Dalle macerie del cantone: Ground Zero

GroundZero sta muovendo i suoi primi passi nel panorama editoriale ticinese ed è come una ventata di DeoFreshWC all’interno dei bagni della stazione. Copertina rosa condom, grafica studiata, carta piacevole al tatto e quel buon profumo di rivista stampata senza compromessi con sponsor commerciali (che spiccano per la loro mancanza) e gruppi politici. Si definisce “post-ideologica, pre-politica, post-partitica e pre-confessionale” e racconta di “quel che resta del Ticino”. È dalle macerie del nostro cantone che parte l’indagine di GroundZero per osservare e cercare di capire le perversioni della nostra società. Sarà un percorso in cinque tappe, con cinque numeri monografici che potranno vedere la luce solo se raccoglieranno un adeguato numero di lettori abbonati paganti. L’indipendenza ha un prezzo. Il prezzo che non paghiamo quando leggiamo i settimanali gratuiti stampati grazie alla pubblicità.

Questo primo numero ha come filo conduttore i luoghi: gli spazi fisici e mentali in cui passiamo le nostre vite. Al Serfontana il sabato pomeriggio, in Hotel quando rimaniamo senza casa, al Convento per ritrovare noi stessi, nelle aree di servizio per cercare contatti umani e nelle chat-line per adescare minorenni.

Il coraggioso Cascio Editore si è preso la briga di stampare tutto questo. È un lavoro sporco ma che andava fatto. Una serie di collaboratori, poeti, fotografi, scrittori, hanno rimestato nel torbido per voi. I lettori del Diavolo non potranno non apprezzare la bella pagina di fumetti di Christian Demarta (il papà del Gonzo e lo Stono) che ci accompagna in palestra per rassodarci i glutei e l’anima . Noi possiamo abbonarci (30 sacchi per i prossimi due numeri) o acquistarne una singola copia.

Costa meno della vaccinazione contro l’influenza H1N1 e offre le medesime garanzie di immunità. Se lo regalate a Natale inoltre, farete la figura degli intellettuali!

La voglio!
Per ulteriori informazioni, acquisti o abbonamenti potete contattare la casa editrice tramite e-mail, info@cascioeditore.ch, o al telefono 079 329 29 96.

http://www.cascioeditore.ch/groundzero

La realtà photoshoppata

“Io del giornale leggo sempre i necrologi e i cinema. 
Se è morto qualcuno che conosco vado al funerale.
Se no vado al cinema.” (Walter Valdi) 
Quarto potere e dintorni
Le pubblicità che mi impressionano di più sono quelle che, sotto sotto, dicono la verità. È il caso delle affissioni per la campagna abbonamenti 2010 del Corriere del Ticino: presentano degli oggetti di uso comune leggermente modificati. Per esempio un CD con il buco non al centro, degli occhiali con le stanghette incrociati o una tazzina con il manico rovesciato. Sono dei fotoritocchi molto semplici ma abbastanza ben riusciti. Lo slogan spiega l’immagine “Leggere la realtà è una tua scelta: Corriere del Ticino”. Il messaggio è però ambiguo, quello che i creativi di Muzzano hanno in testa è “se non vuoi vedere la realtà distorta, abbonati al Cdt”, ma il tutto si presta anche ad una seconda interpretazione “Il CdT ti propone una versione modificata della realtà”. Io, pendo per la seconda. Continua la lettura di La realtà photoshoppata

Buone feste, neh!

Esercizio CISA di scrittura filmica.

I vincoli erano: camera fissa su cavalletto, nessun taglio, editing minimo, in cinquanta secondi lei lascia lui, tempo di ripresa circa 1 ora (costruzione della scena compresa).

– Ecco il risultato su youtube

– E per i più curiosi ecco anche la vignetta-storyboard (qui a sinistra) e la sceneggiatura in pdf: OCI-buon natale – seconda versione.pdf

Abbiamo poi montato insieme 6 di questi esercizi per presentarli all’ultima serata tikinò, il risultato è visibile qui!

Credits: Ruslana Goloborod’ko, attrice – Alessandro Martinetti, gambe – Giacomo Jaeggli, camera – Salma Chiguer, script – e tutti gli altri compagni CISA per luci, scene e aiuti vari!

Le mutande di uno degli Assalti Frontali

Non so se avete in mente gli Assalti Frontali. Sono un gruppo di Roma. Sono degli hippopper militanti. Non sono sicuro che siano i termini giusti per spiegare che tipi sono. Dalle mie parti, almeno nel giro del centro sociale c’è una certa ammirazione per gli Assalti Frontali. Anche fra le compagne riscuotono un certo interesse. Penso che siano in quattro o cinque persone. Uno che mette i dischi e gli altri che ci rappano sopra e uno che vende le magliette ed i gadgets. Ma non sono sicuro, non è che li seguo molto. Qualche mese fa, nel centro sociale c’è stata un concerto degli Assalti Frontali. Bisognava farli dormire da qualche parte dopo il concerto, allora io sono andato a casa della mia ragazza e ho lasciato la mia stanza per far dormire gli Assalti Frontali.

Non mi ricordo bene il concerto. Forse non era potuto andare o forse ero rimasto fuori a far cassa per raccogliere i soldi per pagare gli Assalti Frontali. Comunque, dopo che gli Assalti Frontali hanno dormito nella mia stanza, ho trovato nella cesta della biancheria da lavare un paio di mutande da uomo che non erano mie e nemmeno del moroso della mia coinquilina. Non posso essere proprio sicuro al cento per cento che erano di uno degli Assalti Frontali. Però potrebbe essere. Non vedo chi altro potrebbe averle dimenticate.

Gentili poi a non lasciarle appallottolate nel letto ma metterle nella cesta della biancheria da lavare. Non so bene perché le hanno lasciate li, forse le hanno dimenticate o forse si sono confusi. A dire il vero avrei pensato che portassero i boxer. Non so, mi fa strano pensare ad un rapper con le mutande. Mi sono sempre immaginato i rappers con i boxer. Ma forse è un preconcetto mio sui rappers. Non ne ho mai parlato con nessun rappers. Comunque non sapevo bene cosa fare con queste mutande di uno degli Assalti Frontali. Buttarle via mi sembrava peccato. Continua la lettura di Le mutande di uno degli Assalti Frontali

Lugano sì (è fatta di Prozac)

Chi parla dell’avvenire è un cialtrone, 
è l’adesso che conta. 
invocare i posteri, è parlare ai vermi. 
(Louis-Ferdinand Céline) 
Da: Il Diavolo, quindicinale satirico, in edicola oggi

Dopo il disastroso risultato uscito dalle urne lo scorso fine-settimana, il Classeur de Pub aveva bisogno di qualcosa che scuotesse la sua routine. Per cui, ha preso il coraggio a due mani, si è infilato il suo abito migliore (e non ci vuole molto) e si è recato alla presentazione dell’associazione “Lugano sì”. La maggior parte di voi non saprà probabilmente di che cosa sta parlando, allora procediamo con ordine. “Lugano sì” è un’associazione fondata nel 2005 da diversi ricconi e faccendieri luganesi con l’intento di esprimere il loro affetto nei confronti della città sul Ceresio e fare proposte per plasmarne il futuro. Giusto per capire di chi si sta parlando basti sapere che ne è presidente Alberto Ménasche, Gran Maestro della Gran Loggia Massonica Svizzera Alpina, vicepresidente tuttora in carica, secondo registro di commercio un morto: Aniello Lauro, definito “il re dell’albergheria ticinese” che ha lasciato questa valle di lacrime nel febbraio di due anni fa. Ne fanno poi parte Paolo Sanvidio (municipale di Lugano, ex PPD ora leghista), Nando Ceruso (sindacalista OCST) e un pugno d’altri VIP. Non male come inizio?

Negli scantinati di Mantegazza
La presentazione si tiene nella nuovissima sala “Metamorphosis” al piano interrato del palazzo Mantegazza, sul lungolago di Paradiso. Un obrobrio in vetrocemento che farebbe arricciare il naso persino agli urbanisti di Dubai. Continua la lettura di Lugano sì (è fatta di Prozac)

Finalmente esce Ground zero

Pubblicazione post-ideologica pre-politica post-partitica pre-confessionale su quel che resta del Ticino: ground zero.

"Il Ticino contemporaneo ti interroga. Le sue parti le puoi pensare come un’unica città, attraversata da una metropolitana che traccia i percorsi di vita dei suoi abitanti, le cui fermate sono i luoghi deputati ad esprimere il senso delle loro esistenze. Secondo te è ancora possibile, oggi, vedere la tua terra divisa tra città e campagna? Percepisci ancora una differenza tra centro e periferia? E se sì, dove collochi il centro e dove la periferia? Chiasso o il Serfontana? Mendrisio o il Fox Town? Lugano o l’Ikea? Bellinzona o Sant’Antonino? Locarno o il Centro Coop?

La vedi la differenza? Percepisci i limiti? Il centro sfuma. Ti segue nei tuoi tragitti, che da casa ti portano al lavoro, dal lavoro di portano a casa e poi al bar in discoteca al museo in palestra in biblioteca alla boutique al ristorante; sulle strade che diventano luogo di scambio e solitudine in cammino. E se la tua identità si facesse lungo i percorsi, si realizzasse mentre produci e consumi e si annientasse quando ti sdrai sul divano del tuo appartamento in affitto, mentre l’occhio pigia i pulsanti dello schermo piatto? Ground Zero."

Ground Zero è una pre-rivista che desidera mostrare o ri-mostrare il Ticino che ne rimane una volta abbattute le torri della coscienza normalizzata e del sapere confezionato. Coscienti che ogni sguardo è sottomesso alla legge della parzialità, e che parzialità significa compiere delle scelte, sciegliamo di "dire il Ticino" in "?" differenti tappe, che sappiamo formare un ciclo a suo modo organico, frutto di visioni trasversali: i luoghi, il cibo, le persone, i rifiuti, la frontiera; frammenti immaginari di un percorso che potrà realizzarsi a dipendenza della relazione tra il noi e il voi.

Per la presentazione del primo numero, "Ground Zero 01/Luoghi", siete cordialmente invitati Venerdì 4 dicembre 2009 alle ore 20:30 al Canvetto Luganese

Interverranno: Christian Marazzi, Dubravko Pusek, Fabio Pusterla

 

 

Continua la lettura di Finalmente esce Ground zero

Il blog