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Una raccolta di cose che ho scritto ma che non dovete sentirvi obbligati a leggere

Come guardare una serie tivù in streaming

1) Trovare il computer e il caricatore. A volte è nello zaino, di solito è in cucina.
2) Accendere il computer. Se necessario inserire la password. A volte è “1234567890”, a volte è “password”.
3) Connettersi a internet. Se non funziona provare la connessione dei vicini.
3bis) Eventualmente spostarsi in un luogo dove prende meglio.
4) Aprire il programma per andare in internet.
5) Andare sul sito internet del popolare motore di ricerca www.google.ch
6) Scrive il titolo della serie che si vuol vedere seguito da “streaming ita” nel quadratino di ricerca
7bis) Cliccare “cerca” o schiacciare “a capo”.
7) Aprire un sito a caso di quelli che si presentano. In questo caso uno vale l’altro.
8) Scegliere un link dell’episodio che si vuole vedere fra Fastvideo – Rapidvideo – Nowdownload -Rapidgator. Anche in questo caso uno vale l’altro.
9) Si apre una pagina di pubblicità con una voce che parla e propone un videogioco di vichinghi. Chiuderla.
10) Si apre una pagina con un grosso tasto play, non farsi ingannare. Scorrere la pagina e in piccolo c’è un tastino grigio che dice “Procede to video”. Non cliccare nient’altro sulla pagina. Nemmeno quello che sembrerebbe permetterci di vedere il video più rapidamente.
11) Si apre una pagina di pubblicità con videogiochi medioevali. Chiuderla.
12) Ti verrebbe voglia di cliccare il grosso play, ma NON farlo.
13) Ti verrebbe voglia di cliccare “scarica”, ma NON farlo.
14) Ti verrebbe voglia di cliccare “guarda adesso”, ma non farlo.
14bis) A volte ti verrebbe voglia di cliccare “Guarda il file senza blocchi (player alternativo) – Scarica il file gratis” ma tu non farlo.
15) Questa è la pagina più insidiosa, costruita apposta per farti sbagliare. Mantieni tutti i tuoi sensi all’erta.
16) C’è una piccola croce sullo schermo. Cliccala con precisione.
17) Si aprono due pagine di pubblicità. Chiudile. Quella del videogioco sarà facile da riconoscere. La seconda simula un player. Non fidarti e chiudi anche questa.
17bis) A volte si apre una pagina che ti dice che devi ripulire il tuo computer dai virus e che ne hanno trovati alcuni. Non crederci. Chiudila.
18) Ora dovrebbe rimanere una sola pagina aperta. Clicca il triangolino.
19) Subito dopo clicca le due barrette parallele e aspetta qualche minuto che si carichi il video. Poi clicca di nuovo il triangolino.
19 bis) Si potrebbe aprire una pagina di pubblicità che ti propone di guadagnare denaro con il trading online. Eventualmente chiudila.
20) Poi riclicca play e dovresti poter vedere il video.
21) Se non vedi bene schiaccia il tasto in basso a destra per mettere il video a tutto schermo.
21bis) Per smettere di vedere il video a tutto schermo schiaccia il tasto “esc” sulla tastiera.
22) Se non senti niente forse hai il volume troppo basso.

Quasi quasi mi faccio un tatuaggio

Quasi quasi mi faccio un tatuaggio che ormai se non hai un tatuaggio dimostri di non avere personalità. Persino il buralista di Carzo ne ha uno, un tribale, che si è fatto a Sharm. Che il tatuaggio non è mica un capriccio estetico ma una cosa che fai per segnare una tappa importante della tua esistenza. Come un viaggio a Sharm per esempio. Dietro ogni tatuaggio c’è una storia che vuoi ricordare. Come un viaggio a Sharm per esempio.

Quasi quasi mi faccio un tatuaggio che tanto ormai non sei più visto male. Anche i poliziotti possono averne basta che non sporgano dalle maniche e che non abbiano simboli nazisti. Che poi secondo me il problema non è tanto che i poliziotti abbiano o meno simboli nazisti, ma che siano delle brave persone.

Che poi magari uno c’ha anche una svastica tatuata ma è perché è stato in india ed è al contrario ma se non stai li a guardare non te ne accorgi nemmeno e ti fai dei pregiudizi sbagliati.

Quasi quasi mi faccio un tatuaggio, pensavo ad una scritta cinese, oppure ad un thai come quello di Angelina Jolie oppure un elfo seduto su di un fungo. O almeno una stellina sulla mano. Qualcosa di elegante, mi piacerebbe molto anche tatuarmi quella frase della pubblicità “Siamo stati fatti della stessa materia di cui sono stati fatti i sogni”. Oppure un cangi cinese che rappresenta la parola crisi ma anche la parola opportunità, come per dire che ogni crisi è anche un’opportunità.

Il tipo dell’agenzia di disoccupazione è uno di sinistra, lo si vede. Che c’ha un Che Guevara sul collo. Persino la commessa del Foghele ne ha uno. Un sole e una luna che rappresentano il suo fondersi con il cosmo, la sua parte maschile e femminile che si uniscono. Hai in mente lo in e lo ian? Ecco. Se lo è fatto quando è stata a Sharm. Quasi quasi mi faccio un tatuaggio che ormai se non hai un tatuaggio dimostri di non avere personalità.

Skater tristi

Skater, ti vedo triste. Cosa c’è che non va?

Te ne stai li, con le tue scarpe Vans,
i tuoi pantaloni Converse
il tuo the freddo in tetrapak
seduto sul tuo skate
la camicia a scacchi gettata con noncuranza in un angolo
i muscoli del ventre ben profilati
e la faccia triste.

Cosa c’è che non va?

Lo skatepark ce l’hai. Con le discese e le salite. I graffiti e le tag.
Ben recintato. Con la videosorveglianza e il securitas che apre e chiude.

Il tuo passatempo, un tempo trasgressivo oggi è stato normalizzato,
non sei più un outsider, anzi ora sei accettato,
ti sorridono compiacenti anche le vecchiette,
sei persino molto richiesto al dicastero giovani
per dare un tocco di giovanilità alle sue attività
e sei addirittura diventato una categoria di youporn.

Quando fai i tricks sembri felice
anche quando sali sul bus con la tavola legata allo zaino
sembri felice
anche quando sfogli i cataloghi di scarpe
sembri felice
è proprio quando stai seduto sullo skate
che mi sembri triste.

Due cose che mi sono venute in mente sulla scuola

Ieri ho rivisto l’attimo fuggente, il film intendo. Che non l’avevo più rivisto da circa 18 anni. Ce l’aveva fatto vedere la maestra della quinta elementare uno degli ultimi giorni di scuola. Sul momento non mi era piaciuto, ma ora ho capito che con quel film la maestra della quinta elementare voleva insegnarci qualcosa di profondo che ci sarebbe servito per l’avvenire. L’attimo fuggente è proprio un film adatto per chi vuole insegnare a dei ragazzi qualcosa di profondo che gli possa servire per l’avvenire e non gli vengono le parole giuste.

Le due cose che mi sono piaciute di più de l’attimo fuggente sono:
1) Le immagini degli stormi di anatre che volano
2) La scena finale quando tutti salgono sui banchi

Oggi ho poi letto sul giornale una rubrica con i consigli della sessuologa che risponde ad uno che dice di essere un “professore di liceo 27enne di bell’aspetto al primo anno di insegnamento”. Ma quanti professori di liceo 27enni di bell’aspetto al loro primo anno di insegnamento ci saranno in Ticino?

Che poi a ben vedere la bellezza della Svizzera è data per trequarti dai vetri polarizzati degli autopostali.

Certo che la Bregaglia è proprio bella,
colle montagne la nebbia e i larici
che dal postale con i vetri polarizzati è ancora più bella.
Che poi a ben vedere la bellezza della Svizzera è data per trequarti dai vetri polarizzati degli autopostali.
Che un mio amico italiano la prima volta che è venuto in svizzera è rimasto colpito dalla bellezza dei vetri polarizzati sui treni.
Ma per quanto sia bella la Bregaglia polarizzata a me dopo un po’ vien voglia di guardare il telefono per vedere se sono arrivati messaggi mail o tuit.
Che lo penso che scemo che sono che c’ho la Bregaglia polarizzata e io guardo il telefono.
E sulla posta ci sono anche quelli di quella generazione che sanno stare sulla posta senza guardare di continuo il telefonino. Si godono la polarizzazione. Ma sono sempre meno. Fra un po’ saranno tutti morti.

Che li riconosci gli svizzeri sui treni

Che li riconosci gli svizzeri sui treni
bevono succo di mele
con la giacca di pile verde
se in famiglia, giocano a Uno
anche i figli adolescenti
i bambini biondi, tre
ognuno col suo zainetto
mangiano panini integrali
e bastoncini di carote
conservati in scatole di plastica
con la loro suoneria discreta
bisbigliano
presentano spontaneamente il metaprezzo firmato
assieme al biglietto.