Cartoline da Lugano: la mappatura dei video

Visto che le tematiche proposte nei cortometraggi "Cartoline da Lugano", oltre che essere legate al percorso biografico dei protagonisti sono strettamente radicate nel tessuto urbano, mi è parso interessante integrare questi video con lo strumento principe nell'analisi degli ambienti urbani: la mappa geografica. Quest'operazione non è strettamente legata ad una necessità professionale, è soprattutto frutto di un mio interesse ed una mia curiosità di osservare come fossero disposti gli interventi. La tecnologia ci viene in aiuto con lo strumento offerto gratuitamente dal motore di ricerca Google, chiamato Google Maps. Questo servizio offre la possibilità di consultare mappe dettagliate provenienti da tutto il globo e di sovrapporre a queste mappe delle fotografie satellitari con diversi gradi di risoluzione. È inoltre possibile creare delle mappe personalizzate, sovrapponendo alle mappe ufficiali dei segni convenzionali, per marcare luoghi e percorsi specifici.
Ho quindi provato a inserire su una di queste mappe i vari percorsi seguiti nel corso delle riprese collegando poi i punti toccati con i relativi spezzoni di video (caricati anch'essi sui server di Google). In questo modo è possibile fruire dei contenuti video non più seguendo una logica lineare (ovvero guardando un video dall'inizio alla fine così come chi ha montato il video ha scelto di fare) ma con una logica complessa. Una sorta di ipertesto cartografico che permette di sconvolgere il lavoro di montaggio lasciandosi guidare da curiosità personali.

Cartoline da Lugano

Alcuni spunti dal lavoro finale SUPSI che ho recentemente consegnato…

Autobiografie urbane
Mi affascinano le storie, mi piace ascoltarle, inventarle e raccontarle. Mi affascinano le persone, mi piace ascoltarle, conoscerle e raccontarne. Storie e persone sono quindi i due pilastri fondamentali di questo lavoro. Storie e persone si muovono seguendo i percorsi segnati dalle strade, che collegano le città. Le storie si muovono tramite le persone, che le raccontano, le divulgano e le tramandano. Le persone sopravvivono grazie alle storie; storie sottoforma di sogni, progetti e racconti del proprio percorso di vita. Le persone sopravvivono grazie alle storie, che rendono immortali i loro protagonisti, almeno fino a quando ci sarà qualcuno disposto a raccontarle e a tenerle vive. Ancora di più mi piacciono le storie sotterranee, quelle con la “s” minuscola, le storie “dalla parte sbagliata della storia” le piccole storie che nessuno mai racconta, che però contribuiscono a creare, come affluenti di un fiume in piena, il flusso della Storia.

Non ho mai visto una cartolina con su Molino Nuovo (i video):
Assieme alle persone (tre uomini e una donna) che hanno avuto voglia di accompagnarmi in questo percorso, abbiamo girovagato fra le strade della “periferia” luganese. Abbiamo guardato la città e ci siamo guardati, con degli altri occhi.

> Introduzione (con L. Pezzoli)
> Remo contro!
> Mi chiamo Mauro (disponibile anche in versione .mov)
> Come se ci fosse un muro
> Guarda la Frankie
> Postfazione (con L. Pezzoli)

È disponibile un DVD che include i sei video. È possibile richiedermelo o masterizarsene una copia. Qui la copertina (in formato .jpg). Grazie al CAD (Centro di Accoglienza Diurno) Ingrado di Viganello.

> La mappatura delle "Cartoline" con google maps: geografie interiori ed urbane s’intersecano

Appuntamento all’ombra

Cortometraggio d'emergenza, giornata piovosa, quando siamo usciti con la videocamera (con Daniel) pensavamo di far altro. Volevamo parlare di urbanistica e di case all'ombra, e invece abbiamo sbagliato tutto!

"Appuntamento all'ombra", un kinò di Daniel Bilenko e di Olmo Cerri presentato alla serata tikinò

> Scarica e guarda il corto da google.video


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Qui sotto è disponibile la trascrizione dei dialoghi

Basterebbe alzare la gamba

Dei sei scarafaggi inviati nello spazio a bordo dello Shuttle, 

solo due sono sopravvissuti. 

Un'autopsia ha rivelato che gli scarafaggi sono stati uccisi 

da un piccolo passo per l'uomo.

Luttazzi Daniele, Lepiedezze postribolari, Feltrinelli

 

 

Basterebbe alzare la gamba per fare un passo, è così semplice eppure non sono del tutto convinto che sia la cosa giusta. Sono combattutto, in fondo anche qui non si sta poi male, se alzassi la gamba potrei forse perdere l'equilibrio e cadere lungo disteso. Qui non sarà poi il massimo, ma almeno conosco la zona e mi so orientare. Potrei fare un passo e spostarmi, allagare i miei orizzonti, cambiare prospettiva, ma in fondo chi me lo fa fare. Me ne sto qui, tranquillo, ho tutto quello di cui posso aver bisogno.  Quella di fare un passo non è una scelta facile, bisogna valutare attentamente i pro ed i contro delle decisioni che si prendono, un passo non è una cosa che si può improvvisare così su due piedi, alla leggera, è una scelta importante. Stare o andare. Statico o cinetico. La stasi ha il suo fascino, la cinesi è tutta un'altra cosa. Chissà se facendo un passo e spostandomi da qui troverò le medesime e così favorevoli condizioni di esposizione al sole, di frescura, di tranquillità? Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa cosa perde, ma non sa cosa trova. Chi non risica non rosica. Con i proverbi non si va da nessuna parte, quindi si resta. Resto? C'è un mondo attorno a me che è a solo un passo di distanza. Ci vuole così poco, tensione muscolare, movimento basculatorio, spostare il peso in avanti e via, è fatta. 

Camminare, passeggiare muoversi, correre, viaggiare, andare. Andare si ma dove? Perchè rischiare? Restare o andare, andare, andare, andare, andare si, ma dove? Andare via. Comincio a sospettare che quel via non esista nemmeno. Il mondo si è sempre diviso in due: quelli che stanno e quelli che vanno, io non ho ancora capito da che parte stare. Quelli che vanno hanno scoperto terre nuove, hanno solcato i mari e ci hanno fatto assaggiare sapori mai neppure immaginati. Quelli che sono rimasti hanno imparato a coltivare la terra, hanno fondato città magnifiche, hanno raccolto e conservato i libri nelle biblioteche e hanno selezionato i semi per le coltivazioni. Quelli che andavano hanno soggiogato popoli e tagliato teste, quelli che stavano hanno dato vita a guerre terribili. Nelle mie vene scorre sangue viandante o sedentario, discendo dai cacciatori nomadi dell'Africa del nord o dagli allevatori mesopotami? La mia casa è di paglia e fango secco o è una yurta di tela e giunco? 


> Guarda il video da cui è stata tratta l'immagine

Alghe fra i capelli

Ancora un video dal miniKabaret Tikinò a Losone.

Da una Poesia di Daniel Bilenko, con Carla Baehler, lettura di Christian Bubola e immagini di Fabio Pellegrinelli, mio montaggio e colonna sonora degli Azimut.


> Guardalo su google video (link anonimizzato)

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I pecoroni dell’UDC

Le pecore razziste dell’UDC, affisse in ogni angolo del paese ci hanno davvero rotto le scatole. Hanno stimolato un’interessantissima carrellata di azioni (23) di adbusting che hanno messo in seria difficoltà le società generali d’affissioni che hanno faticato a star dietro al ricambio dei manifesti. È pure stato creato un videogioco sul tema!

Un gruppo trovatosi al riuscitissimo kabaret organizzato dal Tikinò a Losone negli scorsi giorni ha provato ad immaginare alcuni esercizi di stile attorno all’osceno manifesto.
Che ne è venuto fuori? Dateci un’occhiata!
È disponibile anche un video “dietro alle quinte” sulla realizzazione di questo kinò…

> Inoltre puoi sfogliare l’album di detournament grafici sui manifesti UDC! (dalla rete)

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