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Fetiye

Scusate la grafia ma la disposizione dei tasti sulla tastiera e' molto diversa da quanto sono abituato.

Con unimpressıonante botta di fortuna schiviamo Marmaris e in men che non sı dica siamo sul Dolmus (i pıccoli bus che collegano senza logıca comprensibilq qualsiasi punto) che cı portera' a Fetiye. Suı bıgliettı dell'aliscafo che ci riportera' sul continente il funzionario doganale ha stampigliato ''visitaori benvenuti''. All'entrata in Turchia nessuno si cura di noi se non il baffuto che stampiglia sul passaporto il visto. Sul Dolmus c'e' parecchıa gente, non abbiamo ancora lire turche e l'uomo che funge da tuttofare ci fa capıre che potremo pagare all'arrivo. Oltre all'autısta sui dolmus c'e' una seconda persona il cui compito e' quello di rendere ıl vıaggio il piu' pıacevole possbile. Ci offre acqua; ma neı viaggi piu' lunghi distribuisce anche caffe', the' oppure una specie di dopobarba profumato con cui rinfrescarsi. Sulle tratte piu2 lunghe sono dispensate con generosita' anche vıdeoclip dı bafuti musicisti tuchi che cantano smielatissime canzoni d'amore con mare e scogi a far da sfondo. Sale una donna velata con due bambine ricciole e le borse della spesa. Ci offre due pere.

Dopo alcune ore all'arrıvo a Fetıye, l'autista ci presenta suo fratello che gestısce una pensioncına con una magnifıca terrazza piena dı divane e tappeti. Ci accoglie il padre dei due.

Il colosso di Rodi

E' grande, grosso e rosso. Quando entro in bagno si muove rapidissimo, poi si ferma e mi fissa. E' lo scarafaggio piu' grande che io abbia mai visto e trova casa nel bagno della stanza che un signore al porto ci ha convinto ad accettare. Io lo guardo, lui mi guarda, e' evidente che questa e' casa sua, siamo noi gli ospiti.
La cucaracha (Blattella germanica) resistera' forse alle radiazioni nucleari ma non certo al peso delle 514 pagine della Lonleyplanet Turchia edizione 2007.
Tempo fa ho parlato con un entomologo, che oggi si ricicla come consulente per le ditte di disinfestazione, la sua piu' grande difficolta e' quella di spiegare che la maggior parte degli insetti che solitamente disinfestiamo sono innoqui e che non sono sinonimo di sporcizia.

Siamo a meno di un'ora dalle coste turche, con un traghetto nei prossimi giorni sbarcheremo a Marmarus che deve essere qualcosa di simile alla Rimini turca. Leggiamo con interesse sui giornali online l'esito delle votazioni di domenica che, secondo il Dipartimento degli Affari Esteri elvetico potrebbero rendere insicuro il soggiorno nel paese. Ma pare che non sia successo nulla di particolarmente destabilizzante, confermato Erdogan, quindi la Turchia dovrebbe procedere tranquilla nel suo processo di Europeizzazione.

Ci stiamo preparando ad entrare nel paese leggendo:
Le streghe di Smirne (di Mara Meimaridi) e La bastarda di Istambul (di Elif Shafak), ambedue molto belli ed avvincenti, soprattutto letti qui in una zona in cui si respira gia' aria orientale.

I greci non sembrano molto contenti di apprendere che noi abbiamo intenzione di valicare il confine, ci dicono che in Turchia fa troppo caldo e che i turchi sono molto scortesi con i turisti. Qui a Rodhes invece con i turisti sono fin troppo gentili e ne accolgono a bizzeffe, cerchiamo tranquillita' nelle spiagge poco frequentate. La nostra camera e' nel quartiere ebraico, a pochi decine di metri invece c'e il quartiere turco con il minareto che svetta sulla citta'.

Atene 2

Ancora qualche appunto su alcune cose che mi hanno colpito ad Atene:

1) Nei punti di raccolta differenziata dei rifiuti, accanto a carta, pet e latta esiste anche la campana per la raccolta di telefonini usati.

2) La bevanda nazionale, che tutti i greci bevono in continuazione in grandi bicchieri di plastica trasparente e' un caffe' freddo shakerato, lo chiamano nescafe' frape' anche quando non e' prodotto dalla multinazionale svizzera. Mi chiedo quale fosse il nome originale di questa bevanda.

3) Camminando per le strade di Atene occorre schivare le gocce d'acqua che sgorgano dai condizionatori per l'aria condizionata. Il numero di condizionatori e' davvero impressionante.

4) Vicino ad uno dei nuovi stadi olimpici c'e' una grande discarica in cui vivono accampanti diverse decine di Rom.

Atene

 Atene e' citta' da migliaia di anni. Le sue strade, le case, costruzioni sedimentate l'una sull'altra, strato dopo strato, come una sorta di mussaka urbana trasudano storie di vita. Parecchi squat (12), le pareti tappezzate di manifesti delle attivita' politiche e culturali, stencil ovunque, almeno un paio di grafittari che superano tutti gli altri in quanto a bravura.
I danni lasciati dalle olimpiadi sono visibili, dagli stadi ipertrofici alle migliaia di telecamere sparse per la citta, agli orribili souvenir ormai vecchi in vendita nelle edicole. In stazione polizia armata di scudi e manganelli. Un caldo opprimente che non da tregua, chilometri di rovine, migliaia di turisti. Abbiamo la faccia da residenti, un sacco di greci ci chiedono informazioni a cui non sappiamo dare risposta.

Per raggiungere la Turchia abbiamo trovato un collegamento dall'isola di Rodi, ci aspetta ancora un numero assurdo di ore di traghetto che partira' questo pomeriggio.

Lugano – Patrasso

Pregassona – Lugano – Venezia – Patrasso.
Quintali di carne umana viene caricato sul traghetto che, al prezzo che le sempre meno nostre ferrovie ci chiederebbero per arrivare fino ad Arth-Goldhau, ci portera' fino a Patrasso. Itinerario tipico, scelto dai manzetti di mezza europa, alla ricerca di copule facili sulle isole greche, senza pero' abbastanza soldi per un low-cost aereo. Fra il carnaio stipato sul ponte della nave spicca la coppia di lesbiche che si abbraccia un po' timidamente dietro alle scialuppe, i vecchietti greci costretti per qualche motivo a raggiungere l'italia, che mangiano peperoni ripieni di riso estratti dalla quella che pare essere la versione ellenica del tupperware.
L'aria condizionata all'interno della nave secca le narici e mantiene una temperatura adatta a conservare senza timore le inevitabili stanghe di toblerone nello shop della nave.