Archivi categoria: Testimonianze

Cose che mi sono successe o a cui ho assistito, recensioni di vita

Recensito dal caffé…

Grandi soddisfazioni questa settimana, il Caffé, settimanale gratuito domenicale recensisce (un po' confusionalmente) il mio blog…

Blog / OLMO

Redazione Caffè

Olmo, blogger ticinese, raccoglie il suo incredibile archivio su http://om.noblogs.org/… Testi, lavoro sociale (tesine raccolte negli anni di studio in Supsi a Lugano), testimonianze, prove grafiche, la particolarissima sezione “NoSport” e l’immancabile Album. Insomma, un po’ per tutti i gusti inclusa la storia del libro per i 10 anni di Csoa il Molino. Il summa, in 6 mesi di lavoro, di mucchi di vecchi comunicati, fotografie e ritagli di giornale. Per tacere delle 152.000 pagine di google consultabili sull’argomento.

Pubblicato il: 11 febbraio 2007
Lunghezza dell'articolo in battute: 599

 

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Lampadine alla posta…

Qualche giorno fa, mentre utilizzavo un proiettore per le diapositive imprestatomi, la lampadina si è fulminata. L’indomani, con la lampadina inutilizzabile in tasca, sono andato nel grande magazzino in cui era stata originariamente comperata. La responsabile del reparto "fatelodavoi" si è stupita vedendo la confezione originale, ingiallita e che riporta come luogo di produzione il desueto "W. Germany". Senza troppa convinzione mi indica alcuni tipi di lampadine che evidentemente non sono adatti, la forma dell’innesto è molto diversa e la potenza è nettamente inferiore a quella necessaria a proiettare in maniera nitida le immagini. Mi chiede se non voglio comperare un nuovo proiettore, eventualmente collegabile al computer. Io le faccio notare che sarebbe assurdo cambiarlo solo perché si è fulminata una lampadina, il proiettore funziona ancora benissimo e non si tratta di un pezzo di antiquariato, ma di un oggetto di elettronica di consumo di non tantissimi anni fa. Continua la lettura di Lampadine alla posta…

Appostamenti sfortunati…

Martedì 31 ottobre 2006, luna crescente, notte magica, le anime dei morti tornano sulla terra. Fuori dal CSOA il Molino c’è un fermento particolare. Gruppi di persone, armati di scale, ponteggi, pennelli e bombolette stanno colorando le pareti esterne (scrostate e pasticciate) dell’ex macello.

Non sono ancora le 21’00 quando Schnelmann e Castelli (stabili erariali e tenente della polizia comunale) con la simpatia che di default utilizzano nei rapporti con i molinari, si avvicinano alla struttura e avvertono che è necessario fermare i lavori. Gli stabili, sono di proprietà del comune e noi non abbiamo l’autorizzazione. Ci intimano ufficialmente di smetterla. Le pareti sono già state imbiancate e le bozze sono già state trasferite sulle pareti, sarebbe assurdo lasciare il lavoro a metà.

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Le panchine sono rosse

Gliel’hanno portata via: non deve essere stato difficile, due operai ed è fatta. Sicuramente lui non ha fatto resistenza, non perchè non fosse importante, ma forse non ne ha avuto la forza. Ancora più probabilmente non era presente, visto il freddo pungente che faceva in quei giorni.

Hanno fatto sparire un’altra panchina, l’ennesima. Per la precisione quella davanti al negozio "aperto" alla stazione di Lugano. Panchina su cui lui, passava gran parte delle giornate non troppo fredde. Lui: Serge, "il nonno" della stazione, "il vecchietto" magro magro, senza denti che parla uno strano miscuglio di lingue confederate. Lo trovavi li seduto alla mattina, quando prendevi il treno alla mattina e alla sera, quando tornavi, era ancora li. D’estate vi rimaneva fino a notte, o almeno fino alla chiusura del negozio. Se avevi tempo, magari da perdere aspettando il treno, potevi fermarti un attimo a parlare con lui, ti avrebbe narrato, forse ricordando, magari un po’ inventando, qualche confuso episodio avventuroso della sua vita. Offriva e cercava compagnia certo, ma dispensava anche tutta una serie di servizi agli avventori della stazione: potevi lasciargli lo zaino o il cane in custodia mentre compravi qualcosa, oppure sapeva dirti se valesse la pena di andare al tassino perchè c’era movimento oppure se ancora, invece, non era salito nessuno. Continua la lettura di Le panchine sono rosse

Repressione al presidio contro Berlusconi a Morcote

Quel giorno a Morocote...Sabato 23 ottobre 2004, assieme a diverse altre persone ho deciso di partecipare alla manifestazione organizzata per contestare l'arrivo a Lugano di Silvio Berlusconi. Numerosi sono i motivi che mi hanno spinto a non voler accogliere questo presidente guerrafondaio, arrivista ed anticostituzionale, mi sono quindi recato, in maniera del tutto pacifica (indossando dei sandali) a Morcote davanti all'hotel che avrebbe ospitato il convegno degli "Azzurri nel mondo".    

Una cinquantina di persone stavano esibendo degli striscioni, urlando slogan e distribuendo volantini. La situazione sembrava tranquilla se non fosse stata per la presenza spropositata di polizia cantonale. Dopo pochi minuti, sono giunte due camionette piene di poliziotti in tenuta antisommossa che, fucili alla mano, si sono schierati davanti a noi. Hanno iniziato a spintonarci con gli scudi di plexiglas, nonostante la provocazione nessuno ha reagito. Gli antisommossa hanno continuato a spingere fino a circondarci completamente. A quel momento hanno annunciato che per uscire avremmo dovuto presentare i documenti e farci identificare.

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Cosa c’è davvero dietro alla mega-rissa in stazione?

Dietro la megarissa c'è qualcosa che le autorità vogliono tenere nascosto, probabilmente qualcosa di segretissimo che quei i cinquanta malcapitati svizzerotedeschi non avrebbero mai e poi mai dovuto vedere. Per ragioni di sicurezza ho affidato cinque copie di questo testo ad altrettante persone di fiducia per evitare che Loro facciano sparire le uniche minime prove di quello che stanno cercando con tutti i mezzi di nascondere.

Potrebbe sembrare la trama di un film di fantascienza di serie B, ma sempre più fattori mi portano a credere che quello che la stampa, polizia ed autorità hanno cercato di venderci come l'ennesimo caso di violenza giovanile nasconda qualcosa di molto, ma molto più grosso e terribile. Continua la lettura di Cosa c’è davvero dietro alla mega-rissa in stazione?