Archivi categoria: Diavolo

Raccolta degli articoli pubblicati sul quindicinale satirico “il diavolo”

Slogan scelti a caso

Se fosse il caso a governare il mondo,
tante ingiustizie non avverrebbero. 
(Humphrey Bogart) 

 

Un bel gioco dura poco
Il casinò di Locarno, forse non conscio dei danni personali e sociali prodotti dai casinò, decide di reclutare nuovi potenziali giocatori compulsivi lanciando una campagna pubblicitaria, che, se ci fosse la top ten delle pubblicità più trash andrebbe dritta dritta dietro a quella della signora Palmira che chiama il Conconi per riparare la "canala".La signora Palmira è però certamente più simpatica della biondazza del casinò seduta su di un oggetto che ad una prima lettura è irriconoscibile. Solo ad uno sguardo più attento ci si accorge che si tratta della Ò di casinò, che dev’essere una specie di logo per la casa da gioco locarnese.

Risposta non c’è…
Se apparentemente questo manifesto potrà sembrare banale, pone invece tutta una serie di interrogativi che non possono essere ignorati. Perché la modella ha solo una scarpa? Perché si tiene con la mano un piede? Si è fatta male (ipotesi avvalorata anche dall’espressione dolorante)? Vuoi dire che ha schiacciato qualcosa? Tipo delle fiches appuntite? Nulla è per caso, quindi c’è stato qualcuno che le ha deliberatamente lasciate in giro… un attentatore? Continua la lettura di Slogan scelti a caso

Non sono mica scemo!


La formula della felicità (…) è consistita nell’eseguire l’operazione consumi fratto desideri. Ma questa è stata una ricetta per il consumismo. Se invece si azzerano i desideri, la felicità tende all’infinito.
(Paul Samuelson, economista statunitenese)

Quando l’età non importa
Non sono particolarmente vistosi e nemmeno esageratamente fastidiosi. Abuso di luccichii, esplosioni e 3d, il rosso di sfondo inconfondibile (vi ricordate ancora di quando il rosso richiamava ideali politici ed erotici e non discount di elettrodomestici?). Un grande “0%” dorato in evidenza e l’indicazione dei 15 anni di presenza di Media Markt in Svizzera. Stando alla sezione “storia” del sito elvetico della catena tedesca che vende elettronica di consumo il primo negozio in Svizzera ha visto la luce nel ’94 nelle ridenti località di Dietikon e Dietlikon. Quindi, se la matematica non è un’opinione quest’anno avrebbero dovuto festeggiare il 16° anniversario, e non il 15°. Forse non avevano una calcolatrice sottomano. Sarà forse il caso di “mandarci giù due righe a quelli li”.

Caro MediaMarkt,
ti scrivo a proposito della pubblicità che hai affisso dappertutto per i tuoi 15 anni. Prima di tutto ti dico che secondo me, festeggiare il compleanno di un negozio, è davvero una stronzata! È come festeggiare l’onomastico di un marciapiede o il santo patrono di un estintore. C’è poco da festeggiare. In questi quindici anni hai generato un sacco di traffico sul pian Scairolo, hai riempito le nostre case di elettrodomestici perlopiù inutili e di scarsa qualità, hai creato bisogni inutili e, probabilmente, ci hai anche preso in giro con le tue pubblicità trash. Continua la lettura di Non sono mica scemo!

L’origine della spocchia

Non riesco a persuadermi che un Dio benefico e onnipotente abbia volutamente creato gli icneumonidi con l’espressa intenzione che essi si nutrano entro il corpo vivente dei bruchi.
(Charles Darwin)

Vi ricordate le pubblicità di Scientology sui bus della città di Lugano scovate da “Il Diavolo” lo scorso settembre? Ecco, rispetto alla pub che presentiamo oggi, quelli erano dei messaggi innocui e rassicuranti. Il manifesto è quello nella foto scattata a Lugano (tratta dal blog di Paolo Attivissimo), e rappresenta lo schema dell’evoluzione umana – da scimmia ad uomo – con sopra una croce e la scritta, a caratteri rossi e maiuscoli: “FALSO”. Il titolo è “Darwin, una bestemmia alla scienza” e il testo riporta “L’inganno dell’evoluzione, Il Darwinismo non è una scienza, La materia è un illusione” (dimenticando tra l’altro un apostrofo). Il tutto su sfondo di cielo scuro costellato da galassie colorate.

Cose turche
Ci vuole un attimo a capire chi ci sta dietro: la chiesa cattolica? Sbagliato! Questa volta loro sono innocenti. La campagna, portata avanti in tutta Europa, è promossa da un tale Harun Yahya, pesudonimo dietro a cui si cela Adnan Oktar. Il cinquantenne turco, è considerato il maggior sostenitore del creazionismo del mondo mussulmano. Eccentrico milionario e tuttologo nato ad Ankara, ha scritto saggi antisionisti, sulla massoneria, e negazionisti. È stato ricoverato per 19 mesi in un ospedale psichiatrico di Bakirköy e ha cercato di rendere inaccessibile in Turchia, WordPress una delle più grandi piattaforme blog al mondo per evitare che i blogger lo prendessero in giro (e per un periodo ci è anche riuscito). Continua la lettura di L’origine della spocchia

La realtà photoshoppata

“Io del giornale leggo sempre i necrologi e i cinema. 
Se è morto qualcuno che conosco vado al funerale.
Se no vado al cinema.” (Walter Valdi) 
Quarto potere e dintorni
Le pubblicità che mi impressionano di più sono quelle che, sotto sotto, dicono la verità. È il caso delle affissioni per la campagna abbonamenti 2010 del Corriere del Ticino: presentano degli oggetti di uso comune leggermente modificati. Per esempio un CD con il buco non al centro, degli occhiali con le stanghette incrociati o una tazzina con il manico rovesciato. Sono dei fotoritocchi molto semplici ma abbastanza ben riusciti. Lo slogan spiega l’immagine “Leggere la realtà è una tua scelta: Corriere del Ticino”. Il messaggio è però ambiguo, quello che i creativi di Muzzano hanno in testa è “se non vuoi vedere la realtà distorta, abbonati al Cdt”, ma il tutto si presta anche ad una seconda interpretazione “Il CdT ti propone una versione modificata della realtà”. Io, pendo per la seconda. Continua la lettura di La realtà photoshoppata

Lugano sì (è fatta di Prozac)

Chi parla dell’avvenire è un cialtrone, 
è l’adesso che conta. 
invocare i posteri, è parlare ai vermi. 
(Louis-Ferdinand Céline) 
Da: Il Diavolo, quindicinale satirico, in edicola oggi

Dopo il disastroso risultato uscito dalle urne lo scorso fine-settimana, il Classeur de Pub aveva bisogno di qualcosa che scuotesse la sua routine. Per cui, ha preso il coraggio a due mani, si è infilato il suo abito migliore (e non ci vuole molto) e si è recato alla presentazione dell’associazione “Lugano sì”. La maggior parte di voi non saprà probabilmente di che cosa sta parlando, allora procediamo con ordine. “Lugano sì” è un’associazione fondata nel 2005 da diversi ricconi e faccendieri luganesi con l’intento di esprimere il loro affetto nei confronti della città sul Ceresio e fare proposte per plasmarne il futuro. Giusto per capire di chi si sta parlando basti sapere che ne è presidente Alberto Ménasche, Gran Maestro della Gran Loggia Massonica Svizzera Alpina, vicepresidente tuttora in carica, secondo registro di commercio un morto: Aniello Lauro, definito “il re dell’albergheria ticinese” che ha lasciato questa valle di lacrime nel febbraio di due anni fa. Ne fanno poi parte Paolo Sanvidio (municipale di Lugano, ex PPD ora leghista), Nando Ceruso (sindacalista OCST) e un pugno d’altri VIP. Non male come inizio?

Negli scantinati di Mantegazza
La presentazione si tiene nella nuovissima sala “Metamorphosis” al piano interrato del palazzo Mantegazza, sul lungolago di Paradiso. Un obrobrio in vetrocemento che farebbe arricciare il naso persino agli urbanisti di Dubai. Continua la lettura di Lugano sì (è fatta di Prozac)

Esportiamo solo materiale bello!

Quando un uomo con la pistola 

incontra un uomo col fucile, 
quello con la pistola è un uomo morto. 

(Per un pugno di dollari)

Davide contro Golia
Per fare pubblicità ci vogliono soldi, è risaputo! Nel caso delle campagne politiche la questione diventa ancora più evidente e da qualche parte anche preoccupante. Chi ha più soldi avrà più facilità a farsi sentire e quindi, a convicere chi è chiamato a votare. Siamo tutti uguali però se sei ricco è meglio! Per quanto riguarda l’iniziativa contro l’esportazione di armi, questa differenza è particolarmente visibile. Da una parte c’è la lobby dell’industria degli armamenti con una cifra d’affari da far invida a Paperon de Paperoni, e dall’altra i vari gruppi "per una svizzera senza esercito" che fanno colletta fra gli amici, vendono torte biologiche e collanine di conchiglie ai mercati per cercare di finanziarsi la campagna contro le esportazioni. La Ruag, che ha uno stabilimento anche ad Agno, è industria attiva nel settore degli armamenti. Produce per esempio le bombe a frammentazione, quelle che hanno la particolarità di dividersi in tante piccole bombette che restano inesplose fino a quando, ohibò, qualcuno le tocca. Ha la particolarità di essere di proprietà della Confederazione e di aver finanziato la campagna contro il divieto di esportazioni di armi con almeno 200mila franchi. Il Ceo della Ruag, Lukas Braunschweiler ha dichiarato alla stampa "Siamo una ditta di diritto privato e facciamo quel cazzo che vogliamo, in più siamo anche armati!". Continua la lettura di Esportiamo solo materiale bello!