Il grande palazzo del Re del Marocco e quasi sempre vuoto, il sovrano passa solo qualche giorno all anno qui a Fes lasciando le centinaia di stanze e il gigantesco giardino deserti per il resto dell anno, le guardie della gendarmeria reale continuano a pattugliare il nulla facendo lunghissime ronde attorno ai muri del palazzo. Il taxista che ci accompagna dalla "nouvelle ville" dove ci ha scaricato il pulman (viaggio piu che accettabile) alla lontanissima citta vecchia entro le mura, riversa su di noi un po del suo repubblicanesimo.
Fes e bella, grande, caotica, affascinante ed irritante e vale qualche giorno di pausa. Ci perdiamo nel gigantesco mercato che riempe le labirintiche viuzze. Scimmie ammaestrate, torrone cosi dolce che pare fatto di carie, zampe di capra, protesi dentarie, tartarughe e qualsiasi altra cosa che possa venirti in mente. Vicino alla grande universita ricoperta di piastrelle bianche inizia il quartiere andaluso, poco piu in la, subito fuori dalle mura quallo ebraico, con tanto di sinagoga e cimitero. Beviamo succo di avocado aspettando che Rachid, un sarto gentile, che parla a bassa voce nella sua bottega nel caos del suk, finisca di cucire un paio di pantaloni. In cambio di una piccola mancia il custode della scuola coranica ci porta a visitare le stanze degli studenti. Qui studiano il corano per 13 anni, lo stato gli paga il vitto che viene cucinato da ognuno nella propria stanzetta, studio e preghiera per diventare poi finammente Imam.
Siamo scesi nella citta nuova, il nuovo sindaco di Fes preferisce costruire spropositati edifici moderni che diano lustro alla citta piuttosto che conservare le abitazioni antiche della medina che, nonostante siano patrimonio dellUNESCO, stanno crollando. Il progetto della nuova stazione ferroviaria di vetro e cemento affisso sulle pareti della vecchia stazioncina di fes lascia trasparire questa megalomania del primo cittadino.
Comperiamo un biglietto per Marakes, domattina si riparte.