quei colleghi adibiti al servizio d’ordine, che la sera vengono impiegati per una partita di Ochei e il giorno dopo sono impiegati di nuovo per una partita di calcio, questo impiego continuo è abbastanza stressante, d’altronde non avendo effettivi a sufficienza, eccola, che ci si è confrontati ad utilizzare sempre i medesimi agenti.”
Cosa ha detto veramente: “Poveri agenti stressati, sono stanchi e nervosi perché lavorano troppo”.
Da: Il quotidiano RTSI di lunedì 3 dicembre 2007:
Giornalista : “Luigi Pedrazzini da la sua versione dei fatti: la carica dice, è avvenuta solo in un secondo momento per identificare manifestanti che agivano a volto scoperto”
Luigi Pedrazzini : “Io credo che il dissenso civile non deve essere necessariamente manifestato mascherando il proprio volto, in ogni caso questo secondo intervento era e aveva lo scopo di fermare e identificare delle persone che avevano il volto coperto, sono uscite dalle retrovie della prima linea di polizia, la prima linea era in tenuta antisommossa, sono usciti degli agenti non in tenuta antisommossa per procedere al fermo, e qui si è scatenato l’inferno, cioè c’è stata la rea… l’inferno per modo di dire…”
Cosa ha detto veramente: “Abbiamo caricato perché avevano il volto coperto”.
Da: Corriere del Ticino del 7 dicembre 2007 (di Luigi Pedrazzini, rubrica l’Opinione)
DIRITTO ALLA PROVOCAZIONE?
Lunedì in Gran Consiglio ho risposto all’interpellanza socialista che chiedeva lumi e valutazioni sull’intervento della Polizia a Lugano in occasione delle Giornate dell’Esercito.
Non mi attendevo che Bertoli si dichiarasse soddisfatto delle mie spiegazioni (le premesse dell’atto parlamentare già anticipavano un giudizio di merito che non poteva poi essere sconfessato).
Mi aspettavo invece che il presidente socialista, pur non condividendo il mio giudizio sull’intervento, sapesse almeno prendere le distanze dalle provocazioni, dagli scherni e dagli insulti nei confronti della Polizia. Non solo non lo ha fatto, ma ha addirittura implicitamente reso legittimi simili comportamenti quando ha messo in dubbio la professionalità della Polizia perché non avrebbe saputo supinamente accettare le provocazioni. A parte il fatto che, come ho chiaramente spiegato in Gran Consiglio, la Polizia non ha reagito alle provocazioni verbali, agli insulti e agli scherni, bensì alla reazione violenta dei manifestanti quando alcuni agenti sono usciti dai ranghi per fermare e identificare alcune persone, spiace constatare come il rappresentante di un importante partito politico non abbia saputo o voluto prendere con chiarezza le distanze da espressioni di insulto e di scherno nei confronti della Polizia.
Il diritto alla ‘civile dissidenza’ comprende la facoltà di provocare, insultare, schernire le Autorità? Certo: si può pretendere che la Polizia usi la forza solo come ultima ratio (e la Magistratura esaminerà le denunce, stabilirà eventuali abusi e sanzionerà, se del caso, comportamenti penalmente rilevanti). Ma si può anche pretendere che la classe politica intera – sinistra compresa – dia un segnale inequivocabile di condanna nei confronti di chi provoca e insulta gratuitamente gli agenti di polizia che esercitano le loro funzioni su mandato dell’autorità politica cantonale o comunale. Non mi illudo che ciò possa realmente avvenire. Sarebbe però importante! Per la sinistra significherebbe superare equivoci del passato che sembrano resistere soprattutto nel nostro Cantone. Per la Polizia sarebbe un segnale di forza e di fiducia, necessario proprio per permetterle di fronteggiare con serenità e autorità le situazioni più problematiche.
Cosa ha detto veramente: “La polizia e le autorità non possono venire schernite, sono intoccabili chi non condanna i clown ne è complice”.
Da: Corriere del Ticino del 11 dicembre 2007 (di Romano Piazzini, rubrica il Commento)
Anche da noi la minaccia asimmetrica
Un tempo gli avversari si affrontavano ad armi pari. (…) Pensiamo alla lotta al terrorismo che vede servizi segreti e polizia vincolati da un preciso quadro giu ridico che limita la facoltà di procedere a intercet tazioni, controlli, perquisizioni e pedinamenti. Sul lato opposto, terroristi completamente liberi, privi di ogni freno. Pensiamo al mantenimento dell’ordine dove le for ze dell’ordine sono astrette al rispetto di regole precise e rigorose. Da loro ci si attende pure che sop portino ogni genere di provocazione, insulti, spu ti, lancio di pietre e di acidi. Di recente, a Berna, i manifestanti, autonomi, han no lanciato sulla polizia e sui passanti grosse viti della lunghezza di 30 cm, mentre in paesi a noi vi cini sono già comparse scuri, coltelli e armi da fuo co. È legittimo chiedersi dove condurrà questa spirale di violenza. A nostro avviso esiste una diretta correlazione fra potenziale di violenza e minaccia asimmetrica. Più l’autorità istituzionale pone dei limiti all’azione di contrasto dello Stato ed estende i margini di tolleranza, più assisteremo ad un incremento della violenza. In altre parole, più imporremo alla polizia di accettare ogni ti po di provocazione, di insulto, di prevaricazione e di violenza da parte dei perturbatori dell’ordi ne pubblico, più assisteremo ad una pericolosa recrudescenza. I perturbatori mirano infatti a sperimentare i limiti che l’autorità politica è disposta ad accettare. Lo costatiamo anche in famiglia, i figli, crescendo, sono impegna ti nella costante attività di veri fica dei propri limiti, dei limiti che i genitori sono disposti a tol lerare. Se i genitori sono troppo permissivi, ad un certo punto dovranno intervenire drastica mente per ripristinare una disci plinata e armoniosa convivenza famigliare. Allo stesso modo, uno stato troppo tollerante dovrà presto o tar di reagire con fermezza per evi tare che la situazione sfugga di mano. Più aspetta a posare i pa letti, più incisiva dovrà essere la reazione. Una società sportiva lassista do vrà trovare il coraggio di diffida re i propri tifosi violenti per scon giurare pregiudizievoli perdite di immagine e sanzioni. È triste costatare questo degrado proprio in un paese democratico dove ognuno è veramente libero di manifestare le proprie idee purché lo faccia in modo civile e rispettando la libertà degli altri. È quindi inevitabile, allorché que sto rispetto viene meno, che lo Stato (e non la polizia, che ne è soltanto strumento) reagisca in modo tale da ricordare a quan ti si ritengono totalmente liberi anche di calpestare i diritti altrui, che in una collettività esistono dei limiti. C’è quindi da sperare che alme no a livello cantonale, il proces so di sviluppo della minaccia asimmetrica inverta il senso di marcia e si ritorni ad un confron to (se possibile, di idee) più sim metrico, pacifico e costruttivo.
Cosa ha detto veramente: “La polizia è indifesa davanti all’indisciplina dei manifestanti, cercano limiti e dobbiamo darglieli, sennò dove andremo a finire…”.