21° FIT – Festival Internazionale di Teatro – materiali

Negli scorsi giorni ho coordinato la Giuria Giovani del 21° Festival Internazionale del Teatro che si è tenuto a Lugano, Bellinzona e Ascona e la redazione del giornale “Fittissimo”. In totale una quindicina di giovani coinvolti, entusiasti ed intelligenti, dai 15 ai 25 anni.

La giuria ha deciso di premiare lo spettacolo “Aspettando Ercole” della compagnia veneta “Barabao Teatro”.

Con il gruppo redazione abbiamo invece realizzato due numeri del giornale: il primo e il secondo. Che sono stati messi online e distribuiti in centinaia di copie cartacee al pubblico accorso per gli spettacoli.

Abbiamo inoltre curato un blog con le recensioni degli spettacoli e attivato la presenza sui socialnetwork del FIT, in particolare attraverso Facebook e Twitter.

Abbiamo anche coperto a livello fotografico tutti gli spettacoli con un team di quattro giovani fotografi della zona.

Il panino straunto pollo-e-maionese del Picobello

Ispirato dal blog “Discount or die, la sublime arte di fare la spesa al discount” è uscita, sull’ultimo numero del quindicinale satirico “Il Diavolo” questo pezzo.

Una cosa che sicuramente manca alle nostre latitudini sono le schifezzaie. Quei furgoni, piazzati ai bordi delle strade, solitamente vicino a stadi, arene estive e luoghi di concerti che vendono panini per tutta la notte. Solitamente sono gestite da clan familiari, tipo nonnamammaefiglia oppure leiluielasorelladilei spesso con un’impostazione matrilineare. Hanno una piastra dove scaldano la carne, solitamente salamelle (un insaccato che a nord di Chiasso verrebbe chiamata luganiga) o fettine impanate. E poi il pane in grandi sacchi di carta e le “aggiunte”. Crauti, pomodori, salse, formaggio, chi più ne ha più ne metta. Con poche abili mosse ti imbastiscono dei panini straunti e meravigliosi. In Ticino mancano. Se dopo le 9’30 di sera hai fame, non ti resta che mangiarti le unghie. O il fegato. Continua la lettura di Il panino straunto pollo-e-maionese del Picobello

Quasi quasi lascio tutto e affitto quel Chiosco alla stazione di Bodio

Quasi quasi lo faccio, lascio tutto (tutto cosa poi?) e affitto quel Chiosco alla stazione di Bodio che non vuole più nessuno. Almeno un po’ di senso per gli affari credo di avercelo anche io. Certo, Bodio, non è mica centrale, chi vuoi che passi mi si potrebbe anche dire. Non si fermano neppure più i treni. Però se avessi un Chiosco a Bodio ci potrei tenere i maltiser, gli snichers, i baunti, i mars, le cicche stimorol alla menta blu, e alla menta verde, alla cannella e alla liquirizia. Le bigbabol, le morosita e i tictac multipac. La coca zero, l’orangina, il succo di mele sciorle, la rivella rossa, la rivella blu ma quella gialla no che non piace a nessuno. Gli emems, li terrei in pacchetti di dimensione diverse per offrire un servizio diversificato ai miei clienti. Quelli piccoli piccoli che comperano le ragazze, che avranno dentro si e no 12 emems, quelli medi e quelli più grandi, da adolescente in fame chimica, con almeno un etto e mezzo di emems. Mi hanno detto che adesso nei chioschi puoi tenere anche i tramezzini, avrei bisogno però di un frigo perché vanno tenuti al fresco. Quelli triangolari fatti con il pane quadrato tagliato a meta che hanno un vago retrogusto alcolico. Quelli li vendi a cinque franchi come niente. Continua la lettura di Quasi quasi lascio tutto e affitto quel Chiosco alla stazione di Bodio

Alla scoperta dell’universo Hacker

Recensione uscita oggi su Area.

L’affascinante storia del hacking, raccontata attraverso un corale montaggio di interviste ai diretti protagonisti della scena del mediattivismo italiano, in un libro appena uscito, curato da Laura Beritelli ed edito dall’AgenziaX. Il volume, distribuito in libreria, è scaricabile gratuitamente dal web.

10 anni di hacking e mediattivismo” è il sottotitolo, ma la saga della digital guerrilla italiana ha radici ancora più antiche. Siamo negli anni ’90, e le nuove generazioni di militanti cresciuti con i primi computer domestici approdano nelle occupazioni e nelle situazioni autogestite in tutta Italia. Con lo stesso spirito con cui negli anni ’70 si fondavano le radio libere, questi militanti informatizzati danno vita ad un arcipelago di progetti alternativi digitali. Lo scopo principale è quello di creare delle “isole” nella rete, spazi digitali liberati dove esprimere le voci dei movimenti, le rivendicazioni di lavoratori, migranti e in generale di tutti quei gruppi che nascono dal basso. Non basta più la comunicazione fatta attraverso striscioni e volantini, occorre attualizzare il mezzo attraverso il quale diffondere messaggi. L’informazione sta prendendo nuove strade e anche la controinformazione deve inevitabilmente adeguarsi. Continua la lettura di Alla scoperta dell’universo Hacker

Cosa twittano i potenti?

Articolo apparso sul quindicinale satirico “Il diavolo” di giugno 2012

I politicanti ticinesi hanno scoperto Twitter, il popolare social network in cui scambiare opinioni e commenti con un limite massimo di 140 battute. Così come uno stormo di avvoltoi che scopre una carcassa di Zebù, vi si sono assiepati attorno. Volano in cerchio e producono un flusso di tweet continuano, un cinguettio superficialmente inquietante. In tutto il mondo i politici usano Twitter per comunicare con i cittadini, informarli di come, quando e quanto stiano lavorando per noi. Obama spiega la riforma sanitaria, Pisapia chiede aiuto per mappare senzatetto in difficoltà. In Ticino: chiacchiere da bar. Siamo andati per voi a scandagliare questo magma di frasi smozzicate per capire di che cosa twittano i nostri governanti quando pensiamo che stiano lavorando per noi.

L’attività su Twitter del leghista luganese Michele Foletti @MicheleLugano si divide fondamentalmente in due grandi insiemi: cucina e minacce velate alla RSI. Iniziamo dalla più nobile delle sue passioni “Preparato il nasello, scaldato il forno. Tra un po’ infilo e intanto mi faccio un aperitivo” oppure ancora “Questa sera melanzane… ripiene al forno”. E poi a pancia piena, con estrema disinvoltura, passa a lanciare velate minacce rispondendo al capo del Quotidiano RSI @HerberMax che presenta il servizio delle 19’00 a proposito delle spese della casta “Vedete di non tagliare troppo, altrimenti taglio in CORSI”. E poi ancora, non pago, preannuncia la sua visita in RSI con un minaccioso “Alle 17.30 visita della RSI a Comano (futura sede unica) accompagnati dal dir. Balestra. Erressini lavate le mani e rassettate il grembiulino”.

 C’è poi la donna immagine dell’UDC sudalpina, la Claretta Petacci di Bironico, @LaraFilippini che utilizza Twitter per organizzare grigliate interpartitiche “Però dove la facciamo la grigliata? Presso qualcuno o qualche grotto nostrano?”. Continua la lettura di Cosa twittano i potenti?

Il blog