Minareti mentali

Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui. (Umberto Eco)

Signor e signora Culo
Un’iniziativa anti-minareti in Svizzera è un po’ come un’iniziativa anti-umidità nel deserto o una campagna anti-cobra al Polo Nord. In Svizzera è evidente che non c’è un problema di sovrabbondanza di minareti, io personalmente non ne ho mai visto uno e non è che nel quotidiano diano questi grossi problemi (tipo che si va a sbattere contro i minareti o che non si trova parcheggio perché hanno edificato un minareto). Ma gli specialisti mi spiegano che nella nostra verde Elvezia ce ne sono già quattro (e un quinto, allarme, sarà edificato prossimamente). Giusto per capire l’ordine di grandezza di questi numeri possiamo prendere ad esempio il cognome “Culo”. Voi quante persone conoscente che portano questo scomodo appellativo? Io personalmente nemmeno una. Eppure ce ne sono almeno sei (ahiloro!), quindi è statisticamente più probabile che conosciate un membro di questa famiglia, piuttosto che incontriate un minareto. E già questo semplice calcolo dovrebbe dimostrare in maniera inequivocabile la pretestuosità di questa iniziativa!

Vietato vietare
Faccio sempre fatica a capire quando è giusto vietare qualcosa. Fondamentalmente sarei per la libera espressione di chiunque, ma poi mi pongo alcune domande. I tipi dell’UDC, facendo appello alla libertà di espressione, cercano di limitare la libertà di espressione dei minaretofili. E poi, sempre i tipi dell’UDC, avendo Blocher il miliardario fascista alle loro spalle, avranno sicuramente possibilità di esprimersi come e quando vogliono. Non è che gli si proibisce di parlare del tema o di spiegare le loro motivazioni, è che queste schifezze “made in UDC” appese massicciamente sui muri del cantone, sono un’istigazione al razzismo e all’odio interculturale. Poi, fosse per me, proibirei anche la costruzione di minareti, come proibirei l’edificazione di chiese cattoliche o di qualsiasi altra confessione, di stadi, di strade, di inceneritori, di appartamenti di lusso. Proibirei anche le pagine dedicate allo sport sui giornali, i riscaldamenti a palla sugli autobus, le cravatte, la videosorveglianza in città, la stampa di giornali domenicali gratuiti, i bonus ai manager, la polizia, le password sulle reti wireless e potrei continuare questa lista per parecchie pagine. Ma questo è il mio lato intollerante, che seppur è, come canta Caparezza, “molto interessante” non deve sovrastare il resto di quel poco di raziocinio che mi è rimasto.

Impregnato di buon senso il commento della leghista Antonella Pan Fassora sul Mattino (i problemi sintattici sono ripresi paro paro dall’originale): “il cartellone antiminareti può piacere o non piacere: chi lo trova di cattivo gusto, eviti di guardarlo. Se poi ci sono cittadini stranieri che ritengono che il nostro sia un paese razzista perché non vieta il cartellone sui minareti, vuol dire che questi cittadini stranieri da noi non sono al suo posto. (…) Del resto, a me dà fastidio il cartellone del Kebab (…) ma non per questo propongo che venga proibito.

Un manifesto bruttarello
Il manifesto ben si iscrive nel solco tracciato dalle ultime campagne dell’UDC. Le pecore nere, i corvi neri e ora i minareti neri. Il concetto è basico come la capacità di ragionamento di chi accetterà l’iniziativa. I minareti neri, come dei razzi puntati verso la democrazia, bucano la bandiera, ed una donna velata domina la scena. La bandiera Svizzera è quasi cancellata da queste presenze.
Si allude al terrorismo: eppure quello stesso finesettimana si voterà anche per l’iniziativa contro l’esportazione di materiale bellico elvetico. Con cosa viene praticato il terrorismo, con i minareti con le armi di esportazione elvetica? Cosa bisogna fare quindi per fermare la violenza? Qui i problemi e le soluzioni vengono abilmente confusi. Saremo così tonti da cascarci anche questa volta?

La pub dei lettori
Le seghe del Taiana

Chiedo subito scusa per questo titolo scurrile e sboccato. Non sono per le volgarità gratuite, e men che meno per quelle a pagamento. È che quando si deve fare un titolo per un negozio che vende legnami e attrezzi e che usa per fare una pubblicità una ragazza seminuda in pose sexy è difficile fare altrimenti. La pubblicità è veramente brutta, non ha alcunché di artistico e la scelta di far posare la modella in posizione ginecologiche è del tutto gratuita. Ringrazio Christian per la segnalazione e ricordo ai Taiana che, andando avanti così, diventeranno tutti ciechi e non potranno più vendere il loro legname.

 

Articoli pubblicati su Il Diavolo – quindicinale satirico di venerdì 23 ottobre 2009 nella rubrica "Classeur de Pub

2 commenti su “Minareti mentali”

  1. Hai ragione Lorenzo, spesso e volentieri utilizziamo due (o più) pesi e misure per rapportarci con gli stranieri. Mi pare ancora più terribile del razzismo la discriminazione basata sul reddito: -non mi danno fastidio gli stranieri ma mi danno fastidio i poveri-. Ciao!

  2. Scommetto però che quando arrivano i ricconi arabi alla fete de geneve quelli degli UDC non hanno niente da ridire. Addirittura spostano le date per non farle coincidere con il ramadan

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