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Quello che proprio non ho bisogno quando faccio un viaggio in treno

Che quello che proprio non ho bisogno
quando faccio un viaggio in treno
è di incontrare qualcuno che conosco.

Che io mi preparo per bene
tutte le mie cosine da fare
i numeri arretrati di Azione da leggere
le idee da scrivere al computer.

Che proprio non ho voglia di far conversazione
piuttosto guardo fuori dal finestrino
oppure gioco a pacman
che sull’iphone è davvero bello.

Che poi ogni tanto incrocio qualcuno
e faccio finta di non vederlo
mi sposto più avanti
o faccio finta di dormire.

Che magari mi sono anche comperato qualcosa da mangiare
che poi mi imbarazza
e anche se ne offri un morso solitamente non è che uno accetta
e tu sei li che mangi e lui guarda
non è mica bello.

E poi magari sto ascoltando le conversazioni
e vorrei segnarmele giù sul calepino
e poi mi chiedo chissà che cosa pensa
che faccio l’intellettuale che si segna giù i pensieri
che invece non sono pensiero
o almeno non sono pensieri miei
ma son le cose che sento.

Che se poi qualcuno si siede
e allora inizi a parlare
come va bene grazie cosa stai facendo
fai ancora i video si il sociale basta
ho cambiato genere vai ancora al molino
è un po’ che non ci vado non è più quello di una volta.

Tilo

Un pelato con il braccio rotto
Una bionda che legge
Un cinese al telefono
Una prostituta con un odore strano
Un magrebino con le Nike blu
Un ragazzo con i riccioli
Una donna con le calze di nailon
Un prete ortodosso con la barba scura
Un signore con un sacchetto di plastica annodato
Uno con i jeans che scende a Lissone Muggiò
Uno col bomber che ride e tossisce
Uno bello che guarda fuori dal finestrino (o forse si specchia)
Un indiano che beve Gatorade
Un cinese miope
Uno che fa su i drum a bandiera
Uno che parla sottovoce con un altro e gli sfiora la gamba e poi si scusa
Una che dorme molto elegantemente
Uno che legge un libro di carta
Una che si alza e mi lascia il posto
Uno che toglie tutto dallo zaino per cercare qualcosa
Uno che torna a casa
Uno che parte
Uno che scappa
Uno che ha un QR code sulla borsa
Uno che dice a un’altra che un terzo si sposa
Un cinese con una vista da falco
Uno senza basette
Uno che ha preso il treno per un pelo
Uno senza biglietto
Uno senza il biglietto obliterato
Uno che schiaccia il Pet prima di gettarlo
Uno che questa mattina ha pensato al suicidio
Uno che ha appena messo incinta una donna
Una che porta il lutto
Uno che è davvero scontento di come va il mondo
Uno che non è contento del lavoro che fa
Un tedesco dalla Germania
Uno basso
Uno che vorrebbe essere a chilometri da qui
Uno che ama i fiori
Uno che soffre di mal di treno
Uno che nasconde un’erezione
Uno che ha del torrone nella borsa
Uno che twitta
Uno che sta pensando a qualcosa
Uno che non me la conta giusta
Uno che non conta niente
Un conte
Uno che canta
Uno che è stato al conservatorio ma non l’ha finito
Uno che vorrebbe diventare vegetariano
Uno che vorrebbe smettere di fumare
Uno che vorrebbe fumare
Uno che non parla italiano
Uno che non parla
Uno che sorride con gli occhi
Uno che ha dimenticato qualcosa in albergo
Uno che cerca di convivere con i lati peggiori del suo carattere
Uno che vive la vita giorno per giorno
Uno che potrebbe chiamarsi Giorgio
Uno che cerca di non fare il passo più lungo della gamba
Uno che saluta con affetto
Uno con il cappello dei Chicago Bulls
Uno con un fascino di altri tempi
Uno molto controllato
Uno che non dorme da due giorni
Un morto in piedi
Un bersagliere in civile
Un ateo razionalista
Una vittima del successo
Un vietnamita filoamericano
Un working poor
Un fumatore incallito
Uno che è intollerante al lattosio
Un nonno
Un paracadutista in pensione
Un padovano con un forte accento

Primo Maggio a Sesto Primo Maggio

Che quando scendi dal treno a Sesto Primo Maggio, arrivando dalla Svizzera col Tilo tutto pulito e illuminato, e poi scendi giù nella metropolitana l’impatto è quello di quando in Nirvana di Salvatores entrano nel sotterraneo. Forse è esagerato, lo so, ma che se arrivi dalla Svizzera fare quel lungo corridoio semibuio con i neon che friggono, con le telecamere anni ’80 che forse ti sorvegliano o forse no, con il pavimento di quella plastica nera con i bottoni da aeroporto tutta smangiata, con i magrebini che vendono le cover per gli iPhone tempestati di brillanti, gli ombrelli, le scarpe, i Dvd taroccati normali (ma chi mai compera ancora Dvd taroccati nell’era di Nowvideo), i Dvd taroccati porno in seconda fila (ma chi mai compera ancora Dvd taroccatti porno nell’era di Youporn), i bengalesi con le rose, la gente che corre, la gente che fuma, la gente che grida a me viene sempre in mente Nirvana. Tutto sembra preparato da uno scenografo visionario.

Ho aperto un sito (www.olmocerri.ch) dove ci metterò tutte le cose più serie e professionali, tipo il portfolio, il curriculum e tutte quelle cose li. Questo blog qui rimane come blog. Ringrazio Davide di NextView per l’appoggio!

Il cuore del discorso

BDQiX-YCEAEX_zA.jpg-largeDalle nove alle undici ne faccio duecento
e poi dalle undici all’una ne faccio altri duecento
e poi il pomeriggio mi riposo
o se no ne faccio altri duecento
e certi giorni arrivo a settecento.
Che il carciofo lo devi trattare bene, tagliare con attenzione
ogni foglia ad un’altezza diversa
tenere il bianco e togliere il verde vedi
che se no infastidisce sotto ai denti.
Poi lo friggi due volte a testa in giù
la seconda si apre come un fiore.