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Finire nel reale – pensare e rappresentare il Ticino contemporaneo

564395_10151878653438901_1044832532_nIl discorso che mi ero preparato per la tavola rotonda di chiusura del progetto Ground Zero che si è tenuta il 6 ottobre all’asilo Ciani a Lugano. Poi in verità abbiamo parlato d’altro.

Una delle rappresentazioni migliori del Ticino contemporaneo secondo me è “Svizzera dall’alto”. Una trasmissione che passano alla RSI la mattina presto, prima del Thai Chi in cui un elicottero sorvola i paesi e vedi boschi, e poi paesi fra i boschi, parcheggi e le strade facenti parte del Ticino contemporaneo. E poi scelgono delle musiche bellissime e tu ascolti, guardi le immagini e pensi a come è bello il Ticino contemporaneo. Abbiamo avuto davvero culo ad abitare nel Ticino contemporaneo, che già nel Ticino di cent’anni fa c’era ancora la fame e nel Ticino di quarant’anni fa le donne non potevano votare, e nel Ticino di trecento anni fa bruciavano ancora le streghe. Oggi abbiamo la lega è vero, ma dall’elicottero non si vede. Si vedono soltanto tantissime bandiere svizzere che sventolano e che a me stanno un po’ sul cazzo.

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Diario fotografico dal Ticino del Sud

Sono un po’ stufo di scrivere il Classeur de Pub sul Diavolo, è due anni ormai, sono arrivato a 50 (qui sono online tutti gli articoli).

Vediamo quindi di sperimentare altri “format”, iniziamo dal Diario Fotografico. Alcune di queste cose le avete forse già viste su Svasso. Che ne dite? Consigli/proposte…

Clic, clic e ancora clic

Ho finalmente capito come collegare il mio telefonino tramite Bluetooth al computer. È un telefonino da tre megapixel. Nel senso che la risoluzione è di solo 3 pixel ma sono molto grandi. Sono quindi riuscito a scaricare le fotografie che ho fatto negli scorsi mesi. Per vostra grande gioia ve le propongo alcune corredate da alcune riflessioni. Un po’ come quando si va a cena a casa di qualcuno che è appena tornato da un viaggio. Solo che non vi offro nemmeno la cena. Continua la lettura di Diario fotografico dal Ticino del Sud

Intervista al regista più alto della Svizzera Italiana: Niccolo Castelli

Intervista pubblicata sul quindicinale satirico “Il Diavolo“.

Non solo regista, ma anche ecologista e un po’ paranoiko (è anche il nome della sua casa di produzione), Niccolo Castelli, classe ’82 è un soggetto socialmente pericoloso. Non potevamo non inserirlo nella serie di interviste dedicate a quanto di nuovo si muove nel panorama del cinema ticinese (si muove qualcosa nel panorama del cinema ticinese? Esiste un panorama del cinema ticinese? Boh!).

Ciao Nic, come’è che sei diventato così alto?
Mia madre dice che è perché mangio tante mele. Secondo me è perché sono ultimo di quattro fratelli e per farmi notare da piccolo son dovuto crescere a dismisura. Oppure è perché avevo quattro anni quando c’è stato Chernobyl e io in quel periodo mangiavo tanta insalata.

Cosa non fa un po’ di Cesio nell’alimentazione di un infante! Raccontati in duecento battute.
Spettinato, alto e un po’ gobbo. Cresciuto fra Porza, Maloja e gli studi di Rete3 (che sono stati la mia seconda casa a partire dai 15 anni). A scuola bigiavo, ma ero furbo abbastanza per non farmi bocciare. Poi laurea a Bologna e master in cinema a Zurigo. Il tutto condito da musica, radio e cinema. Sono più di duecento vero?

Si, sono più di duecento… ma sorvoliamo. Come sei diventato regista?
Lo devo al mio prof. di visiva delle medie, Giorgio Hofmann, che mi ha chiesto di disegnare il mio film preferito (a quel tempo era «L’attimo Fuggente») e mi ha proposto un corso sul mondo della TV con Stefano Ferrari. Contemporaneamente il mio maestro di ginnastica delle medie, il “Grillo” mi ha fatto una copia delle chiavi della sala di montaggio delle medie di Canobbio (erano i tempi del tape-to-tape). E da quella sala non ne sono più uscito. Continua la lettura di Intervista al regista più alto della Svizzera Italiana: Niccolo Castelli

Impunità polizesca ticinese

Con una decisione prevedibile e assolutamente ipocrita il Procuratore generale Bruno Balestra ha decretato il non luogo a procedere nei confronti dei 16 agenti della polizia cantonale e della comunale che intervenirono durante le manifestazioni di controinformazione e protesta che si tennero nel novembre del 2007 in occasione delle Giornate dell’esercito a Lugano.

Calci nei testicoli, manganellate nella folla, botte in centrale, cariche verso gruppi in cui si trovano anche bambini e anziani è stato considerato un agire "proporzionato e che non ha peraltro dimostrato singoli comportamenti contrari ai doveri di servizi".

I poliziotti sono stati buoni quindi, come tutti sotto natale. Un bel regalo lo hanno già ricevuto: l’impunità. Per fortuna che "Gesù cristo non è mai esistito". 

Qualche link per ricordare che cosa era accaduto:

– Dossier di indymedia 

– Testimonianza

– Le contraddizioni di Piazzini, Polizia e Politicanti

 

Il comunicato del CSOA il Molino:

Non ci sorprende particolarmente il non luogo a procedere nei confronti dei 16 poliziotti indagati per lesioni, aggressione, minaccia, sequestro e abuso d’autorità durante le manifestazioni di protesta alle giornate dell’esercito 07 a Lugano. Da tempo ne siamo abituati: assoluzione piena di forze dell’ordine che abusano del loro ruolo, che spaccano teste, che picchiano, che rubano. Esiste un dossier che documenta gli abusi della polizia in Ticino, consultabile su www.indymedia.ch/it.
Siamo abituati a questi “interventi proporzionati” e a questi “agenti ai quali non può essere mosso alcun rimprovero”, come si legge nelle giustificazioni del PG Bruno Balestra. Perché stupirsi per un braccio rotto, per qualche graffio e qualche livido. Perché stupirsi delle minacce in dialetto agli operatori TV (“a parli in dialett perché sum a cà mia”) del tenente Gaffuri e di quelle del novello comandante della polizia di Locarno Silvano Stern a un mediattivista (“te la spacco quella telecamera” … cosa puntualmente avvenuta con rottura dell’ulna), o della violenta ginocchiata in faccia a una donna, fotografa francese, da un sergente, maschio, dell’esercito. Continua la lettura di Impunità polizesca ticinese