Il libro "Pannoloni Verdi", di Valentino Nicola, raccoglie, grazie allo strumento dei cantieri di ricerca, le narrazioni del personale e degli ospiti di una delle più antiche istituzioni per anziani di Bologna l’IPAB Giovanni XXIII. Anche alle nostre latitudini la realtà della "casa anziani", parzialmente staccata dal tessuto sociale, è pressoché sconosciuta a chi non è "parente" o "addetto ai lavori".
Dai racconti particolari con cui ci si può immergere nella sconcertante quotidianità di queste case, si arriva a distillare alcune caratteristiche generali delle moderne "istituzioni totali per anziani". Dall’attesa passiva della morte (funzione terminale) di persone anche di età inferiore ai 60 anni ma ritenute "in esubero" dalla società, ai dispositivi di contenzione farmacologica e fisica, necessari più alla tranquillità e alla razionalità economica istituzionale che alle reali esigenze di sicurezza e protezione degli ospiti.
I "pannoloni verdi" che danno il titolo al saggio, rappresentano i meccanismi di infantilizzazione e dipendenza degli anziani che sono un simbolo dei percorsi regressivi imposti.In questo squallido panorama è l’animazione l’unica entità che cerca di resistere all’istituzione totalizzante, riportando un po’ di dignità al vivere nella casa. I lavoratori e le lavoratrici, contravvenendo ai protocolli e mettendo a disposizione tempo libero e risorse economiche personali cercano di proporre qualcosa di diverso "per non morire di tristezza abbiamo organizzato noi operatori una recita, ora stiamo organizzando una cosa analoga per il 23 dicembre. Ho comperato io io dei cappellini da Babbo Natale e delle stoffe per cercare di animare la serata, nell’incertezza che mi saranno mai rimborsati."Ma anche questa carica di rottura viene presto ed inesorabilmente assorbita dal meccanismo istituzionale "anche le attività ricreative sono sovradeterminate" e rese strumenti per perseguire gli intenti disumanizzanti delle strutture. "Gli ospiti hanno la possibilità di svolgere alcune attività che sarebbe meglio definire assistenziali come tutte le altre, piuttosto che di animazione, dal momento che invece di sollecitare la singola persona accogliendo le sue disponibilità e i suoi talenti, la costringono a fare la tombola, o i cruciverba, creando ancora più dipendenza istituzionale".
Una narrazione serrata e cruda, che smonta il "mito assistenziale" dimostrando che il dispositivo relazionale di fondo presente in queste istituzioni è invece di tipo "custodiale", proprio come un carcere o un campo di concentramento. Le conseguenze sono gravi anche per il personale che ci lavora, che accumula frustrazioni e "usura esistenziale".
Per conoscere i progetti di ricerca, l’archivio di scritture, scrizioni e arte ir-ritata, i seminari e in generale l’attività della cooperativa Sensibili alle Foglie è possibile visitare il sito: http://www.sensibiliallefoglie.it
Nicola Valentino (a cura di), Pannoloni verdi, dispositivi mortificanti e risorse di sopravvivenza nell’istituzione totale per anziani, Edizioni coperativa Sensibili alle Foglie, Roma 2006