Archivi categoria: Diavolo

Raccolta degli articoli pubblicati sul quindicinale satirico “il diavolo”

La Top3 delle peggio pub

La pubblicità è il rumore di un bastone in un secchio di rifiuti. (George Orwell)

Ci sono delle settimane in cui non si trova una singola pubblicità veramente brutta da recensire. Di quelle evidentemente terribili, sicuramente sciocche, esageratamente malfatte. Ci sono delle settimane in cui si viene colpiti da una gragnuola di piccoli messaggi fastidiosi e dissonanti, che creano un senso di nausea, una leggera ubriacatura, di cui a volte non si riesce a trovare ragione. È per questo che in questo numero, il Classeur de Pub, propone la top3 delle pub più brutte della quindicina…

3°: Brico
Questo è un premio di incoraggiamento, per quelli della Brico. L’azienda compie 25 anni e per festeggiare hanno deciso di comperare uno spazio su TicinOnline per il loro banner. In rosso su sfondo giallo propongono di cliccare per “sfogliare il nostro giornalino”. Il “giornalino” è quello che si fa alle scuole medie per raccogliere fondi per la passeggiata scolastica, quello dello sci-club con le foto della gita sociale e i numeri vincenti della lotteria di Natale. Il vostro è un catalogo, un prospetto pubblicitario, un pieghevole, uno stampato, un dépliant, Ma per favore, non un giornalino! Continua la lettura di La Top3 delle peggio pub

Dar-Vida rivaluta il sesso anale

La commedia, come la sodomia, è un atto contro natura. (Marty Feldman) 

Incul-orsi* 
Vaso indebito, orifizio illecito, rapporto sessuale non finalizzato alla procreazione, coito anale tanti modi diversi per definire il medesimo atto che, da Sodoma a Luttazzi, è sempre stato accompagnato da disprezzo, censura e vergogna. Chi l’avrebbe mai detto che proprio la DarVida, storica marca elvetica leader nella produzione di biscotti di segatura, investisse fondi e mezzi per rivalutare questa antichissima pratica erotica e contraccettiva? Lo fanno in maniera discreta, garbata e ironica, per cercare di allontanare questa simpatica variante amorosa dal limbo di decadenza in cui era stata relegata. 
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La rivoluzione della Migros

 Per fare una rivoluzione ci vogliono due cose:
 qualcuno o qualcosa contro cui rivoltarsi&
nbsp;e qualcuno che si presenti e faccia la rivoluzione. 

(Woody Allen)

Non solo frutta e verdura
Dopo la pubblicità della Dacia con Che Guevara e Marx all’ospizio, si pensava che i miti rivoluzionari potessero essere lasciati in pace per un po’. E invece no: ecco la banca Migros che scomoda nientepopodimenoché il dipinto "La Libertà che guida il popolo" di Eugène Delacroix, per pubblicizzare la sua nuova offerta di credito privato online.

Armi, capezzoli e cadaveri
La Marianne della Migros, al posto della bandiera Repubblicana francese, stringe uno stendardo verde con la scritta 5,9%. Il fucile che nell’originale viene brandito con la mano sinistra, è abilmente cancellato con Photoshop, così come tutte le armi presenti nell’originale. Il borghese con il cappello a cilindro sulla sinistra è sostituito da un manager rampante e viene aggiunta una bionda in tailleur masoniano alla sua destra. Sono stati cancellati anche i cadaveri che giacciono sulle macerie davanti alla protagonista. In un impeto di censura vaticana cinquecentesca, anche il seno della Marianne (scoperto e ben visibile nell’originale) viene pudicamente velato rialzando la veste. Sono stati quindi tolte: seni ed armi, un binomio che non può non richiamare alla mente Afrodite A di Mazinga Z, il robot con le tette a razzo. Continua la lettura di La rivoluzione della Migros

La classe operaia va a Paradiso

È tre volte più probabile che vi uccidano mentre andate a comprare un biglietto della lotteria piuttosto che vinciate a quella lotteria. (Charlie, nella serie Numb3rs)

Pir(lotto) svizzero
Visto che il riquadro grigio a bordo pagina è ormai occupato da insulti, maledizioni e anatemi vari passerò a recensire qui le pub dei lettori, anche perché la pub di questa settimana, che ci viene segnalata da Mau, merita uno spazio tutto suo. Iniziamo segnalando lo slogan “Domani già milionari” che per costruzione sintattica fa trasparire la natura teutonica della versione originali du cui è stato tradotto.

Manifesti riciclati
È la ri-affissione di un vecchio manifesto della Swisslos (il lotto svizzero) riciclata da una campagna di qualche anno fa. Il manifesto è diviso in due, la realtà quotidiana di un vincitore della lotteria prima e dopo la vincita. Sopra l’operaio (bruttino e fuori-forma) è inginocchiato e sta livellando del cemento in un grigio cantiere, nella parte inferiore invece, lo stesso operaio sta spalmando crema solare su di una bella ragazza (bionda e svestita) che prende il sole sul bordo di una piscina soleggiata.

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Cultura a Lugano: L’incubo di Darwin

Doppia pagina del "Classeur de pub" su "Il Diavolo" in edicola da domani… 

Anche se una scimmia si veste di seta, scimmia rimane.” Proverbio spagnolo

La seconda che hai detto
Perché non passare una serata diversa a Lugano? Fra le moltitudine di frizzanti proposte culturali che offre la vivace città sul Ceresio, scelgo un’attività pubblicizzata dai grandi manifesti affissi ovunque. Il titolo della serata è "Darwin, l’eterno anello mancante", sarà forse una conferenza legata alla saga tolkieniana? No: mi sbaglio! Ripongo nell’armadio il costume da Frodo Baggins e continuo a leggere. Si tratta di una "Conferenza Scientifica", una di quelle con la “S” maiuscola, mica di una "conferenza di quaquaraquà", una cosa seria e affidabile insomma. L’impostazione grafica del volantino che richiama quella di un discount di quart’ordine, non lascia dubbi sull’integrità scientifica dell’evento. Alcune domande fondamentali per l’umanità fanno da corollario al manifesto: La cellula si può formare per caso? Boh! Esiste un’intelligenza superiore? Se esiste sicuramente non ha partecipato alla stesura di questo volantino. Il tempo esiste o è una percezione? La seconda che hai detto!

Ospiti a modo e per bene
Dopo José Piñera (ex ministro della dittatura Pinochet invitato a Lugano dall’Associazione dei Liberisti Ticinesi), Pergianni Prosperini (arrestato qualche tempo dopo la visita a Lugano organizzata dall’UDC), ecco una bella conferenza dei movimento creazionista legato agli ambienti del fondamentalismo religioso turco. Lugano città della cultura! Ahh, che aria multiculturale che si respira… Entro trafelato nel palazzo dei congressi, sala principale o sala piccola? Gli antidarwinisti fanno le cose in grande: salone principale. Mi accoglie una hostess che mi offre gli auricolari, la conferenza si tiene in inglese e la sala ospita già almeno un centinaio di persone. Varie le età rappresentate e spicca una cospicua presenza di donne velate, un certo lusso ostentato: cravatte e abiti eleganti si muovono con passo leggero sulla moquette blu.

Prende la parola un tipo vestito come un rappresentate della Cablecom, è Oktar Babuna, si qualifica come chirugo cerebrale. Per me potrebbe essere anche il fratello bello del kebabbaro del chioschetto davanti al parco Ciani. Ci accoglie con un caloroso "Salam Aleikum" e ci spiega che la serata sarà per noi "molto significativa e che avrà un grosso impatto sulla nostra vita". La sua voce è calda e ipnotica ed è un piacere ascoltarlo. Sparsi per la sala come scenografia un buon numero di computer accesi, e l’immancabile Powerpoint proiettato alle spalle del conferenziere. Per una volta, mio malgrado, la pessima acustica della sala non impedisce di sentire l’evento che vi si tiene. Continua la lettura di Cultura a Lugano: L’incubo di Darwin

Novità dall’Eurasia!

Avrebbero potuto analizzare e mettere su carta, nei minimi particolari, tutto quello che s’era fatto, s’era detto e s’era pensato; ma l’intimità del cuore, il cui lavorio è in gran parte un mistero anche per chi lo possiede, restava imprendibile.” (Winston Smith)

Bipensiero e dintorni
“Adesso posso provare la mia innocenza” è il virgolettato riportato su di un banner presente da qualche giorno sul sito di news ticinoline.ch. I banner sono le pubblicità online che vanno per la maggiore, e permettono ai portali commerciali di informazione di sopravvivere (forse definirli di “informazione” è esagerato, vista la bassa qualità dei contenuti). Questi banner sono fastidiosi, intrusivi, inopportuni e rallentano lo scaricamento delle pagine stesse (soprattutto se si è dotati di connessioni lente).

Il banner in questione pubblicizza un nuovo prodotto dell’AXA Assicurazioni. Lo slogan della compagnia è: ridefiniamo la protezione finanziaria. Il sospetto è che stiano ridefinendo parecchie cose: partendo addirittura dal diritto penale. Propongono un apparecchietto da montare sulla propria vettura che registra in caso di incidente, le dinamiche dell’impatto attraverso a dei sensori. Una specie di “scatola nera per automobili” che dovrebbe permettere, in sede processuale, di discolparsi e di dimostrare la propria innocenza. Praticamente un Perry Mason elettronico.

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