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Immagini, elaborazioni, schizzi…

Title card

Per un progetto che ho in corso mi sono ritrovato ad aver bisogno di uno di quei cartelli usati nei film muti per inserire le didascalie che accompagnavano le immagini. Le "title card", su internet non si trova molto, se non minuscoli fotogrammi in bassa qualità assolutamente inadatti all’uso per un montaggio video.

Do il mio piccolo contributo per colmare questa lacuna mettendo a disposizione alcune title card che ho rielaborato in qualità accettabile e in formato 16/9, partendo da cartelli originali. Qui un font particolarmente indicato per scrivere le didascalie.

Mi farebbe piacere sapere se queste immagini sono utili a qualcuno e se sono state inserite in qualche video! 

 

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l’album completo qui

 

 

Nazistelli con il senso dell’umorismo

C’è poco da dire, le scritte fasciste sui muri di Lugano compaiono con regolarità. La presenza di svastiche, celtiche e slogan che fanno rabbrividire, è direttamente proporzionale alle campagne razziste e xenofobe, antieuropeiste lanciate dalla destra in governo. La destra istituzionale in qualche modo promuove e giustifica l’esistenza dei nazistelli picchiatori nelle strade.

Mentre ero in giro per la città a fotografare affissioni per "classeur de pub" mi sono imbattuto in due scritte, la cui paternità non è certa, che mi hanno mosso un sorriso. A volte, invece che cancellare il messaggio che non si condivide, può essere utile alterarlo per cercare di modificarne il senso e di deformarne il significato originale. Un atto di Subvertising vero e proprio! 

 

 

Accanto all’ospedale Italiano alla scritta "No nazi" viene aggiunto un beffardo "No party", che riprende lo slogan del Martini e riesce in maniera simpatica (faccio fatica ad ammetterlo) ad esprimere il significato contrario a quello che il primo sprayer antifascista avrebbe voluto comunicare.

 

 

 

Il secondo grafito che mi ha colpito (qui a definizione migliore), lo si può trovare, sempre a Lugano, in una delle viuzze laterali che collegano il Viale Cattaneo con la via Serafino Balestra.

La prima mano, antifascista con un certo gusto poetico "Fascista attento che ancora fischia il vento" (di partigiana memoria). La seconda mano ha completato l’opera aggiungendo "Ci metteremo il pullover" e ha firmato con una celtica. Il tutto poi con l’aggiunta di slogan, tag e cancellature varie. L’obbiettivo dissacratorio contro una rima importante e d’impatto, è stato (ahinoi!) sicuramente raggiunto.

Una tragedia annunciata

A causa delle politiche sull’immigrazione troppo restrittive e alle leggi razziste, nella fortezza Europa vagano come fantasmi milioni di persone senza documenti, che vengono sfruttati nei lavori più duri e malpagati, al servizio di un’economia al tracollo, senza frontiere per merci e capitali, ma che ne determina l’apertura per le persone, a seconda del bisogno di manodopera a basso costo.Anche Marta ed Enrique facevano parte di quelle tante persone costrette da una vita miserabile a passare da una frontiera all’altra cercando di sopravvivere in un mondo ingiusto e disumano non per una triste fatalità, bensì perché un pugno di privilegiati così ha deciso.
Maggiori informazioni su indymedia e sul sito del CSOA il Molino

 

L’audio

L’audio trasmesso dalle casse del soundsistem durante il concerto di sabato è un collage cacofonico di voci che ripetono ossessivamente frasi quali "non esistono esseri umani illegali ma solo leggi disumane" e articoli della costituzione cantonale.

http://noblogs.org/flash/mp3player/mp3player.swf

voci5.mp3

 

Le sagome di Marta ed Enrique

Mentre le sagome incollate accanto all’entrata dell’autosilo di Piazza del Sole, luogo dove regolamente erano presenti giovani migranti suonatori ambulanti sono realizzate alterando fotografie successivamente scomposte in immagini più piccole grazie al servizio online Rasterbator, un tool online per creare enormi immagini rasterizzate da foto di piccole dimensioni.Le immagini rasterizzate possono essere stampate anche come poster dalle dimensioni di 20 metri.

rasterbation.pdf 

 

Laboratorio Informatica Popolare

È ormai quasi tutto pronto per l’inizio del LIP, il Laboratorio d’Informatica Popolare che si svolgerà, nel corso dei prossimi tre mesi fra Lugano (al Molino) e Berna (al Denk:mal). Il progetto, in poche parole, vuole offrire degli spunti di riflessione e delle nozioni pratiche e teoriche su tutta una serie di aspetti che riguardano l’informatica, con particolare attenzione per le risorse libere e per la privacy in rete. Si vogliono socializzare delle conoscenze che siano facilmente spendibili in un contesto di lotta politica. 

 

   

 

I corsi sono organizzati da ch.indymedia.org, sono gratuti e aperti a tutti. Per questa iniziativa ho realizzato i volantini, attingendo dal libro "Curious Moentss" curato da Hendrik Neubaumer che ha selezionato centinaia di scatti della prima metà dello scorso secolo nell’immenso archivio della televisione svedese.

> Guarda la pagina del LIP e il programma dei corsi 

 

Il LIP in poche parole (la presentazione):

"open source, open posting, open society"

Con la diffusione sempre maggiore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione molti aspetti delle nostre vite sono stati sconvolti. Accanto a questi cambiamenti che influenzano sempre più la società che ci circonda è sempre più pressante il bisogno di una visione critica nei confronti della tecnologia che purtroppo viene legata a doppio filo al controllo sociale ed una malsana e schizofrenica paura del proprio simile. Continua la lettura di Laboratorio Informatica Popolare

Laboratorio Informatica Popolare

Se vuoi collaborare vai al wiki, qui invece il blog.

Il LIP in poche parole 
Con la diffusione sempre maggiore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione molti aspetti delle nostre vite sono stati sconvolti. Accanto a questi cambiamenti che influenzano sempre più la società che ci circonda è sempre più pressante il bisogno di una visione critica nei confronti della tecnologia che purtroppo viene legata a doppio filo al controllo sociale ed una malsana e schizofrenica paura del proprio simile.
Il nostro approccio, in opposizione alla deriva commerciale e repressiva delle nuove tecnologie, consiste invece nella promozione e nella diffusione delle conoscenze attraverso un utilizzo critico e consapevole di questi strumenti informatici.
Il Laboratorio di Informatica Popolare (LIP), il cui acronimo è pure il nome di una fabbrica di orologi francesi che diede vita ad uno storico sciopero che negli anni ’70 incarnò la speranza e i sogni di un’intera generazione, nasce proprio dal bisogno di socializzare le nostre conoscenze in ambito informatico. Nasce dal bisogno di conoscenza al di fuori della logica del profitto, stimolando invece l’utilizzo di software libero ed Open Source e nuove forme di azione e interazione. Nasce dal bisogno di conoscere e saper utilizzare gli strumenti atti a difendere la nostra privacy permettendoci di esprimere le nostre idee nella forma e nei contenuti a noi più consoni. Continua la lettura di Laboratorio Informatica Popolare