
Cartoline da Lugano: la mappatura dei video

Alcuni spunti dal lavoro finale SUPSI che ho recentemente consegnato…
Autobiografie urbane
Mi affascinano le storie, mi piace ascoltarle, inventarle e raccontarle. Mi affascinano le persone, mi piace ascoltarle, conoscerle e raccontarne. Storie e persone sono quindi i due pilastri fondamentali di questo lavoro. Storie e persone si muovono seguendo i percorsi segnati dalle strade, che collegano le città. Le storie si muovono tramite le persone, che le raccontano, le divulgano e le tramandano. Le persone sopravvivono grazie alle storie; storie sottoforma di sogni, progetti e racconti del proprio percorso di vita. Le persone sopravvivono grazie alle storie, che rendono immortali i loro protagonisti, almeno fino a quando ci sarà qualcuno disposto a raccontarle e a tenerle vive. Ancora di più mi piacciono le storie sotterranee, quelle con la “s” minuscola, le storie “dalla parte sbagliata della storia” le piccole storie che nessuno mai racconta, che però contribuiscono a creare, come affluenti di un fiume in piena, il flusso della Storia.
Non ho mai visto una cartolina con su Molino Nuovo (i video):
Assieme alle persone (tre uomini e una donna) che hanno avuto voglia di accompagnarmi in questo percorso, abbiamo girovagato fra le strade della “periferia” luganese. Abbiamo guardato la città e ci siamo guardati, con degli altri occhi.
> Introduzione (con L. Pezzoli)
> Remo contro!
> Mi chiamo Mauro (disponibile anche in versione .mov)
> Come se ci fosse un muro
> Guarda la Frankie
> Postfazione (con L. Pezzoli)
È disponibile un DVD che include i sei video. È possibile richiedermelo o masterizarsene una copia. Qui la copertina (in formato .jpg). Grazie al CAD (Centro di Accoglienza Diurno) Ingrado di Viganello.
> La mappatura delle "Cartoline" con google maps: geografie interiori ed urbane s’intersecano
Cortometraggio d'emergenza, giornata piovosa, quando siamo usciti con la videocamera (con Daniel) pensavamo di far altro. Volevamo parlare di urbanistica e di case all'ombra, e invece abbiamo sbagliato tutto!
"Appuntamento all'ombra", un kinò di Daniel Bilenko e di Olmo Cerri presentato alla serata tikinò
Dei sei scarafaggi inviati nello spazio a bordo dello Shuttle,
solo due sono sopravvissuti.
Un'autopsia ha rivelato che gli scarafaggi sono stati uccisi
da un piccolo passo per l'uomo.
Luttazzi Daniele, Lepiedezze postribolari, Feltrinelli
Basterebbe alzare la gamba per fare un passo, è così semplice eppure non sono del tutto convinto che sia la cosa giusta. Sono combattutto, in fondo anche qui non si sta poi male, se alzassi la gamba potrei forse perdere l'equilibrio e cadere lungo disteso. Qui non sarà poi il massimo, ma almeno conosco la zona e mi so orientare. Potrei fare un passo e spostarmi, allagare i miei orizzonti, cambiare prospettiva, ma in fondo chi me lo fa fare. Me ne sto qui, tranquillo, ho tutto quello di cui posso aver bisogno. Quella di fare un passo non è una scelta facile, bisogna valutare attentamente i pro ed i contro delle decisioni che si prendono, un passo non è una cosa che si può improvvisare così su due piedi, alla leggera, è una scelta importante. Stare o andare. Statico o cinetico. La stasi ha il suo fascino, la cinesi è tutta un'altra cosa. Chissà se facendo un passo e spostandomi da qui troverò le medesime e così favorevoli condizioni di esposizione al sole, di frescura, di tranquillità? Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa cosa perde, ma non sa cosa trova. Chi non risica non rosica. Con i proverbi non si va da nessuna parte, quindi si resta. Resto? C'è un mondo attorno a me che è a solo un passo di distanza. Ci vuole così poco, tensione muscolare, movimento basculatorio, spostare il peso in avanti e via, è fatta.
Camminare, passeggiare muoversi, correre, viaggiare, andare. Andare si ma dove? Perchè rischiare? Restare o andare, andare, andare, andare, andare si, ma dove? Andare via. Comincio a sospettare che quel via non esista nemmeno. Il mondo si è sempre diviso in due: quelli che stanno e quelli che vanno, io non ho ancora capito da che parte stare. Quelli che vanno hanno scoperto terre nuove, hanno solcato i mari e ci hanno fatto assaggiare sapori mai neppure immaginati. Quelli che sono rimasti hanno imparato a coltivare la terra, hanno fondato città magnifiche, hanno raccolto e conservato i libri nelle biblioteche e hanno selezionato i semi per le coltivazioni. Quelli che andavano hanno soggiogato popoli e tagliato teste, quelli che stavano hanno dato vita a guerre terribili. Nelle mie vene scorre sangue viandante o sedentario, discendo dai cacciatori nomadi dell'Africa del nord o dagli allevatori mesopotami? La mia casa è di paglia e fango secco o è una yurta di tela e giunco?
Ancora un video dal miniKabaret Tikinò a Losone.
Le pecore razziste dell’UDC, affisse in ogni angolo del paese ci hanno davvero rotto le scatole. Hanno stimolato un’interessantissima carrellata di azioni (2 – 3) di adbusting che hanno messo in seria difficoltà le società generali d’affissioni che hanno faticato a star dietro al ricambio dei manifesti. È pure stato creato un videogioco sul tema!
> Inoltre puoi sfogliare l’album di detournament grafici sui manifesti UDC! (dalla rete)