Archivi categoria: Testi

Una raccolta di cose che ho scritto ma che non dovete sentirvi obbligati a leggere

Ginevra: top3

> Musei e luoghi da visitare a Ginevra
1) Museo di storia naturale (grandissimo e molto bello), con tartaruga viva a due teste. Molto apprezzato dai bambini il video in cui si vede un coccodrillo che combatte con un piraña.
2) Esposizione etnografica sul calcio "Hor jeux", adattissima anche per chi non ama il calcio
3) Orto botanico (con serre tropicali), nonostante la stagione che rende qualsiasi aiuola all’aperto un ammasso di sterpaglie, davvero ricco ed interessante.

> Cose da mangiare a Ginevra
1) Pierrade, pezzetti di carne cotti su di una lastra di pietra tenuta calda da delle fiamme
2) Sushi, nonostante ti lasci sempre quel senso di insoddisfazione
3) Cibo vietnamita da "Vietman chez vous", in Rue de Carouge, ottimo nonostante ci sia stato sconsigliato da tutti per presunti scarsi livelli igienici.

> Passatempi economici
1) Andare in giro con le barchette sul lago (al prezzo di una corsa di autobus)
2) Il mercato delle pulci a Plain Palace
3) Leggere i giornaletti gratuiti 

> Letture delle ultime settimane
1) Barelle di Valentino Nicola, sulla mortificazione ospedaliera, presentato negli scorsi giorni al CSOA il Molino
2) Achille pié veloce (Stefano Benni)
3) Il rompipalle (intervista a Travaglio), se quelli di destra fossero come lui…
4) Barbari (Alessandro Baricco), stucchevolmente moralista

> Musica
1) Il genio – No non è possibile 
2) Ascanio Celestini – Fabbrica (monologhi)
3) Fausto Amodei – discografia completa

Un ricordo della prope, per cercare di salvare la SSPSS

Il testo qui sotto è stato scritto per una mostra, allestita nelle scorse settimane contro l‘abrogazione o riduzione sostanziale del curricolo di certificato e di maturità specializzata della scuola SSPSS di Canobbio decisa dal cantone. In altre parole, lo smantellamento definitivo di un curricolo scolastico che vanta quarant‘anni di storia. Il Comitato Genitori della SSPSS è a dir poco indignato per questa decisione frettolosa, poco maturata e dettata soprattutto da motivi finanziari. (indymedia o OCST)

 

Passeggiata di classe dell’ultimo anno di formazione: invece che puntare verso mete più gettonate mediamo una settimana di permanenza per quasi tutta la classe a Ces, villaggio neorurale sulle montagne leventinesi. Settimana di pioggia, grigio e nebbia. Accendiamo le stufe con la legna tagliata nella vicina torbiera che gli abitanti del villaggio stanno cercando di far tornare alla situazione originaria, prima che venisse "bonificata", più umida ma ricca di vita e biodiversità.
Abbiamo fatto la spesa per la settimana presso coltivatori biologici del piano di Magadino, e prepariamo banchetti sulle stufe economiche della grande casa con il tetto in piode.

In questa foto (del 2002 credo), da sinistra si vedono Enrico, Joel, io e Mario, la stanchezza e è evidente, la gioia prodotta da una settimana di vita comunitaria è forse meno visibile ma indelebile. Continua la lettura di Un ricordo della prope, per cercare di salvare la SSPSS

Confusione

Il locale si trova proprio a metà strada fra la centrale di polizia e il supermercato Migros, la brunetta con i denti da cavallo inizia a far caffé alle sei di mattina e sembra non finire mai. Fino a qualche anno fa questo posto si chiamava "Da Gregorio", ma è cambiato il proprietario, ora si chiama "Georgia", così non hanno nemmeno dovuto cambiare le lettere luminose dell’insegna, gli è bastato rimescolarle in un economico anagramma di neon. I tavoli di finta pietra sono rimasti gli stessi, le zuccheriere di vetro e acciaio sono sempre meno lucide, anche la clientela è rimasta quella, forse un po’ invecchiata. La brunetta con i denti da cavallo continua a servire caffé in maniera equa alle due categorie principalmente rappresentate fra la clientela. Commessi che vengono a bere qualcosa prima di iniziare il turno al supermercato e poliziotti che prima di entrare in servizio ne approfittano per farsi un macchiato.

Alla mattina è difficile distinguerli, assonnati, silenziosi e con gli abiti civili. Non hanno ancora indossato né il giubbino rosso mattone della Migros né la divisa cerulea della polizia cantonale. Ancora non sono schierati, ne da una parte ne dall’altra. Nel limbo si godono il caffé e sognano una vita diversa o, forse, se ne stanno solamente in silenzio in attesa di iniziare a lavorare. Nelle buie mattine novembrine seduti fianco a fianco e poi ognuno per la sua strada, ad allineare lattine di pelati sugli scaffali o a malmenare richiedenti l’asilo per strada. Che farà quel tipo con i baffoni che sembra Freddie Mercury? Me lo ritroverò al banco dei formaggi a consigliarmi la provola appena arrivata oppure sarà colui che vedrò occupato a menare le mani nel corso dello sgombero della casa vicina alla stazione? Non si sa, è ancora troppo presto, è mattina e la nebbia confonde la vista.

Che ti fa arrabbiare? Come R-esisti?

Il Collettivo Zapatista "Marisol" di Lugano e Indymedia propongono un censimento-concorso (senza vincitori né vinti) delle esperienze di r-esistenza locali. Entro il 12 dicembre potranno essere consegnati opere (testi, fotografie, video, registrazioni, audio, disegni e oggetti) che rispondano alle domande "Come r-esisti? Cosa ti fa arrabbiare?".
In Ticino sono molte, ne siamo certi, le persone e le organizzazioni che si arrabbiano e resistono, che in comune hanno il rifiuto al sistema capitalistico, che in tanti piccoli e grandi modi lavorano alla costruzione di un’altra vita, di un’altra realtà. Con la dignità nel cuore.
I materiali ricevuti verranno poi catalogati in un sito internet ed in una pubblicazione e verranno esposti in una mostra che verrà organizzata in primavera nel nostro cantone.
Una selezione dei lavori partecipanti verrà invece esposta in Messico nell’ambito del "Festival per una rabbia degna" promosso dall’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. Il concorso vuole essere una testimonianza tangibile della solidarietà che valica i confini ed un modo di mettere in rete le esperienze r-esistenti locali.
 
 

Ludici esperimenti narrativi di filoquotidianità

Da non perdere i "ludici esperimenti narrativi di filoquotidianità" dei Chishiki, progetto di scrittura collaborativa online portato avanti da giovani amanti dello scrivere.

Pregevoli le poesie, alcune fresche come quella dedicata alla lista della spesa "Ti tengo per mano, farmi strada, tra giocattoli e detersivi, profumi e piante, come in tanti attorno a noi, nella nostra desertica importanza." altre più meditate e riflessive.

Ma assolutamente da seguire con attenzione il progetto di "libro collettivo a puntate". Un noir ambientato nel nostro cantone, la storia è ancora all’inizio e la trama appena delineata, ma alcuni elementi stanno iniziando ad affiorare: l’Osteria del Vecc, Adriano e Piero ed un passato torbido fra i bordelli e affari loschi nel centro di Mombasa. Le sigarette fumate al bar "in barba alla legge" e i bicchieri di merlot. E poi Fab giornalista precario che sogno un articolo sull’economia "devastante e devastatrice, che opprime, umilia e offende" e invece si ritrova a dover scrivere della nascita dell’Associazione macellai ticinesi.

Ancora non è chiaro dove ci conduranno le vicende monocromatiche di questo racconto, ma sicuramente vale la pensa seguire questo progetto con attenzione.

Le immagini sono di Michele.

Io e Lui

uomo natelDiario semiserio del mio percorso di avvicinamento al meraviglioso mondo della telefonia mobile.

4 luglio 2008
Ho ottime ragioni per non avere un telefonino, le avevo spiegate in maniera abbastanza esaustiva in questo testo. Era una delle mie sicurezze, il telefono portatile non faceva per me. Ho resistito a diverse generazioni di telefoni, come Ulisse legato all’albero della nave non mi sono fatto ammaliare dal getto continuo di marchingegni portatili sempre più evoluti.Ancora più difficile: ero riuscito a rimanere in qualche modo all’interno di una rete sociale composta quasi esclusivamente da persone munite di telefonino. Da osservatore esterno ho potuto osservare mutamenti sociali dati da questa tecnologia, nuovi modi di incontrarsi e di tenere i contatti con amici e parenti, di socializzare, di flirtare. Penso che qualcosa stia cambiando in me.

6 luglio 2008
Le ragioni per non avere un telefonino sono tutt’ora valide, mi accorgo però di non assumermi davvero le responsabilità di questa scelta. Sempre più persone che vorrebbero rivolgersi a me mi cercano sul telefonino della mia morosa, della mia coinquilina, al posto di lavoro, presso i miei genitori. Tutte queste persone (che ringrazio con tutto il cuore) hanno passato minuti delle loro esistenze a riferirmi messaggi, a filtrare le telefonate, a ricordarmi appuntamenti e a prendere nota di numeri da richiamare. Il fatto che vivo in una casa senza telefono fisso non aiuta di certo a migliorare la situazione.

7 luglio 2008
Ho tutta una serie di chiamate importanti che dovrei fare abbastanza urgentemente, la cabina telefonica dista 15 minuti a piedi e non è certo il luogo ideale per fare telefonate importanti. Ho un cattivissimo rapporto con il telefono e cerco ogni scusa per evitare di chiamare. Si fa sempre più strada nella mia testa l’idea di passare dall’altra parte della barricata.

11 luglio
La mia ragazza è in colonia, senza la possibilità di accedere ad internet, le mando degli sms inviati tramite computer dal mio account della supsi, ma non posso ricevere le sue risposte. Non ho ancora fatto le chiamate importanti che sto rimandando da qualche giorno. A Sonvico la popolazione si sta mobilitando contro la costruzione di una nuova antenna per cellulari per paura delle onde elettromagnetiche. I cellulari per funzionare necessitano di antenne.

13 luglio
Domani è il grande giorno. Lo farò! Ho deciso. Ne sono sicuro! (quasi)Prima di andare a dormire metto un cinquanta franchi nel borsellino. Continua la lettura di Io e Lui