La pubblicità è il rumore di un bastone in un secchio di rifiuti. (George Orwell)
Ci sono delle settimane in cui non si trova una singola pubblicità veramente brutta da recensire. Di quelle evidentemente terribili, sicuramente sciocche, esageratamente malfatte. Ci sono delle settimane in cui si viene colpiti da una gragnuola di piccoli messaggi fastidiosi e dissonanti, che creano un senso di nausea, una leggera ubriacatura, di cui a volte non si riesce a trovare ragione. È per questo che in questo numero, il Classeur de Pub, propone la top3 delle pub più brutte della quindicina…
3°: Brico
Questo è un premio di incoraggiamento, per quelli della Brico. L’azienda compie 25 anni e per festeggiare hanno deciso di comperare uno spazio su TicinOnline per il loro banner. In rosso su sfondo giallo propongono di cliccare per “sfogliare il nostro giornalino”. Il “giornalino” è quello che si fa alle scuole medie per raccogliere fondi per la passeggiata scolastica, quello dello sci-club con le foto della gita sociale e i numeri vincenti della lotteria di Natale. Il vostro è un catalogo, un prospetto pubblicitario, un pieghevole, uno stampato, un dépliant, Ma per favore, non un giornalino! Continua la lettura di La Top3 delle peggio pub
Non solo frutta e verdura
“Avrebbero potuto analizzare e mettere su carta, nei minimi particolari, tutto quello che s’era fatto, s’era detto e s’era pensato; ma l’intimità del cuore, il cui lavorio è in gran parte un mistero anche per chi lo possiede, restava imprendibile.” (Winston Smith)
La formula della felicità (…) è consistita nell’eseguire l’operazione consumi fratto desideri. Ma questa è stata una ricetta per il consumismo. Se invece si azzerano i desideri, la felicità tende all’infinito. (Paul Samuelson, economista statunitenese)