Da: Voce Libertaria / no 16 – marzo 2011
È difficile decretare con precisione dove nasca il fiume Cassarate, se lo si risale con pazienza ci si può perdere fra le sue parecchie ramificazioni. Sicuramente la sua sorgente è in un punto imprecisato alle pendici del Gazzirola, in zona san Lucio, monti su i cui sentieri decine di contrabbandieri hanno trasportato le bricolle, trasfugando riso, sale, sigarette e più recentemente marijuana da una parte all’altra di un arbitrario confine.
Zampillando fra un sasso e l’altro il fiume ha creato la Val Colla, e bagna paesi con nomi che arrivano dritti da epoche remote: Colla, Scareglia, Signora. Scende ancora, il fiume, arriva a Sonvico, e qui ha già raccolto abbastanza acqua da creare alcune belle pozze. È difficile accedervi, bisogna un po’ arrampicare e un po’ procedere con i polpacci in acqua. Ma quando ci si arriva si ha la sensazione di essere in un luogo fuori dal mondo, dove bagnarsi nudi, dove godersi i pochi raggi di sole che riescono a solcare il denso soffitto di foglie. Luoghi dove suonare il dijeridou, improvvisarsi cantori gregoriani, mettere in equilibrio i sassi uno sull’altro lasciandosi andare a derive mistiche impensabili altrove. Sotto il ponte di spada nel Cassarate si getta il Capriasca, la cui acqua è percettibilmente più tiepida. Qui cresce la felce dolce, la sua radice ha il gusto della liquirizia. Continua la lettura di Il fiume